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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Francisco Tárrega e attribuzioni di repertorio


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E' tutto chiaro....

State processando il binomio Gangi/Carfagna responabili della falsa attribuzione di alcuni brani a Tarrega....

A me non risulta che la cosa si andata proprio come la dipingete....comunque....

fate vobis!!

Chitarristologi, altro che musicologi....

 

Mah!!

 

A Lei come risulta sia andata ?

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Dralig si è svegliato solamente ora dal suo "torpore" riguardo a tutto ciò? E per quali oscuri e reconditi motivi?...

 

 

Torpore? No, era indifferenza e caritatevole silenzio.

I motivi oscuri e reconditi? La decenza.

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Preludi con temi ispirati o presi da altri compositori non le definirei propriamente 'false attribuzioni' che in musicologia, come in filologia, sono ben altra cosa....

Ciao gigi.

Sinceramente non capisco perché ti stia inerpicando in questa inutile polemica. ;):D

Giusto per rimanere a ciò che dici, un "tema" ispiratore è tale se vi è poi uno sviluppo o un'elaborazione, e una citazione ("temi...presi da altri compositori") è tale se è inserita in un contesto, altrimenti stiamo parlando solo di ciò che oggi definiremmo un banale copia-incolla, magari con qualche nota in meno, ché la chitarra non può suonare tutto.

 

Per fare queste considerazioni non bisogna certo essere dei musicologi, ma basta una preparazione musicale media, da studente dei primi anni di conservatorio.

Difatti fu proprio quello che pensai allorquando, nel mio secondo anno di studio, iniziai a leggere "tutto Tarrega" sull'edizione della Bèrben, alla quale sono rimasto affettivamente molto legato (che coincidenza, ho trovato un fogliettino nel libro dei Preludi sul quale avevo annotato le stesse cose che ha scritto Frédéric qui!), proprio perché era la mia prima "integrale", consultabile subito e reperibile facilmente e senza problemi nel negozio di musica vicino casa, qualità non da poco, se si pensa ai tempi di allora (cominciavano appena a diffondersi le prime fotocopiatrici, non certo ancora su carta comune, ma su carta dedicata).

 

Allora, a me, studente alle prime armi, importava abbastanza poco l'essere riuscito ad individuare dei brani che palesemente non erano di Tarrega e che erano stati riportati come tali; l'importante era avere a disposizione, per poterle leggere e studiare, tutte - o quelle che due eminenti chitarristi ritenevano tali - le opere di Tarrega.

 

In questo, e cioè nell'opera di diffusione, credo, vada considerato il grande merito di questa edizione, più che negli intenti musicologici che non mi sembra, tra l'altro, gli autori abbiano mai dichiarato aver messo alla base del loro lavoro.

Certo, col tempo poi indirizzai i miei interessi verso altre tipologie di edizioni, e non a caso fui uno dei primissimi acquirenti italiani dell'integrale di Sor e (forse) il primo sottoscrittore italiano dell'integrale delle opere di Giuliani - lo ricordo, ben 38 volumi!

 

E meno male che tutti voi affermate di essere esperti e navigati musicologi....

buona domenica

lp

Questo "tutti voi" sa un po' di questa "nuova dottrina" mediatico-politica (comunisti, toghe rosse, giustizialisti dipietrini, "tutti voi" contro "Papi" e il suo "partito dell'amore") dalla quale mi sento abbastanza lontano.

Nel mio piccolissimo - non mi ritengo certo un musicologo -, nelle mie ultime pubblicazioni, quella relativa ai 24 Preludi e Fughe di Castelnuovo Tedesco, ai Capricci di Legnani e agli Studi di Carcassi, mi sono sempre preoccupato di citare le fonti e le variazioni apportate rispetto a queste.

E tutto questo mi sembra una cosa normalissima, anche se non si è musicologi.

 

 

PS: esigo la prova del carbonio 14: il Gigi Picardi che conosco io e quello che scrive qui sono due persone differenti! :D:D:D

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Caro Magister ..come ben sai, la mia scelta e la mia coerenza è iniziata dal lontano 1986, rifiutando di suonare "El decameron negro" al mio diploma opponendovi la Ballad di Stevens scelta da me!...

