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info Serenata Española, Joaquín Malats
Marcello Rivelli ha risposto a Riccardo nella discussione Altre discussioni sul repertorio
no..si sta "solo" parlando di vera musica! considerando poi che il testo citatodi Hindemith è del 1946 e la stampa italiana del 1983 e.. quanti davvero lo abbiano usato..questo si..diventa davvero interessante.. m -
Graduatoria
Marcello Rivelli ha risposto a Salvo nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Grazie, cmq il diploma credo che lo sosterro per giugno, volevo maggiori informazioni sulla quarta fascia che mi ha esposto in calce. Dai un'occhiatra qui se trovi qualcosa.. http://www.comusica.name/ ed in particolare..quì: http://www.comusica.name/documenti/ m -
maledetta sesta francese
Marcello Rivelli ha risposto a cla nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Scusa ma nella tua prima citazione parlavi di due costituenti melodiche, anche perchè non otteresti l'accordo alterato in questione..appunto la sesta eccedente francese.. è uno dei mezzi più utilizzati questa procedura, soprattutto nelle modulazioni estemporanee ai toni lontani.. trasformando appunto cromaticamente (le costituenti di cui parli) un dato accordo e interpretandolo nella nuova tonalità...utile se eseguite al piano ad esempio.. m Scusa, per la precisione l'esercizio richiede di alternare una costituente melodica della triade di Sol minore e di aggiungere una nuova costituente melodica... Se fosse stato Sol maggiore, come nel mio esempio di sopra, era fattibile, ma essendo in minore mi perdo... Ti ringrazio infinitamente per il tempo passato a scrivere l'esempio: se stato molto gentile. Però mi sembra che le modifiche che hai apportato a quel Sol minore siano troppe rispetto a quanto richiesto dal testo della prova... Lunedì ho lezione: ti saprò dire la soluzione proposta dalla mia luce guida... Grazie Allora ho capito male.. che ne dici invece di una "trasformazione" enarmonica dell'accordo di Sol minore? dunque il sib nella voce acuta lo facciamo diventare la# (e quindi non cambia il suono); il sol della seconda voce lo alteriamo cromaticamente (l'unico) in sol #; il re della terza voce diventa do doppio diesis (e quindi non cambia nenache lui) e il sol della voce del basso é l'unico a.... creare una nota (costituente nuova).... diventando mi... a questo punto ti ritrovi l'accordo in secondo rivolto di: mi-do doppio diesis-sol diesis e la diesis (secondo rivolto della sesta eccedente).... va meglio? m -
maledetta sesta francese
Marcello Rivelli ha risposto a cla nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Scusa ma nella tua prima citazione parlavi di due costituenti melodiche, anche perchè non otteresti l'accordo alterato in questione..appunto la sesta eccedente francese.. è uno dei mezzi più utilizzati questa procedura, soprattutto nelle modulazioni estemporanee ai toni lontani.. trasformando appunto cromaticamente (le costituenti di cui parli) un dato accordo e interpretandolo nella nuova tonalità...utile se eseguite al piano ad esempio.. m -
maledetta sesta francese
Marcello Rivelli ha risposto a cla nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
In modo molto semplificato e sintetico potrebbe essere una cosa così.. (se riesco a visualizzare il file).. marcello -
Gli errori nei trattati di armonia
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Infatti Fabio.. è stato il secondo libro che ho letto dopo aver scoperto De La Motte.. tanti e tanti lustri fa e devo dire che ancora ricordo il mal di testa che mi procurò..(dovuto alla difficltà iniziale di "trasferire" i concetti assimilati delle altr teorie..) ma ero molto incuriosito perchè in quel periodo ero alle prese con la mia passione Bachiana.. (lessi e studiai tutte le opere per liuto di Bach che ancora oggi suono tutte a memoria e devo decidermi a registrare ma ogni giorno scopro qualcosa e.. rimando ) dicevo.. mi sembrò molto interessante al momento la teoria funzionale tanto da appassionarmici cosi tanto perchè mi sembrava di "vedere" appunto dei significati che con altre teorie non erano cosi chiari..(specialmente l'applicazione delle armonie parallele) poi pian piano ho cercato una forma "d'equilibrio" tra le varie teorie "usandole" dove è più alla fine, consono e funzionale... comunque ottima esplorazione... pensa, tornando alla terminologia e ai suoi problemi che al mio esame di compimento inferiore di composizione.. qualcuno metteva in discussione le seste eccedenti aumentate con il classico nome francese, tedesca e italiana.. e io per pronta rispota dissi che conoscevo anche la..sesta svizzera.. per fortuna avevo Piston a portata di mano altrimenti..rischiavo..di ripetere..l'esame.. ... viva la musica.. m : -
