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Marcello Rivelli

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Tutti i contenuti di Marcello Rivelli

  1. cantare le frasi..e scoprire il senso della musica, poi aggirare gli ostacoli che la chitarra si diverte a inserire tra il pensiero e la sua esplicazione... m
  2. é difficile dare delle definizioni, diciamo che è sempre in "movimento", si rigenera continuamente (o dovrebbe) in base a tutti quei fattori che concorrono a illuminare le varie zone oscure o che sono suscettibili di trasformazioni. Esiste un' "analisi", un sentire, una comprensione dello stile, del genere, della poetica e di come questo viene filtrato dalla nostra personalità ma l'idea che sia tutto fatto a tavolino..non mi piace molto, io, in modo anti-professionale per un concertista, mi capita di cambiare anche le diteggiature in concerto se "sento" al momento nuove "strade..insomma l'interpretazione è come la vita, dovrebbe "muoversi" sempre e mai stagnare... m
  3. Non deve per forza essere l'unica verità, ovvio, ci mancherebbe ma mi piace l'idea metaforica che questa possa avvenire davvero, quasi come "seguire" un qualcosa che sia già implicito in partenza, nella sua totalità. Un pò come nell'interpretazione, una "libertà" creativa che si muove entro quei binari stilistici e che con la musica (arte del tempo) si creano attimo per attimo non potendo poi più modificare...nell'esecuzione) era solo una lettura "ritrovata".. e comunque a me piace Hindemith stavo speculando sulla "Grundgestalt" di Schonberg e ho ri-trovato queste pagine...(nel testo d David Epstein Al di là di Orfeo).. e poi io sono un idealista-sognatore (anche se non è di moda) quindi mi piace l'idea... con simpatia m
  4. rispolverando il mio amato Schoenberg per alcune mie "meditazioni" sulla musica ho ritrovato queste righe e che mi hanno ricordato alcuni post apparsi su questo forum sull'argomento del come si compone un brano..(o si dovrebbe).. in questo caso è Hindemith a..parlare: "Tutti conosciamo l'impressione provocata dall'abbagliante guizzo di un fulmine nella notte. Per il tempo di un secondo vediamo un ampio paesaggio, non solo nelle sue linee generali, ma anche nei minimi dettagli [...] Le composizioni debbono essere concepite nello stesso modo. Se non si è in grado, nel guizzo di un singolo momento, di vedere una composizione nella sua assoluta totalità, con ogni dettaglio pertinente al suo posto, non si è realmente creatori. [il vero creatore] non solo avrà il dono di vedere-illuminato nel'occhio della mente da qualcosa di simile al guizzo di un fulmine-una forma musicale completa (anche se la successiva realizzazione in un'esecuzione potrebbe richiedere tre ore o più); egli avrà l'energia, la costanza e l'abilità di dar vita a questa intuizione formale, cosicchè, perfino dopo mesi di lavoro, nessuno dei suoi dettagli sarà andato perduto e non sarà rientrato nel suo quadro foto-mentale. [...] Durante l'elaborazione dei suoi materiali egli avrà sempre davanti all'occhio della sua mente l'intero progetto. Durante la stesura di sequenze melodiche o armoniche egli non deve selezionarle arbitrariamente, deve soltanto completare ciò che è richiesto dalla totalità che ha concepito. Questa è la vera ragione del litigio, apparentemente pi che filisteo, di Beethoven con il suo materiale: un desiderio non di migliorare o di cambiare ogni Einfall (idea) ma di adattarla alle inalterabili necessità di una totalità predeterminata. [...] (Paul Hindemith, A composer's World, pp. 70-72) carino..vero? m
