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Ciò non toglie che potremmo avere un bagaglio di regole davvero notevole, pur senza arrivare a maturare nessuna idea apprezzabile.

Ciao e grazie.

 

Si, questo è altrettanto vero.

Lo dimostra la storia della musica, fatta da compositori molto disuguali sul piano delle conoscenze teoriche "oggettive"; e non sempre ciò che ha acquistato fama durevole è frutto di compositori accademicamente ineccepibili.

Un compositore deve necessariamente avere la padronanza dei linguaggi che utilizza per poterli sfruttare al massimo grado, deve saper scegliere, deve essere ispirato, deve fare tesoro delle critiche altrui impedendo che queste lo distolgano da ciò che si è prefisso, deve avvertire la necessità di non poter fare altro, deve avere il coraggio di ascoltare le cose più segrete.

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Le stavo solo dando l'opportunità Maestro Gilardino a lei di spiegare, per far capire e comprendere meglio anche agli altri utenti del forum, su a che scheletro vengono appoggiate le sue idee.

 

Ho fatto una scommessa a me stesso : voglio vedere se capendo la struttura riesco a far si che anche le idee mi sembrino belle.

 

Se io dico non mi piace e un altro mi giudica e dice che non so come è composto, quell'altro ha ragione perchè effettivamente non conosco le regole compositive.

 

Ma se io dico (conoscendo la struttura) : "non mi piace" , allora quel non mi piace assume via definitiva perchè fondato anche da una base conoscitiva della cosa.

 

 

Qua ognuno va per la sua !!! Io sto solo dicendo che la musica contemporanea mi risulta talmente difficile e pesante che parto dal presupposto di essere cretino nel non capirla. Più di così ............

 

Per quello chiedo che struttura ossea la porta. Voglio vedere ripeto se capendo la struttura riesco a far diventar belle anche le idee.

 

Ok ? punto.


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No, Alfredo, la regola grammaticale non "formula" l'idea, ma la "comunica"; l'idea deve esserci già prima!

Quando, poi, l'idea è una emozione, evidentemente, riposa nel cuore.

 

ok.

fammi il nome di un compositore che non esprime le proprie idee attraverso la grammatica della musica.

 

Perché dovrei? se ho detto che: "la regola grammaticale non "formula" l'idea, ma la "comunica"; l'idea deve esserci già prima!", la tua domanda non è pertinente.

Dovresti semmai porla a coloro che, di fronte ad una opera d'arte, cercano le asserite regole con le quali è stata composta, invece di apprezzarne l'idea che comunica. A quelli che si illudono, solo per il fatto di conoscere le regole, di poter fare buona musica.

 

Siccome quasi tutte le idee della musica colta non mi comunicano nulla, vorrei una comunicazione dalla regola grammaticale se è possibile e se conoscete la risposta. 8 pagine senza una spiegazione al dettaglio .........è assurdo.

 

Infine ricordo che certe persone provano emozioni anche con una virgola o una parentesi !!!

 

Debonis, in questo momento non stiamo parlando di Dio !!! Ma di "strutture ossee umane" per simboleggiare ciò che regge non ciò che ispira !


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Inviato
Le stavo solo dando l'opportunità Maestro Gilardino a lei di spiegare, per far capire e comprendere meglio anche agli altri utenti del forum, su a che scheletro vengono appoggiate le sue idee.

 

Posso assicurare che, nel mio linguaggio musicale, un'espressione corrispondente a quello che è nel linguaggio parlato "su a che" non troverebbe mai posto.

 

Mi scuso per aver colto solo molto tiepidamente l'opportunità che mi è stata offerta. Un forum non è un luogo per conferenze sulla propria musica.

 

 

Ho fatto una scommessa a me stesso : voglio vedere se capendo la struttura riesco a far si che anche le idee mi sembrino belle.

 

 

Così come si impara a suonare, si impara anche ad ascoltare, e si migliora la propria comprensione di ciò che si ascolta (o si legge).

 

Se io dico non mi piace e un altro mi giudica e dice che non so come è composto, quell'altro ha ragione perchè effettivamente non conosco le regole compositive.

 

Ma se io dico (conoscendo la struttura) : "non mi piace" , allora quel non mi piace assume via definitiva perchè fondato anche da una base conoscitiva della cosa.