Personalmente non ho nulla da perdere o nascondermi, le mie idee sono trasparenti e credo conosciute ai più, il mio peggior difetto è la testardaggine(coerenza) e la non diplomazia.

 

In due parole il mio pensiero che è esattamente quello di oltre 20 anni fa.

Se i moderatori ritengono sia OT possono tranquillamente cancellare...

 

Non credo che le ultime trovate "geniali" (a parer loro) di alcuni (che stanno diventando molti) possano risollevare i problemi che affliggono in generale la cultura e di conseguenza la musica, cioè portare un'immagine surrogata del nostro strumento ai più?! A cosa serve fare un concerto per 20.000 persone allo stadio se la musica che si suona per chitarra non è...per..chitarra?

C'era già arrivato Pat Metheny no? non mi sembra per niente geniale!

Lui scrive un repertorio in cui usa anche il suo strumento ma la chitarra classica, forse..ha un suo repertorio è una modalità esecutiva ben precisa! e mi riferisco alla tipologia di ascolto e alla poetica ed estetica in cui nasce il suo repertorio.

Se vengono a mancare questi presupposti, tanto vale non chiamarla più chitarra! Infatti mi sembra di capire che alcuni vogliono raggiungere l'obiettivo di "quotare in borsa lo strumento" ma non di accrescere o far conoscere il "repertorio" dello strumento (leggasi sempre chitarra classica).

 

Caro Marcello, non posso non condividere il tuo pensiero: il repertorio, unico aspetto che concretamente potrebbe sancire una sorta di nuova renaissance della chitarra è, molto spesso, l'ultima preoccupazione di molti sedicenti chitarristi... ammesso che la sua analisi occupi davvero posto nelle loro scelte artistiche. Ci sono illustri testimoni di situazioni imbarazzanti: professionisti che giudicano la Sonata di José un "brano senza capo né coda", concertisti che commentano la Sonata di Desderi come "un branno inutile, di cui non si sentiva la mancanza", salvo poi far sì che i loro allievi suonino Koyunbaba al concerto di laurea, o qualche trascrizione di Zucchero Fornaciari nei concerti di fine anno del conservatorio... quegli stessi allievi che, in possesso di una laurea di secondo livello, non sono in grado di distinguere una terzina di crome da una quartina di semicrome... quegli stessi allievi che cercano con affanno i biglietti per assistere ai concerti di Dyens e trovano poco interessanti le incisioni del duo Maccari-Pugliese... quegli allievi che suonano un tema monodico lasciando che le note risuonino l'una sull'altra... quegli allievi che pensano sia innovativo e "in" proporre Paganini in veste techno/prog/dance... Nulla importa della chitarra (se non avere una chitarra che suoni da sola... e che immancabilmente non trovano mai... e non la trovano per colpa dei liutai... e mi fermo!)... l'unica cosa che desti vero interesse sono i soldi: né più né meno che un ben più dignitoso impiego in un ufficio postale.

 

Altra domanda:

Perchè un chitarrista soffre le pene dell'inferno a suonare il repertorio di qualità e deve e cerca cose che a mio parere il cestino dell'immondizia è il luogo più appropriato e indicato per tali cose?...

 

[...]

 

Non sarà che il problema "forse" consiste che il repertorio per chitarra (classica)-perdonate se ripeto, ma molti dimenticano di scriverlo-non piace per primo ai chitarristi e..preferiscono o meglio tentano di suonare cose..che..vedi punto precedente forse meritano quel simpatico suono che fa il mio computer quando cestino dei documenti? (leggasi Mac)...

 

Piace... non piace... per cortesia: andresti allo stadio se non ti piacesse il calcio? E, nel caso, inizieresti a sbraitare come un ossesso sostenendo che i gestori dello stadio dovrebbero smetterla di continuare ottusamente a far giocare il calcio nello stadio, perché sarebbe meglio farci i tornei di Pallavolo? Qui è la stessa cosa: la chitarra, secondo me, non è solo quel dannato pezzo di legno: è un mondo, fatto di luci e ombre, colori e chiaroscuri ben precisi, atmosfere e sensazioni squisitamente sue. Il desiderio di imporre alla chitarra attribuzioni non sue è la smania di successo da rock-star: questo insensato desiderio di portare la chitarra al grande pubblico quando non per esso deve necessariamente essere pensata. Che senso ha una chitarra che suoni in uno stadio? E se anche ce la facesse, che cosa ci suona: Britten? Mompou? Henze? Peyrot? Perché la chitarra è questa... o lo si accetta, o ci si veste di ridicolo... e il pubblico non ci mette molto a capirlo...