  5. Non sono domande liquidabili in due secondi e in poche righe, in effetti ma sicuramente interessanti. l termini "tavolino" e "improvvisate" mi danno però la sensazione che un interpretazione sia una specie di lotteria, mentre io penso che sia un percorso infinito che si trasforma per tutta la vita, in base alle conoscenze che acquisiamo e che la nostra sfera "artistica" ci permette di cogliere (se l'abbiamo in noi) purchè ci sia alla base una coscienza di percorso e di ricerca di quei parametri o meglio della poetica di un autore che faccia in modo di svelare, illuminare quei lati propri di ogni opera, e ognuno deve (dovrebbe) contribuire a questo, altrimenti siamo in presenza di ottime esecuzioni "standardizzate" e sorrette da buoni meccanismi tecnici che prendono il posto della verità artistica...(cosa sempre fondamentale e al primo posto) ma... uno su tutti..quanti sono i musicisti (chitarristi) che si pongono il problema di come suonare un dato passaggio con il giusto "suono"...? mi spiego, una volta che il passaggio è a posto dal punto di vista ritmico, melodico, armonico, dinamico ecc..ma il suono (essenza di ogni musica) siamo sicuri che sia quello giusto? quante energie vengono spese in questo senso..? cosa significa modernizzare? certo esiste la filologia..ma quando suoniamo Bach sulla chitarra ad esempio? abbiamo due strade o...smettere! e potrebbe essere una soluzione e lasciarla agli strumenti con cui Bach ha "pensato" di scrivere..o pensare che Bach forse era un musicista cosmico e i suoni che aveva a disposizione a suo tempo erano solo un "mezzo" ma che la sua musica viaggia oltre tutti questi limiti e allora se ne possediamo la vera essenza, la sua poetica..forse riusciamo a suonarla anche su....un ocarina? forse ciò che conta è la verità artistica di chi suona... non ti è mai capitato di tornare a casa dopo un concerto e dire...semplicemente...: bello, perfetto, impeccabile, neanche uno sbaglio, suono potente, ...peccato che mancava una sola..cosa... la poesia!.... m
  6. Più che improvvisazione c'è una percentuale di creatività (o perlomeno è auspicabile) ma che trae origine dalla piena coscienza dello stile e della poetica dell'autore che si sta interpretando.. poi come la tecnica dovrebbe essere annullata nel gesto sonoro, senza pensare più ai meccanismi tecnici, la musica dovrebbe scorrere come se chi suona fosse il primo ascoltatore...e non l'esecutore preoccupato di guidare la ..macchina... io credo che il testo musicale sia il punto di partenza e di arrivo dove sempre si ..ritorna.. e la creatività sta nel vedere realmente la musica come è scritta... spesso non è cosi nell'ascoltare le esecuzioni..un parametro su tutti, come esempio, spesso non mi trovo in accordo con lo stacco dei tempi di molte composizioni per chitarra..che fanno diversi interpreti.. quanto di "personale" c'è in questo e quanto invece dovrebbe essere percepito dalla vera natura dell'andamento della musica?..è difficile essere "puri"..ma il rischio al massimo è di essere degli ottimi esecutori e..io mi chiedo spesso quanti siano realmente in grado di capire dove inizia la vera interpretazione e dove invece finisce l'ottima esecuzione...mi ricorda un "problema" molto simile a quello del compositore..non basta scrivere la musica per esserlo..giusto? quindi se non vado errato: non basta eseguire tutte le note (anche senza sbagliare) per essere un interprete..giusto?... p.s. per quanto riguarda la paura del pubblico non ho ben compreso la tua domanda..comunque è smpre meglio essere giudicati per le proprie idee che per quelle degli altri magari non condivise..quindi...non mi pong il problema personalmente..anche perchè spesso i miei programmi non sono cosi di..."massa".... con simpatia... mr
  7. Si Giorgio, ricordo che ci fu segnalato da Fabio Selvafiorita, testo interessante che svela molte curiosità. Se fai una ricerca, ricordo che anche AG segnalo una serie di libri fondamentali al riguardo o più propriamente dei link. buon inizio d'anno (scolastico e artistico ) mr