Gli errori nei trattati di armonia
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Infatti .. mi chiedo spesso se un Beethoven o un Bach si ponessero problemi di "funzioni parallele" o.. altre cose del genere quando la loro musica è cosi esplicita di "potenza espressiva e profondità"... nel leggere a volte alcune analisi mi viene, confesso, un senso di perplessità come quando qualcuno tenta di descrivere i voli empirici di un fantasma!! senza aver avuto il dono di..esserlo.. non so forse sono troppo "ingenuo" e idealista".. ma ho sempre pensato che nella musica ci sia già... tutto, nel bene e nel.. male.. basta solo.. cercarlo.. io cerco di "usare" la teoria "solo" per spiegarmi a posteriori ciò che provo nel "sentire" e leggere un brano di musica e non sempre, in effetti le terminologie tecniche possono venire in aiuto di ciò che cela il significato musicale... e penso onestamente che sia un.. bene.. marcello -
Gli errori nei trattati di armonia
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Ad un primo sguardo che avevo già visto grazie alla segnalazione di Fabio Selvafiorita riguardo questo link, mi pare di capire che si torna "in ballo" sul problema delle terminologie armoniche delle varie teorie : funzionale, della teoria dei gradi fondamentali, basso numerato (reale) e altre.. adottate storicamente e che il problema in sintesi è l'adottare a volte in contesti storici una tipologia di analisi "scorretta" con le terminologie...mi spiego (se ho capito).. sarebbe più idoneo analizzare magari Bach con l'armonia funzionale essendo in contesto barocco e cosi di seguito... questo comporta diverse interpretazioni nei vari trattati in cui si "sente" dire magari che nel tale passo vi è una modulazione al tono x mentre magari è solo una tonicizzazione secondaria adottatat con le dominanti secondarie (schonberg, teoria dei gradi fondamentali)... penso si tratti di questo..ma approfondirò.. e sicuramente saremo presto illuminati... interessante comunque.. ma dormi..la notte? Butterfly..? è un problema che mi ha attanagliato per ben dieci anni questo delle teorie. armoniche... con cui "litigavo" con i miei professori di armonia.. perchè io leggevo di nascosto De la Motte/Schonberg/ Ratner (molto interessante) ma dovevo usare la teoria del basso numerato.. marcello -
Buonasera
Marcello Rivelli ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Inizia da qui e presentati alla community
benvenuto Giorgio... e a.. presto m -
Suggerimenti per coreografie
Marcello Rivelli ha risposto a Waller nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
se questo succede... temo che le colpe possano essere solo due.. o della poca bellezza e profondità della musica o della debole interpretazione di coui che suona... la "scenografia" della musica è... la sua forma, la sua armonia, il suo contrappunto, la sua... profondità... "basta" "solo" metterLA in... rilievo... e trovare persone che sappiano "vederla"... il resto.. è... un optional... buona musica... m -
Suggerimenti per registrazioni della Royal Winter Music
Marcello Rivelli ha risposto a Alfredo Franco nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
da-dam... sisi stupendo e il bicordo do-si (in armonico)? quasi a tentare di chiudere la sonorità di quel fa e quando sembra esserci riuscito ti sbatte in faccia quella "porta" con il rimbalzo dell'accordo do-fa-si e immediatamente il mi basso e...wow...che brividi.. la cosa bella di questa scrittura è che chi suona si fa un "mazzo":D mentre chi ascolta.. sembra di sentire il mio piccolo che "gioca con la tastiera del pianoforte in modo del tutto.."casuale.." grande Henze e gli spiriti di Shakespeare... m -
Suggerimenti per registrazioni della Royal Winter Music
Marcello Rivelli ha risposto a Alfredo Franco nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
David Tanenbaum guitar collection vol.10-stradivarius str 33670 vi sono entrambe le sonate.. per Bream credo solo la prima ma non ne sono sicuro, marcello -
studio e analisi Nocturnal after John Dowland, Benjamin Britten
Marcello Rivelli ha risposto a Roberto Guariglia nella discussione Altre discussioni sul repertorio
è nella song finale.. il punto..? per caso..? ma non credo.. troppo..facile... m -
Che metodo utilizzate per insegnare?