 

Cerco di immaginarmi Pollini che presenta le quattro Ballate di Chopin (prima parte) e la seconda...

sette trascrizioni dalla saga di Guerre Stellari con tanto di proiezioni, luci, fumogeni e....

devo continuare?...

 

se queste persone aspirano a queste cose..non fanno prima a..cambiare strumento forse? visto che ...proprio non è la stessa cosa..?

magari suonando nella band di Vasco Rossi..cosi realizzano i loro sogni di pubblico, fama, successo e..soldi...

ma per favore..non confondiamo..la bellezza poetica di una Suite Compostelana e altre cento cose simili..con...devo dirlo?...risparmiatemi almeno questo...

 

buona domenica...

 

mr

 

p.s. un musicista di solito ha un evoluzione..il pianista smette di suonare per diventare spesso direttore d'orchestra o compositore, il violinista idem, il..chitarrista...invece?...

è preoccupato di come quotare in borsa il suo strumento?.. non fa prima a cambiare mestiere?

credevo che si passasse alla storia con l'aver raggiunto un'interpretazione di valore o lasciato nero su bianco musiche di valore... ma forse mi sono perso qualcosa...

 

 

Passare ad un altro strumento? Che futuro potrebbe avere in un altro strumento? Nell'immaginario collettivo esterno alla nicchia (nicchia, certo: non illudiamoci che il piccolo mondo degli schitarratori non sia una nicchia) della chitarra "classica", le sei corde sono quelle di Battisti o, per i raffinati, Satriani. Secondo te è più "facile" suonare le corde di nylon assecondabndo questa credenza popolare o proporre qualcosa di diverso? Dici bene: se sai proporre al pubblico le cose in cui credi, il pubblico - colto o meno - le digerisce, le apprezza, le comprende (Diamine, io ho suonato Britten, Martin e Desderi nello stesso programma ed il pubblico era entusiasta!!!)... ma non deve essere il pubblico a fare il lavoro: deve essere l'interprete... e l'interprete deve aver operato delle scelte per poterle trasmettere... e quelle traspariranno dalle sue interpretazioni, nulla più. La chitarra non ne trarrà alcun beneficio, né alcun danno: resterà lì, placida e indifferente... l'unico ad esserne danneggiato o esaltato sarà l'interprete stesso...

 

EB

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Ospite gasgas

 

Dralig si è svegliato solamente ora dal suo "torpore" riguardo a tutto ciò? E per quali oscuri e reconditi motivi?...

 

 

Torpore? No, era indifferenza e caritatevole silenzio.

I motivi oscuri e reconditi? La decenza.

 

Come è buono e caritatevole, Lei! Quanto alla decenza, non posso esprimere opinioni, corazzato come è dai suoi cani da giuardia.

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Caro Frederic non hai capito assolutamente nulla del mio intervento.

Beh , grazie! La prossima volta domandati se per caso non sei tu che ti sei spiegato in modo generico.

Io riportavo semplicemente quello che mi è stato riferito da uno dei due autori, ossia il Maestro Carlo Carfagna.

Non sapevo tu fossi il portavoce del M° Carfagna. Ne prendo atto.

L'epoca delle pubblicazioni cui mi riferivo non era quella di Tarrega, ma quella in cui operarono i maestri romani quaranta anni fa!

La mia mente, quando tu citavi edizioni spagnole, è subito andata alle prime edizioni, perchè normalmente si cerca di risalire alle edizioni più vicine all'autore. Io quindi pensavo ai 48 titoli che Tarrega pubblicò in vita e alle edizioni di Idelfonso Alier pubblicate tra il 1909 e il 1920.