  8. Puoi dare un'occhiata all'antologia di musica antica in quattro volumi edita dalla Suvini Zerboni a cura di Ruggero Chiesa e nello specifico (se ricordo bene) il terzo volume ha dei brani di Dowland fattibili per il compimento inferiore ma anche di altri autori... m
  9. Intendi questo Giorgio? spero che si visualizzi il file allegato o che non sia grande quanto una casa.....non sono molto bravo con queste cose... saluti marc
  10. Come hai fatto con Alba di Hans Haug a..suo tempo? e immagino chissà quante altre volte... m
  11. ah si, secondo tempo dell' op.13? E che ne dici Alfredo dello studio di Sor op.31 n.16 in Re min...tutto dire la tonalità... (alias versione Segovia n. VIII? non ricordo bene) suonato all'organo con tanto di pedaliera a mò di Corale figurato Bachiano?..grande no? ..ah la chitara!!!(come dicono a roma!) ... m
  12. bello Mendelssohn, le "romanze senza parole".. alcune vicine alla "chitarra" la n.9 op-30 n.3 in mi magg. (fantastica) nella sua apparente semplicità.. Ed il bellissimo e splendido I tempo della Fantasia op. 7 di Sor in Do minore? si può fare un lavoro di orchestrazione "al contrario"...immaginare gli strumenti che suonerebbero, con quel bellissimo contrasto sonoro delle prime frasi...ed il resto... si può suonare tutto ciò senza aver conosciuto una sinfonia?... m
  13. e..che dire del secondo tempo della Sonata op.15 di Mauro Giuliani...? non si sente il Grande B...nell'aria...? m
  14. Le "quinte" :)sono solo un precetto che i compositori "pratici" evitavano per via dell'impoverimento che causava nella "resa sonora"..un coro a quattro parti se realizzava due ottave e/o due quinte automaticamente perdeva la sonorità...pastosa (riducendo di colpo le parti da 4 a 3 o due..) che si ottiene con consonanze diverse come le terze,seste..ecc... gli esercizi "pratici" devono diventare conseguenza del pensiero musicale..prova a "perdere tempo" nell'assimilare le cose che scrivi sforzandoti di immaginare le sonorità prima di scriverle con la..matita... (orecchio interiore) e allora le regole avranno "anche" un significato.... comunque in questo, il pianoforte aiuta un "tantino" nel visualizzare la scrittura con i suoi "modelli" armonici già..corretti...almeno fino a che non si proverà la soddisfazione di scrivere un basso imitato e fugato (o del contrappunto) a letto alle 23.00 solo con carta e penna e "ascoltando" i suoni fuoriuscire dal "quaderno"... :) vera soddisfazione di colui che...scrive..(siano essi esercizi o ancor meglio composizioni vere)... m
  15. E' una storia lunga... di riprese e lasciti continui..dovuti alla chitarra. In pratica ho iniziato studiando violino e composizione e dopo tre anni passai allo studio della chitarra...cosa che a volte mi chiedo se abbia fatto bene a fare, non per il mio non-amore per la chitarra e la sua musica (la musica appunto) ma un pò per l'ambiente e per i "chitarristi" (ovviamente non tutti) che amano un pò troppo le unghie, le corde, "quanto fanno a litro" e cose del genere invece di preoccuparsi se il timbro o suono del tale accordo o frase sia in stile o corretto all'espressione voluta dal compositore... comunque per non tediarti, ora ho ripreso da "studente" e sono iscritto al VI corso in Conservatorio (avevo fatto in gioventù il compimento inferiore) e cosi mi sono deciso dopo una serie di studi privati a concludere questo studio tormentato della composizione che spesso mi ha portato sulla strada di lasciare la chitarra, ma ripeto non dal mio cuore ma da quello dei direttori artistici e del pubblico che si esalta a quello che sai ..immagino..e non a Wolfango Dalla Vecchia, a Wilson o cose simili... peggio per loro non sanno cosa si perdono.... comunque è il mio investimento per la "vecchiaia" devo..scrivere un requiem su testi di Rilke e un quartetto d'archi e poi..sarò in pace con me stesso...perchè con la chitarra sono abbastanza sereno..se sono riuscito a fare due prime mondiali nel 2002 vuol dire..che ho ancora ragione... ... bene..studia la "musica" Vladimir, non preoccuparti non può farti che bene.. quando finii l'accademia con il Magister..immagino che tu sappia di chi parlo...gli chiesi e..ora che faccio? e Lui..beh ora studi la musica!.. e cosi da allora faccio solo questo.... buona serata.. m