Marcello Rivelli ha risposto a Sandrino nella discussione Suggerimenti per tecnica e programmi
Interessante, Marcello. Puoi spiegare meglio, per favore, che cosa intendi per movimenti "puri"? Non ho capito bene l'osservazione sul Sagreras, ho studiato da sola Le prime lezioni per chitarra e sinceramente mi sono state utili. Questo è un errore che faccio spesso, soprattutto è il dubbio piu' frequente che ho quando suono qualcosa e condivido la tua valutazione di "gravità" ... A volte penso che saper "suonare" i silenzi sia piu' difficile che saper suonare le note Da che cosa potrebbe dipendere, in modo particolare? Lacune nel solfeggio, incapacità di materializzare i "respiri" (che pure sono ben evidenti nello spartito), scarso coordinamento "occhio-mano"? Mi rendo conto di non riuscire ancora a leggere bene l'insieme di un pezzo, cioè se lo faccio prima di suonarlo, non riesco a mantenere fino in fondo la corretta comprensione del ritmo e dell'andamento del brano (spero di essere chiara) e suonandolo, invece, impiego ancora troppo tempo ad arrivare alla giusta interpretazione del senso compiuto dello spartito e devo ripeterlo molte volte prima di saper suonare tutto per bene (pause, note stoppate, agogica, dinamica ecc.). Spero che la cosa sia migliorabile...o sono troppo ansiosa io a impuntarmi su un approccio di partenza sempre un po' teorico in tutte le cose che studio? Butterfly P.S.: una domanda da far inorridire chi sa la risposta: si studia prima l'armonia o l'analisi musicale? Dunque, vediamo, ho visto solo adesso le tue domande Butterfly, provo a risponderti. In pratica, per movimenti "puri" mi riferisco a tutti quei modelli/esercizi di pura tecnica meccanica, come potrebbero essere frammenti di scale, arpeggi ecc, cioè analizzati nella componente puramente "digitale" e non connessa a "momenti" espressivi, non condizionati da determinate esigenze di tipo musicale, per intenderci, il solo movimento delle dita per acquisire i "principi" tecnici. Mentre riguardo il Sagreras, la mia era una considerazione del tutto personale che non vuole minimanente sminuire il suo "valore" ma che non amo particolarmente perchè all'inizio preferisco "formare" i piccoli allievi su caratteristiche formali più pronunciate, nel senso come gli studi op.44 o 60 di Sor, Carulli, Diabelli, di cui mi servo per impostare un lavoro di tipo "musicale" e per fare questo seguo (parto) da una visione "classica" senza troppe interferenze "leggere" cosa che non mi piace molto nelle lezioni di Sagreras, diciamo che dal punto di vista "compositivo" non è un libro (libri) che mi piace molto,mi hanno fatto iniziare anche a me con quello ma sono anni che non lo utilizzo più... avrei difficoltà a far capire un periodo classico di 16 o 32 battute ad un allievo con aspetti formali, cadenze e alte cose che invece mi intrigano negli studi di Sor o simili, e poi mi piace la chitarra "classica" non ..sudamericana ma ripeto gusto personale. Per la seconda domanda, semplicemente penso che la musica sia molto presente tra una nota..e.. la successiva e spesso suoniamo anticipando non ritardando, cosa che non guasta mai al.. respiro, ma qui la mia era una innocente provocazione perchè è facile riconoscere una nota sbagliata ma non sempre un respiro sbagliato, perchè ovviamente comporta una capacità musicale di fraseggiare la musica.. per quanto riguarda da cosa dipende io penso che è dovuto al non cantare "internamente" abbastanza e prendere coscienza che il respiro è fondamentale, mentre abbassare i tasti è sicuramente più facile.. è la punteggiatura della musica, fondamentale perchè si comprenda il brano nei suoi minimi particolari, è un processo graduale che si compirà con le varie conoscenze che all'inizio degli studi sono troppo separate, analisi, armonia, solfeggio e altre cose simili ma che andrebbero gradatamente e sapientemente inserite da.. "subito" in modo adeguato agli studi che si compiono.. pazienta vedrai che la "luce"..arriverà.. ma guarda per l'ultima domanda, analisi non credo che sia solo quella armonica, ma già una semplice melodia del guitar gradus (per fare u esempio) può essere un pretesto per inserirla in un contesto melodico e quindi una scala, una tonalità, vedere quale note sono ricorrenti, più importanti, caratteristiche e.. questo che intendo, non bisogna aspettare il diploma di composizione ma iniziare dalle corde a vuoto per scoprire che sono accordate per..quarte... cosa che molti chitarristi a volte non sanno! può sembrare strano ma... la musica inizia da.. subito, la tecnica è "solo" il mezzo per manifestarla.. con simpatia m -