Successivamente (anni 30) gli stessi titoli vennero pubblicati da Union Musical Espanola e nella Biblioteca Daniel Fortea. Le edizioni Union Musical Espanola che ho potuto verificare, il più delle volte sono uguali alle prime edizioni antiche: certe volte sono realizzate con le stesse lastre, altre volte sono reincise con una buona fedeltà. Non altrettanto si può dire delle pubblicazioni della Biblioteca Fortea che alterano deliberatmente i testi originali. Oltretutto sono edzioni che hanno un aspetto così palesemente dilettantesco da rendere incredibile che qualcuno abbia potuto pensare di utilizzarle come base per una nuova edizione, anche 40 anni fa. E poi quello che hai scritto tu implica che i curatori abbiano fatto una revisione della revisione.

I maestri romani fecero infatti una "raccolta", se vuoi anche abbastanza eterogenea di materiale edito, fra questo vi erano sia pubblicazioni spagnole ottocentesche che altre posteriori.

Non esistono edizioni ottocentesche di Tarrega: curiosamente egli pubblicò il suo primo brano nel 1902.

Naturalmente revisionarono tutto il materiale secondo le loro personali logiche musicali (diteggiature, correzioni di note etc.), come è normale che avvenga in qualsiasi lavoro di revisione, senza però inventarsi assolutamente nulla!!

Non ne dubito, il lavoro, ad un confronto con le antiche edizioni, è essenzialmente sottrattivo (mi riferisco all'agogica, alla dinamica etc ).

Quindi evidentemente esistevano delle pubblicazioni spagnole, non so di quali case editrici e periodi, perchè non ho avuto modo di visionarle, che riportavano quelle attribuzioni di cui si sta tanto parlando.

Non mi azzarderò a chiedere una prova al carbonio 14: mi basterebbe qualche fotocopia che me lo dimostri. "Evidentemente" a me non basta.:lol:

Ora ripeto, è quanto mai singolare tutto questo "tardivo" accanimento intorno ad una pubblicazione su cui gli autori hanno iniziato ha lavorare più di quaranta anni fa...

Dralig si è svegliato solamente ora dal suo "torpore" riguardo a tutto ciò? !

Dralig, come me e come Lucio e tanti altri, aveva già tutto chiaro da anni. E' stato sollecitato a parlare dal signor Gasgas e dalle succulente affermazioni di Mercurio. Doveva tacere? Perchè?

E per quali oscuri e reconditi motivi?...!

Dietrologia: lascio questo sport a te e a Gigi, dato che sembrate praticarlo con un certa assiduità.

E' stato chiesto ai maestri di intervenire, di "giustificare il loro operato, ma a parte il fatto che Mario Gangi ha 87 anni e oltre ha non godere di buona salute non usa neanche il computer, Carlo Carfagna, che invece il pc lo usa benissimo non ha assolutamente nessuna voglia di intervenire, pur avendo tutta la documentazione relativa a quei lavori e potendo spiegare la genesi degli stessi, su un aggressione assolutamente gratuita e pretestuosa!

Roberto Fabbri

Peccato che il M° Carfagna non voglia dire la sua. Io se avessi da spostare la resposabilità di false attribuzioni sulle le mie fonti non ci penserei due volte. Meglio essere sospettati di non aver controllato fino in fondo le mie fonti (con tutte le attenuanti che ciò comportava alla fine degli anni '60) oppure è meglio essere sospettato di non aver riconosciuto il tema della Fantasia op.7 si Sor e qualche frammento della Fuga BWV 1001 di Bach?

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Altra domanda:

Perchè un chitarrista soffre le pene dell'inferno a suonare il repertorio di qualità e deve e cerca cose che a mio parere il cestino dell'immondizia è il luogo più appropriato e indicato per tali cose?...

 

[...]

 

Non sarà che il problema "forse" consiste che il repertorio per chitarra (classica)-perdonate se ripeto, ma molti dimenticano di scriverlo-non piace per primo ai chitarristi e..preferiscono o meglio tentano di suonare cose..che..vedi punto precedente forse meritano quel simpatico suono che fa il mio computer quando cestino dei documenti? (leggasi Mac)...

 

Piace... non piace... per cortesia: andresti allo stadio se non ti piacesse il calcio?

 

 

Trovo invece la riflessione di Marcello pertinente, se non fondamentale.