  16. No Maestro, è stato chiarissimo il suo post (e spero anche il mio), sono io che ho approfittato "di traverso" della sua, come ho scritto, lodevole iniziativa per lanciare un sasso nello stagno a tutti coloro che pensano di poter suonare la chitarra guardando solo la buca (l'ombelico del mondo) del loro strumento e dimenticando che ogni nota scritta su di una partitura può essere "simile" in un altra dello stesso autore (quando capita) o di autori "simili" per periodo storico e stilistico...insomma... come dicevo credevo che fosse già stata messa in atto "questa" rivoluzione...ma forse...sono troppo ottimista...o troppo "vecchio"... con simpatia... p.s. conosco benissimo il suo valore didattico e concertistico da..anni...dai tempi dello studio di Gilardino dedicato a Lei..(ero allievo della scomparsa Griselda Ponce de Leon.. da cui mi rifugiai per studiare scappando dal conservatorio in attesa di studiare con il M. Gilardino.... non mi sarei mai permesso di criticare Lei ma i chitarristi che si esaltano solo con "La Catedral" senza conoscere....altro...e pensando appunto di poter suonare Giuliani senza aver mai sentito magari..Beethoven o..altro..(infatti si..sente quando succede)..mi è solo venuto da sorridere quando ho iniziato a leggere i post posteriori e....mi sono chiesto se davvero qualcuno crede o pensa che si possa suonare la chitarra in uno scompartimento chiuso..tutto qui...leggendo alcuni post si aveva questa sensazione.... con simpatia mr
  17. scusate...solo questa mattina ho letto il post del maestro Bonaguri (per via di una intensa settimana in auto...e fuori casa..che non interessa nessuno ovviamente).. senza ironia e vi prego di non fraintendere...ma credevo che...ogni chitarrista e ancor più un insegnante desse per scontato ciò che ha detto il maestro Bonaguri...altrimenti non capisco come si possa suonare veramente la chitarra... non è forse sempre stata importante prima la musica e poi la possibilità di poterla suonare con le eventuali "dita"..? un esempio su tutti e senza offesa: è più facile suonare (imparare-assimilare) lo stile di Bach per suonarlo sulla chitarra ascoltando solo dei chitarristi o forse ascoltando la musica di Bach in generale? il preludio-fuga e allegro (tanto per citarne uno) avete presente l'allegro del concerto brandeburghese n.5? ora (con un pò di fantasia) pensate all'allegro del trittico- vi ricorda qualcosa? e allora perchè i chitarristi quando suonano questo pezzo il più delle volte si preoccupano di quanto "fanno a..litro" e si perdono la meravigliosa articolazione interna? perdonatemi, ma è stato più forte di me... benvenuta chitarra nel mondo della musica!! adesso mi spiego perchè ascoltiamo solo certi brani da vent'anni! credevo che un chitarrista avesse capito che se ascolta Mozart (con la partitura ovviamente) scopre che Sor forse è più facile suonarlo... ma forse ci sono chitarristi che riescono a suonare il loro strumento e magari non conoscono neanche un pezzo della letteratura Musicale? e adesso capisco, forse, perchè quando vinsi il concorso di musica (non di chitarra) a Roma nel lontano 1987 a Castel Sant'Angelo, dopo aver suonato Desderi e Ghedini si avvicinò un blasonato chitarrista che suonò un brano di Lauro dicendomi: come hai fattoa vincere con Ghedini? e io risposi: vedi..in commissione c'erano compositori, pianisti, direttori d'orchestra e ... no-comment... p.s. un plauso allo lodevole iniziativa del Maestro Bonaguri ma avrei voluta sentirla nel 1986....scusate ho fatto colazione e non mi hanno messo lo zucchero nel caffè..cosa di cui non posso fare a meno...insieme a Bach...non per niente lui stesso ha scritto la cantata del caffè..ne sapeva qualcosa no? vi prego, leggete e cestinate..non c'è bisogno di commenti stile telenovelas....