 

 

Definitiva non direi. Chi è in grado di capire una costruzione può spiegare come e perché non gli piace, ma non dovrebbe attestarsi sulle sue posizioni presumendo che siano definitive. Un vecchio adagio

dice che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Per stare nel piccolo mondo della chitarra, Segovia emise giudizi incineranti sulla musica di Villa-Lobos, ma, nel tempo, ebbe modo di correggerli e scrisse, per la pubblicazione dei Dodici Studi, una prefazione lusinghiera. Era un voltagabbana, una banderuola, un opportunista? No, era un uomo che stava seguitando una sua ricerca e, nelle varie tappe della medesima, ebbe modo di cambiare opinione su parecchi argomenti (naturalmente, questo accadde perché era una persona di somma intelligenza).

 

dralig


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Le stavo solo dando l'opportunità Maestro Gilardino a lei di spiegare, per far capire e comprendere meglio anche agli altri utenti del forum, su a che scheletro vengono appoggiate le sue idee.

 

Posso assicurare che, nel mio linguaggio musicale, un'espressione corrispondente a quello che è nel linguaggio parlato "su a che" non troverebbe mai posto.

 

Mi scuso per aver colto solo molto tiepidamente l'opportunità che mi è stata offerta. Un forum non è un luogo per conferenze sulla propria musica.

 

 

Ho fatto una scommessa a me stesso : voglio vedere se capendo la struttura riesco a far si che anche le idee mi sembrino belle.

 

 

Così come si impara a suonare, si impara anche ad ascoltare, e si migliora la propria comprensione di ciò che si ascolta (o si legge).

 

Se io dico non mi piace e un altro mi giudica e dice che non so come è composto, quell'altro ha ragione perchè effettivamente non conosco le regole compositive.

 

Ma se io dico (conoscendo la struttura) : "non mi piace" , allora quel non mi piace assume via definitiva perchè fondato anche da una base conoscitiva della cosa.

 

 

Definitiva non direi. Chi è in grado di capire una costruzione può spiegare come e perché non gli piace, ma non dovrebbe attestarsi sulle sue posizioni presumendo che siano definitive. Un vecchio adagio

dice che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Per stare nel piccolo mondo della chitarra, Segovia emise giudizi incineranti sulla musica di Villa-Lobos, ma, nel tempo, ebbe modo di correggerli e scrisse, per la pubblicazione dei Dodici Studi, una prefazione lusinghiera. Era un voltagabbana, una banderuola, un opportunista? No, era un uomo che stava seguitando una sua ricerca e, nelle varie tappe della medesima, ebbe modo di cambiare opinione su parecchi argomenti (naturalmente, questo accadde perché era una persona di somma intelligenza).

 

dralig

 

"su a che" è un errore grave grammaticale moderno e decadentista, ma vedrà che col tempo la gente cambierà idea e diventerà una nuova forma grammaticale :lol::lol::lol:

La mia era una forma poetica futurista :lol::lol::lol::lol::lol:

 

Scherzi a parte ha ragione :lol::lol::lol: .........è vero che le persone possono cambiare idea ma quello che dico io è riferito anche (tolto quest'anche resta che ha ragione) a certi utenti che mi hanno detto che non ho gli strumenti per capire la musica colta. Ovviamente so anche io che si può cambiare idea da un momento all'altro..

 

Il fatto è che non so come mai certe idee mi sembrano belle da subito (anche di compositori classici intendiamoci........La Cathedral di Barrios mi fa sclerare tanto è bella) e certe altre devo capire la struttura per vedere se mi sembrano belle o no.

Anche la sonata del Guadavir e Noche oscura come dicevo all'inizio del topic mi sembrano diverse da altre nel senso che l'idea delle composizioni citate viene gustata al momento proprio come per la cathedral.

 

Mettiamoci anche il volo del arbatro che si sente nel sito di Porqueddu (quella è bella).


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"su a che" è un errore grave grammaticale moderno e decadentista, ma vedrà che col tempo la gente cambierà idea e diventerà una nuova forma grammaticale :lol::lol::lol:

 

 

Il decadentismo ci ha dato pagine di poesia e di prosa sublimi, e non c'entra niente con gli errori di ortografia e di grammatica, che riflettono invece quella che Pier Paolo Pasolini chiamava "degradazione antropologica del popolo italiano".

 

 

 

 

 

Il fatto è che non so come mai certe idee mi sembrano belle da subito (anche di compositori classici intendiamoci........La Cathedral di Barrios mi fa sclerare tanto è bella) e certe altre devo capire la struttura per vedere se mi sembrano belle o no.