Solleva una questione sottovalutata.

Una buona percentuale di chi si iscrive ad un corso di chitarra "classica" lo fa avendo in mente altri repertori rispetto quelli che invece si ritroverà ad affrontare. Probabilmente tutti quei repertori riconducibili al bagaglio culturale del perfetto tangueros.

 

Fabio, mi sono reso conto di essermi espresso un pò male: scondo me Marcello ha toccato uno dei (se non IL) punti cruciali della faccenda... e ce ne rendiamo conto quotidianamente...

 

EB

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Come è buono e caritatevole, Lei! Quanto alla decenza, non posso esprimere opinioni, corazzato come è dai suoi cani da giuardia.

 

Ha ragione, sono buono e caritatevole. Dieci anni fa, quando feci pubblicare le "Variazioni" di Respighi, un signore de Roma rilasciò a "Seicorde" un'intervista nella quale, oltre a elogiare i "Cinque pezzi brevi" di Frank Martin (cinque), dichiarava che il brano - mandato alle stampe da Ricordi con cinque - queste si, cinque per davvero - certificazioni di autenticità - era un falso. Sarebbe stato facile rispondergli ricordando ai lettori i suoi Tárrega e il suo Weiss , invece tacqui. A imbavagliarmi, era la mia nota cattiveria.

 

In questo forum, la libertà di opinione non è mai stata contrastata. Certo, per esprimere opinioni, bisogna averne, e l'ingiuria personale non è un'opinione: lo sanno anche i cani, ma certi bipedi battezzati, se mai lo seppero, l'hanno dimenticato, tanto da spingersi a dare del cane a chi ha delle opinioni e qui le esprime.

 

Chitarristi che avete scritto in questo thread assumendo posizioni diverse da quelle di gasgas, sappiate che egli non vi riconosce come esseri umani capaci di formarsi un'opinione e aventi il diritto di esprimerla: se dite qualcosa che non gli aggrada, siete cani da guardia. La vostra parola, per il solo fatto di non recapitargli i messaggi che egli gradisce, diventa un latrato. Lui, gas gas, è buono e decente. E siccome ama dispensare i suoi apprezzamenti ingiuriosi coperto dall'anonimato, pensa che i quadrupedi non sappiano decriptare un nom de plume. Sbaglio, o si sbaglia?

 

 

dralig

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Preludi con temi ispirati o presi da altri compositori non le definirei propriamente 'false attribuzioni' che in musicologia, come in filologia, sono ben altra cosa....

Ciao gigi.

Sinceramente non capisco perché ti stia inerpicando in questa inutile polemica. ;):D

Giusto per rimanere a ciò che dici, un "tema" ispiratore è tale se vi è poi uno sviluppo o un'elaborazione, e una citazione ("temi...presi da altri compositori") è tale se è inserita in un contesto, altrimenti stiamo parlando solo di ciò che oggi definiremmo un banale copia-incolla, magari con qualche nota in meno, ché la chitarra non può suonare tutto.

 

Per fare queste considerazioni non bisogna certo essere dei musicologi, ma basta una preparazione musicale media, da studente dei primi anni di conservatorio.

Difatti fu proprio quello che pensai allorquando, nel mio secondo anno di studio, iniziai a leggere "tutto Tarrega" sull'edizione della Bèrben, alla quale sono rimasto affettivamente molto legato (che coincidenza, ho trovato un fogliettino nel libro dei Preludi sul quale avevo annotato le stesse cose che ha scritto Frédéric qui!), proprio perché era la mia prima "integrale", consultabile subito e reperibile facilmente e senza problemi nel negozio di musica vicino casa, qualità non da poco, se si pensa ai tempi di allora (cominciavano appena a diffondersi le prime fotocopiatrici, non certo ancora su carta comune, ma su carta dedicata).

 

Allora, a me, studente alle prime armi, importava abbastanza poco l'essere riuscito ad individuare dei brani che palesemente non erano di Tarrega e che erano stati riportati come tali; l'importante era avere a disposizione, per poterle leggere e studiare, tutte - o quelle che due eminenti chitarristi ritenevano tali - le opere di Tarrega.