studio e analisi Studio No.10 (Num. Segoviana), Fernando Sor
Marcello Rivelli ha risposto a RobPanzelli nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Si, in parte è vero, nel senso che è giusto affrontare un brano con i mezzi a disposizione "già pronti", (anche se io mi riferivo a piccoli allievi che iniziano) ma il punto riguarda il lungo apprendistato che si pone da un allievo alle prime armi fino alle soglie dei livelli più elevati. Voglio dire che non ho mai creduto che un allievo debba fare per anni "solo" tecnica" e poi inizi la musica, anche una semplice scala o un semplice stuio di Carulli, Sor, richiedono la "propria" tecnica-musicale (guai se non fosse così) e ciò che mi preme dai primi giorni di lez è.. entrare da subito in questo mondo (ovviamente a livelli adeguati) e non che esista uno stadio "solo" tecnico e uno solo musicale, mi spiego per me suonare una frase non è un problema "solo" digitale ma comporta mille problemi connessi, dal suo suono alla sua espressività e tante altre cose, questo è.. tecnica per me.. altrimenti si riduce tutto a un semplice "allenamento ginnico" e si corre il rischio di non distinguere le "scale " di Aranjuez da quelle della Ciaccona di.. Bach.. tecnica musicale e meccanica.. ricordi? fuse.. insieme (sempre) questa è la vera difficoltà, l'equilibrio di "entrambe" (secondo me). poi se la tecnica progredisce è.. perchè il "pensiero" progredisce (vedi: musica per chitarra), gli studi di Villa Lobos tanti e tanti anni fa furono definiti anti-chitarristici.. ..non suonabili sulla chitarra! con simpatia marcello -
Che metodo utilizzate per insegnare?
Marcello Rivelli ha risposto a Sandrino nella discussione Suggerimenti per tecnica e programmi
Quoto! Io aggiungerei anche "Guitar Master" di Roberto Fabbri. Non l'ho ancora mai utilizzato, però sfogliandolo velocemente mi è sembrato valido. Il Guitar Gradus comunque fino adesso, secondo la mia personalissima esperienza, è il migliore che abbia mai utilizzato. A me piacciono i testi, come dire "neutri", senza troppi condizionamenti per quanto riguarda gli esercizi di impostazione... una volta raggiunto almeno il livello di eseguire delle semplici scale a una ottava (due)... (max alla terza/quarta lez..) entro subito nel merito della "musica"... con semplici studi di Carulli Sor...selezionati con cura in base alle caratteristiche di ogni allievo, ma ciò che mi preme da subito è... entrare nella.... musica... per questo non amo libri come il Sagreras.. perchè per me anche un arpeggio devev avere un "senso" armonico" e "formale", per la tecnica preferisco che l'allievo prenda coscienza dei movimenti "puri" applicando i movimenti a mani separate e sulle corde a vuoto.. ad esempio di solito applico la lettura ritmica del brano con le corde a vuoto della mano destra e la lettura melodica (solfeggio) con lo studio della mano sinistra, poi a seconda della struttura del brano mi .. comporto... creo una sorta di scheda con le varie problematiche specifiche dello studio del momento ed eventualmente con un corredo di esercizi adeguati, in modo che l'allievo inizia a fare "analisi" senza..accorgersene ed entrare nel "metodo" di studio evitando di scoprire che suona mille note ma non sa cosa sta succedendo al di sotto "delle dita"... ad esempio appena imparata una scala lo "obbligo" a... eseguirle rompendo gli schemi digitali e anche con un solo dito per... verificare se "sa" realmente suonare una scala e non solo una sequenza digitale...(sempre in agguato mnemonico) e giustificando che tanto la studierà in futuro "musicalmente"... poi arriva Bach un bel giorno e si scopre che non si riesce a "memorizzare"... ..sbagliare un respiro è (dovrebbe essere) più grave che sbagliare una nota... per me .. con simpatia musicale m -