è solo uno sguardo all'indietro...della mia gioventù...dove rompevo le scatole ai docenti di conservatorio per ascoltare le lezioni di tutte le materie tranne che nelle classi di chitarra dove al massimo vedevo cambiare le diteggiature ai pezzi e sentivo dire si fa cosi! mentre in classe di organo, canto corale, percussioni, musica da camera...ecc.. mi divertivo ad ascoltare anche chiedendo di girare le pagine--pur di restare ad ascoltare...il resto della storia c'è chi la conosce... buona giornata 2 p.s.: ora devo andare ad armonizzare un'antifona gregoriana e studiare l'organo, poi devo leggere un quartetto di Haydn al pianoforte, un pò di esercizi di contrappunto a sette voci, una fuga, e ...la sonata di Gilardino n.1 perchè è uno dei pochi pezzi che riesco a suonare sulla chitarra senza rimpiangere di non suonare un altro strumento..... censuratemi...e nessuno si offenda ma..è stato più forte di me...soprattutto dopo il post rivolto al Maestro Fabbri... mr
  18. Può sembrare una stupidaggine (ripensandoci) ma la pausa di minima con il punto fa perdere la visibilità della continuità della voce...mentre la pausa di minima e della semiminima traccia il percorso... forse è solo una mia sensazione ma..la scriverei cosi... m
  19. Al posto della pausa di tre tempi (prima del la) io userei una pausa di minima e una di semiminima, in modo da far vedere la pausa della voce superiore e nel frattempo la pausa che darà origine al La in questione, da non associarlo alla sequenza di semicrome...per il resto perfetto... mr
  20. Sì. Però non si può ignorare come come molti pensino che la grammatica sia da sola sufficiente. Quando Alfredo sostiene che "un manuale di armonia non è la quinta di beethoven, anche se dentro ci trovi tutto (o quasi) quel che serve per scriverla", mi fa capire che - secondo lui - studiata l'armonia, possiamo tutti scrivere la V di Beetho. Ma così non è all'evidenza. Non credo che Alfredo abbia voluto dire questo, io penso che stia dicendo la stessa cosa mia e che dici anche tu,che bisogna conoscere ovviamente "la grammatica" (vedi tecnica per un interprete) ma che ovviamente la differenza la fa la persona..che poi sia umana o divina..apriamo altre porte... ... almeno io ho inteso che stiamo dicendo la stessa cosa.. quelli che credono che serva solo la grammatica beh...i risultati sono sotto gli occhi di tutti no?... m
  21. giusto, infatti un manuale di armonia non è la quinta di beethoven, anche se dentro ci trovi tutto (o quasi) quel che serve per scriverla. Se fosse veramente così, avresti potuto scriverla anche tu! Scusa, in teoria dentro un manuale di armonia ci dovrebbe essere "tutto" quello che serve per scrivere, così come nelle note di una partitura, c'è tutto quello che serve per suonare la musica...il piccolo problema sta nel "vederlo"..mi sembra che si stia parlando di questo no?... se fosse un semplice problema grammaticale tutti potrebbero/dovrebbero scrivere la quinta sinfonia...come mai non avviene? per lo stesso motivo che ho detto ironicamente della differenza tra esecutore e interprete...e credimi...vincono i primi di solito in quantità.... quello che tu chiami ispirazione-intuito-idea geniale.. è un'operazione della nostra mente (chiamala come vuoi) che elabora anche le informazioni che possiede, appunto la grammatica..ma essa da sola non basta..e per fortuna direi...altrimenti... non trovi? m