 

In questo, e cioè nell'opera di diffusione, credo, vada considerato il grande merito di questa edizione, più che negli intenti musicologici che non mi sembra, tra l'altro, gli autori abbiano mai dichiarato aver messo alla base del loro lavoro.

Certo, col tempo poi indirizzai i miei interessi verso altre tipologie di edizioni, e non a caso fui uno dei primissimi acquirenti italiani dell'integrale di Sor e (forse) il primo sottoscrittore italiano dell'integrale delle opere di Giuliani - lo ricordo, ben 38 volumi!

 

E meno male che tutti voi affermate di essere esperti e navigati musicologi....

buona domenica

lp

Questo "tutti voi" sa un po' di questa "nuova dottrina" mediatico-politica (comunisti, toghe rosse, giustizialisti dipietrini, "tutti voi" contro "Papi" e il suo "partito dell'amore") dalla quale mi sento abbastanza lontano.

Nel mio piccolissimo - non mi ritengo certo un musicologo -, nelle mie ultime pubblicazioni, quella relativa ai 24 Preludi e Fughe di Castelnuovo Tedesco, ai Capricci di Legnani e agli Studi di Carcassi, mi sono sempre preoccupato di citare le fonti e le variazioni apportate rispetto a queste.

E tutto questo mi sembra una cosa normalissima, anche se non si è musicologi.

 

 

PS: esigo la prova del carbonio 14: il Gigi Picardi che conosco io e quello che scrive qui sono due persone differenti! :D:D:D

 

Carissimo Lucio,

tutt'ora sto provando a comprendere il perchè questa inutile e sterile polemica sia stata montata dai maestri Zigante e Gilardino, che caricano di chissà quali gravi colpe un lavoro di quarant'anni orsono che aveva i pregi e i difetti che oggi ben conosciamo.

La colpa risiederebbe nel non avere individuato (ma siamo sicuri di ciò?) che alcuni brani fossero un riadattamento (o arrangiamento, che dir si voglia) di opere altrui.

 

Mi sembra che tu abbia centrato e isolato alla perfezione il problema: "Allora, a me, studente alle prime armi, importava abbastanza poco l'essere riuscito ad individuare dei brani che palesemente non erano di Tarrega e che erano stati riportati come tali; l'importante era avere a disposizione, per poterle leggere e studiare, tutte - o quelle che due eminenti chitarristi ritenevano tali - le opere di Tarrega. In questo, e cioè nell'opera di diffusione, credo, vada considerato il grande merito di questa edizione, più che negli intenti musicologici che non mi sembra, tra l'altro, gli autori abbiano mai dichiarato aver messo alla base del loro lavoro."

 

Esistono nuove edizioni dell'opera omnia di Tarrega a disposizione, ragion per cui ritengo che una persona intelligente avrà modo di consultarle prima di decidersi ad acquistarne una e non vedo la ragione per cui ci si debba accanire sull'edizione in oggetto, che nessuno è obbligato ad acquistare....

 

Se poi tutto sto casotto artatamente creato sia un messaggio neanche troppo criptato alla Berben per una nuova edizione dell'Integrale di Tarrega griffata Gilardino/Zigante, non è un mio problema!!! Che facciano pure, non vedo un problema in ciò....

 

La dicotomia 'voi/noi' non l'ho certo tirata fuori io, ma qualcun'altro che è più decoroso non nominare....E non preoccuparti, non ha alcuna connotazione politica....

 

E non ti preoccupare, il Gigi che tu ben conosci è sempre il solito......ovvero quello che sta imparando il Pro Tools, che lavora dove tu sai e che non mancherà di romperti le scatole se necessario (ma vale anche il contrario)...

 

un abbraccio

 

gigi

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Dralig si è svegliato solamente ora dal suo "torpore" riguardo a tutto ciò? E per quali oscuri e reconditi motivi?...

 

 

Torpore? No, era indifferenza e caritatevole silenzio.

I motivi oscuri e reconditi? La decenza.

 

Mi pare una affermazione un po' grave, specie se proviene da un personaggio come Lei.

Sarebbe meglio che scendesse un po' più in profondità al riguardo....

Cosa c'entra la decenza??? Forse che il comportamento dei due maestri romani oltrepassò la decenza??

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