studio e analisi Studio No.10 (Num. Segoviana), Fernando Sor
Marcello Rivelli ha risposto a RobPanzelli nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Non è proprio così...oggi esistono delle "scuole" in campo chitarristico... Erano sufficienti in rapporto al tipo di repertorio che si eseguiva, man mano che si è evoluto il linguaggio musicale si è avvertita anche la necessità di conseguire una tecnica musicale-meccanica adeguata... vedi Gilardino,Carlevaro..ecc Conoscere il processo che ha portato a trasformare la tecnica della chitarra dall'epoca di Giulian(e più indietro) fino alle soglie del 900 non credo sia inutile, e molti dei trattati e libri vari di quelle epoche sono più che utili, se pensi che la tecnica ha sempre un riscontro musicale e non solo meccanica... Ammesso che uno studio di Carcassi e/o di Carulli sia necessariamente più..facile di Torre Bermeja (che tra l'altro è una trascrizione).. Dipende sempre dal risultato "musicale" che si vuole ottenere, Se le forme tecniche sono viste "solo" come tali possono essere limitative ma se vengono inserite nel contesto musicale acquistano un preciso senso e contenuto non necessariamente facile ... un esempio, lo studio n.2 o n.1 di Villa-Lobos serve per formare "anche" tecnicamente"..? e suonare uno studio di Sor, ad esempio il n.2 (revisione Segovia) per capirci in Do maggiore.. siamo sicuri che sia facile? rendere il risultato tecnico espressivo facendo percepire tre voci distinte ed espressive con tanto di crescendo e decrescendo in contemporanea delle voci? basso, melodia e struttura ritmica interna totalmente indipendente.. non è tecnica..questa? anche i 120 arpeggi di Giuliani possono servire se non si "cade" nella "routine" ma si applicano metodi e strategie sempre diverse...non so se mi sono spiegato.. m -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Né più, né meno, credo, di ciò che fa un interprete quando assurge al ruolo di Artista. LM Si potrebbe dire come la tecnica strumentale deve annullarsi nel puro gesto.. musicale cosi la conoscenza dei vari trattati e altro di armonia si deve annullare nel gesto compositivo e tanto più alto se.. questo gesto ha annullato, facendo proprie tutte le "regole"... e creando le.. "proprie".. che poi ognuno compia un percorso personale in questo, che sia con l'analisi, con lo studio della composizione, o con il "solo" intuito.. ognuno ne sarà... responabile..a sua volta... con i suoi... fatti.. con simpatia marcello -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non sono piacevolmente d'accordo Francesco (scusami se ti do del tu, non ci conosciamo direttamente ma..) personalmente ho sempre creduto di più all'analisi dopo essersi "sporcati" le mani a tentare di.."imitare" i compositori.. con la sola analisi si rischia (a mio ) parere di parlare del profumo della cioccolata senza averla... assaggiata.. il problema è che per noi strumentisti si tratta di sobbarcarci di lavoro in più.. ma temo che la muscia sia anche capire le sus strutture e.. l'armonia è una di quelle più importanti.. (ovviamente è una mia esperienza..non la verità assoluta..) con simpatia marcello -
Info su manuale di armonia di Bruno Coltro
una discussione ha risposto a Marcello Rivelli in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non saprei Alfredo, in effetti sono un pò di .. lustri che è nella mia libreria.. prova a fare una ricerca sul sito dela Ricordi.. sono quei manualetti bianchi della collana Analisi musicali di caui altri titoli come David Epstein-Al di là di Orfeo, De la Motte- il contrappunto, De Natale- Analisi musicali e altri... marcello -
Info su manuale di armonia di Bruno Coltro
una discussione ha risposto a Marcello Rivelli in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