  22. Interessante...ma a me ricorda lo stesso problema che ha un interprete ed un esecutore. Mi spiego. Non serve forse ad un musicista una tecnica meccanica e una musicale fuse insieme per suonare uno strumento? altrimenti se ha "solo" tecnica sarà un ottimo lettore di note ma..senza quella "poesia" che distingue un interprete da un semplice esecutore..ci siamo capiti no?.. ora, un compositore deve possedere "almeno" due tecniche: (ma è pura illusione che siano solo due), una robusta preparazione sui linguaggi compositivi sia dal punto di vista storico che artigianale e da cui dovrà trarre, dopo una "serie" infinita di esercizi (chiamasi così tutte quelle pagine che non consideriamo opere o composizioni) e - una ricerca instancabile sulla capacità di forgiare un suo linguaggio personale compositivo... che poi esso si chiami (o qualcuno vi veda) un sistema atonale-seriale-armonico e o altro....è solo una comodità per noi esseri umani per poterlo approcciare e cercare di sondare i profondi abissi che contiene..ovvio se parliamo di compositori..altrimenti..è pura grammatica, ma quella la facciamo nei corsi di armonia e contrappunto...o sbaglio? m
  23. Esistono tre versioni pubblicate dalla Zanibon: 5567-partitura 5568-parti separate (6) 5569-riduzione ch/piano nell'ultima vi è la parte staccata per la chitarra. di solito la più venduta è la terza, la riduzione, a meno che sia esaurita.... mr
  24. Io adopero da tempo tutti e tre i volumi nel mio progetto didattico, alternando e selezionando i contenuti in base alle finalità che perseguo con i miei allievi..e al loro livello, ma come ho già detto in un precedente post è un testo che utilizzo per introdurre anche a scritture più "aperte" mentre utilizzo contemporaneamente le classiche opere didattiche (Carulli, Sor....ecc...) in sintesi il primo volume contiene 41 studi, sono brani che vanno dalle 16 battute a intere pagine e oltre, in alcuni casi, il II volume ne contiene 53 ed il terzo 35 (quasi tutte composizioni brevi e medie). Il contenuto "passa" attraverso varie tipologie, studi sulle scale, sugli arpeggi ecc.. ma ciò che trovo interessante particolarmente sono gli studi basati sui modi, sul cromatismo, sui canoni, sulle melodie seriali, atonali, gli studi in duo che posso suonare con gli allievi.. insomma, tante piccole cose che riengo utili un allievo possa studiare prima di trovarle o doverle affrontare direttamente in un'opera musicale... giusto per dare una idea sommaria..elenco qualche titolo degli studi che trovo molto interessanti.. I volume: -Imitation and Conterpoint -Imitation reflected -Eight little canons -Three part Chorale -Four Chromatic Melodies -Aeolian mode -Simple Serial Melody -Atonal Melody (after Schonberg, op.23) oltre ai "classici" studi sugli arpeggi, legature, scale, armonici...ecc... II volume: (sempre a mio gusto e parere personale, tralasciando ciò che ritengo "normale" come studi sul tremolo, arpeggi, bicordi ecc...) carino il -Bitonal Canon -Suite n.1: Organum (medieval music harmonised in fifths) Arpeggiato Canto (bello..) Danza Suite n.2: Glissando and barrè De Angelis (from a plainson- the melody is the Kirye ot the "De Angelis" mass) Wandering tonalities Chromatics più alcuni brano in duo interessanti più una suite sempre per due chitarre.. III volume: -Ricordo di Luigi DallaPiccola -Artificiali Harmonics-Chromatics (Webern series op.17) -Ostinato -Three inventions to John Cage più altri brani per due chitarre... insomma non dà certo una reale visione del contenuto mancando la..musica...ma fa tanto ma tanto bene... considerando poi che l'edizione in mio possesso porta la data del 1979...beh...sarebbe ora almeno di sapere che esiste non trovate? provare per..credere... buona musica mr
  25. Prima le "fonti"...poi se hai tempo e voglia ne consulti più che puoi e alla fine..fai la tua trascrizione... m
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