 

 

"La Catedral" è un buon pezzo (piaceva anche a Segovia), ed è normale che piaccia fin dal primo ascolto. Altri pezzi, ancora più belli ma più complessi, richiedono, per essere apprezzati, un livello di ascolto più raffinato: si affretti a raggiungerlo, così potrà usufruire dell'immenso privilegio che si guadagna imparando ad ascoltare, oltre che "La Catedral", anche i quartetti di Bartok. Così vedrà che al bello non c'è limite. La ricetta su misura per Lei? Eccola: tutto il tempo che dedica a scrivere al forum di chitarra messaggi con strafalcioni "decadentistici" o "futuristici", lo trascorra invece davanti al Suo apparecchio ad alta fedeltà e scriva solo un messaggio la settimana, breve, in cui riferirà i risultati dei Suoi ascolti: d'accordo? Allora, aspetto. Per cominciare, Debussy: tutto quello che trova in dischi con "scritto sopra" (un po' di decadentismo me lo concedo anch'io) Debussy, Lei lo ascolta tre o quattro volte. Ci risentiamo venerdi prossimo e, da qui ad allora, niente messaggi, intesi?

 

 

 

Anche la sonata del Guadavir e Noche oscura come dicevo all'inizio del topic mi sembrano diverse da altre nel senso che l'idea delle composizioni citate viene gustata al momento proprio come per la cathedral.

 

 

In un messaggio precedente, il Guadalquivir era diventato Guadaquivir ("al" è importante nelle parole in lingua spagnola, perché riporta davanti a un nome l'articolo "al" della lingua araba "Guad Al Quivir"), adesso si è ristretto fino a diventare Guadavir: di questo passo, me lo prosciuga, e spiazza la mia Sonata, che evoca un fiume, non un deserto. Le parole hanno un grande valore, sono belle: impari a rispettarle, non pensi che scriverle in qualche modo, storpiandole, sia indizio di disinvoltura - "tanto si capisce lo stesso" -, è invece indizio di superficialità, di pressapochismo e, in certi casi, di volgarità. Impari a scrivere bene, con pulizia, con precisione: fa parte dello stesso processo che La condurrà a capire meglio le musiche che ora non capisce. Scriva un messaggio al mese, ordinato, non tre al giorno, caotici. Si conceda questo credito.

 

 

 

Mettiamoci anche il volo del arbatro che si sente nel sito di Porqueddu (quella è bella).

 

Il "volo dell'arbatro" non è, come sembrerebbe se fosse così intitolato, una variante ammosciata de "il volo del calabrone", è uno studio da concerto che s'intitola "Elogio di un albatro". Per capirlo bene, legga una pagina tratta da "Moby Dick" di Herman Melville, nella quale il protagonista-narratore, il giovane marinaio Ismael, racconta del suo primo incontro con l'albatro, il grande uccello dei mari, e dei sentimenti che questo evento suscita in lui. E' una pagina meravigliosa, di una bellezza dantesca, e lo studio per chitarra intitolato "Elogio di un albatro" è stato scritto come una cortina sonora intorno alle parole di Ismael.

 

Nel suo "Concerto dell'albatro", Giorgio Federico Ghedini, il grande compositore piemontese della prima metà del Novecento, musicò quella pagina (nella traduzione di Cesare Pavese) per voce recitante, trio di violino, violoncello e pianoforte e orchestra.

 

Riascolti il pezzo per chitarra dopo aver letto Melville, poi, se vorrà, ne riparleremo.

 

dralig


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Nel suo "Concerto dell'albatro", Giorgio Federico Ghedini, il grande compositore piemontese della prima metà del Novecento, musicò quella pagina (nella traduzione di Cesare Pavese) per voce recitante, trio di violino, violoncello e pianoforte e orchestra.

 

 

 

Cuneo è un ameno paesello del XII secolo.

Cinquantacinquemila abitanti, e una Fiera del Marrone.

 

Cuneo, la città fondata sui marroni.

 

 

Però vi nacquero Ghedini, Galimberti e Odifreddi.

Strano...


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Cuneo è un ameno paesello del XII secolo.

Cinquantacinquemila abitanti, e una Fiera del Marrone.

 

Cuneo, la città fondata sui marroni.

 

 

Però vi nacquero Ghedini, Galimberti e Odifreddi.

Strano...

 

Sulla grandezza del primo, non corrono dubbi. Il secondo fu un eroe della resistenza. Il terzo è un grande di cui Cuneo debba fregiarsi? Me ne sfugge il motivo.

 

Nella provincia cuneese, nacque, visse e morì Matteo Olivero, sicuramente un assai ragguardevole artista.

 

dralig


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Beh, un importante matematico.


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Ma come si fa a dimenticare il verbo?

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