concordo pienamente Magister, infatti la confusione a cui facevo riferimento nell'altro post al riguardo delle varie teorie didattiche (più pratiche che realmente meditate in senso storico appunto) tendono tutte a.. privilegiare il sistema tonale come fosse l'unico sistema scirivibile mentre un allievo se deve scrivere anche un contrappunto in stile modale, cosa sicuramente più corretta va nel.. pallone... grazie a quello che hai appena detto... e le altre tecniche?.. mi ha fatto "sorridere" un manualetto pubblicato e molto contestato, che invece ho trovato molto interessante di Reginald Smith Brindle edito da Ricordi, La composizione musicale, di cui molti "amici" compositori hanno criticato ma io ho risposto loro che inq uel libro venivano aperte più di mille finestre a chi sapeva cogliere... l'invito.. e senza parlare di quinte quarte e seste.. marcello -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Anche se già citato.. e spesso "discusso" come testo... non dimentichiamo comunque la "bibbia" dei manuali di armonia (a cui personalmenete sono molto legato) e che ha stimolato non poche riflessioni su tutta la manualistica precedente e.. conseguente... il libro dei libri il manuale di armonia di A. Schoenberg e se proprio ci vogliamo fare "male".. Le "sue" funzioni strutturali dell'armonia.. da conoscere assolutamente... m -
Info su manuale di armonia di Bruno Coltro
una discussione ha risposto a Marcello Rivelli in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Nei dettagli, personalmente non lo conosco, ma ricordo solo di averne sentito parlare nel testo citato prima di C. Marenco- manuale di armonia, ne fa un riferimento insieme ai testi di Farina, Delachi... marcello -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
concordo Marcello credo comunque che siano, soprattutto la teoria dei gradi e quella funzionale, complementari e che dovrebbero essere studiate entrambe...il testo di Marenco mi piace, anche quello di De La Motte (sia armonia che contrappunto) Loris Azzaroni non insegna, purtroppo, più, la sua cattedra è ora affidata a Mauro Mastropasqua, autore di due testi molto interessanti, introduzione all'analisi della musica post tonale, e L'evoluzione della tonalità nel XX secolo. L'atonalità in Schönberg tutti editi da Clueb...quest'ultimo, molto bello quanto ostico, rimane un ottimo esempio di utilizzo di una simbologia funzionale "allargata" Grazie Fabio non conoscevo questi testi... molto interessante... marcello -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Marcello Rivelli ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Si Piero è molto interessante ma a pensarci ora, forse siamo andati un pò oltre, infatti non avevo citato questo libro perchè pensavo fosse successivo ad altre conoscenze, ma immaginando la curiosità di Butterfly non se lo farà scappare.. forse però Lei si riferiva a testi (rileggendo più attentamente) iniziali per cominciare a curiosare la materia, e allora anche il Piston, senza una base solida anche di teoria e solfeggio, non sempre è consigliabile, non parlo in merito alla qualità, attenzione, che è indiscussa, io lo uso come testo per l'armonia complementare ma, è già "avanti" (giustamente) a testi, manuali classici più elementari, come ad esempio il Farina, il De Ninno, che forse sono più idonei per ininziare a capire i semplici collegamenti armonici e la strutturazione degli accordi... in sostanza, esiste in questo campo, in Italia, ancora un piccolo problema tra le varie scuole sulla "teoria del basso numerato", dei "gradi fondamentali" e "funzionale" utilizzata in alcuni corsi Dams (Lazzaroni..), ma non sempre in Conservatorio, perchè di tradizioni diverse, quindi in ultima analisi direi.. o un De Natale/Piston... o semplicemente un Marenco (che incarna tutti i manuali/etti del tipo Gennaro Napoli, De Ninno... ecc..ecc.) ma forse, e chiudo , è una delle poche materie che senza "scarabocchiare" può risultarne difficile la comprensione... comunque è... stupenda l'armonia... non si può vivere .. senza "se il mondo potesse sentire la forza dell'armonia" mozart... m