Vai al contenuto
Novità discografiche:

Alfredo Franco

Membri
  • Numero contenuti

    1188
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    17

Tutti i contenuti di Alfredo Franco

  1. Iniziativa davvero lodevole. Ritengo che non ci si possa costruire una vera coscienza del repertorio chitarristico (specialmente ottocentesco, per troppo tempo considerato di seconda scelta rispetto a quello novecentesco) senza conoscere ciò che gli sta intorno. Al momento, come riferimento "circostanziato" mi viene in mente una cosa: Fernando Sor, Un poco mosso dalla Fantasia op.21 "Les adieux" e Preludio n.8 in Fa diesis minore op.24 di Chopin. Mi riferisco al linea melodica e alla figurazione ritimica di supporto alla stessa. Mi rendo conto che si tratta di un esempio un po' provocatorio, perchè date alla mano (anni '30 per i preludi di Chopin, 1825 per la fantasia di Sor), evidenzierebbe che Chopin conoscesse i lavori di Sor e se ne fosse servito per sviluppare alcuni temi, ovviamente, in maniera diversa...(avrei anche altri esempi). Oppure è solo un caso...
  2. Auguri, a tutti, e complimenti per il lavoro fatto.
  3. Non mi risulta. I biografi tarreghiani però, erano inclini ad affidare poteri magici a don Francisco...
  4. Bellissima fotografia. Che il direttore sia effettivamente Tarrega è tutto un altro discorso, ma la foto, in sè, è veramente evocativa.
  5. e chi ha il mac come fa?
  6. Conosci la cadenza di Gould per il primo concerto di Beethoven?
  7. innegabile, se riferito al famigerato primo tempo amputato (dell'op.30, non 130) ma circola ancora?
  8. Una mia amica, eccellente pianista da camera, mi fece una simpatica battuta invitandomi a scrivere per pianoforte a 4 mani, in modo da avere una prima al mese. Figuriamoci se mi metto a scrivere pianoforte... Tornando a noi, la questione delle dinamiche è effettivamente un punto cardine dello studio in questione che ritengo sottolineato dall'eseguire la scala cromatica con la sola mano sinistra...dove però si annida la corda a vuoto...ho ragionato un po' sulla cosa, ipotizzando di eliminare la corda a vuoto ed eseguendo la scala con lo spostamento del 4...ma cambierebbe tutto, ovviamente, e non è quello che vado cercando. quindi mf iniziale come elemento "neutro" ( f troppo effetto eco) e peculiarità timbrica della scala eseguita dalla mano sinistra...si sa che nella chitarra più che il piano-forte potè il timbro... no, non ci sono differenze dinamiche fra le voci superiore e de inferiore.
  9. Uhm...grazie della segnalazione, non mi sembra affatto una stupidaggine. A dire il vero, quando la battuta diventa molto densa di note, indicazioni agogiche, simboli chitarristici, ed è la riproposizione (con "aggiunte") di una battuta già enunciata precedentemente, cancello le pause. Qualcuno dirà che è un eresia grammaticale.
  10. scusa?
  11. Grazie a tutti delle osservazioni. A volte trovare una sintesi fra la peculiarità della scrittura chitarristica e il discorso musicale astratto è complesso. La mia esigenza, in questo caso, è quella di far capire chiaramente che il LA sulla corda a vuoto deve continuare a vibrare ed è un punto di aggregazione di tensione all'interno della battuta. Nelle battute successive, il LA (e poi il RE), sempre inseriti all'interno del cromatismo, occupano movimenti differenti e si arricchiscono di una voce superiore (la prima). Ecco, non vorrei che utilizzando due voci tutto questo venisse frainteso.
  12. Ok. Grazie.
  13. Si capisce?
  14. beh, c'è chi ama l'isola dei famosi...è difficile che ami anche Berio.
  15. Si, questo è altrettanto vero. Lo dimostra la storia della musica, fatta da compositori molto disuguali sul piano delle conoscenze teoriche "oggettive"; e non sempre ciò che ha acquistato fama durevole è frutto di compositori accademicamente ineccepibili. Un compositore deve necessariamente avere la padronanza dei linguaggi che utilizza per poterli sfruttare al massimo grado, deve saper scegliere, deve essere ispirato, deve fare tesoro delle critiche altrui impedendo che queste lo distolgano da ciò che si è prefisso, deve avvertire la necessità di non poter fare altro, deve avere il coraggio di ascoltare le cose più segrete.
  16. Non mi pare di aver sostenuto che lo studio, da solo, sia sufficiente a fare un compositore. Ma torniamo alla dodecafonia. Se Schoenberg non fosse stato quel grande indagatore di linguaggi altrui, se non avesse studiato a lungo lo sviluppo del discorso armonico nel corso dei secoli, non sarebbe mai arrivato all'atonalità prima e alla dodecafonia poi, dato che queste sono entrambe conseguenza di tutto ciò che è stato prima. Poi, certo, il fatto che ci sia arrivato lui e non Pinco Pallino, fa di Schoenberg un genio; negarlo sarebbe ridicolo.
  17. Ma le idee si forgiano in base alle conoscenze! Se conosco solo la triade maggiore e quella minore non penserò mai un' idea diminuita!
  18. giusto, infatti un manuale di armonia non è la quinta di beethoven, anche se dentro ci trovi tutto (o quasi) quel che serve per scriverla.
  19. ok. fammi il nome di un compositore che non esprime le proprie idee attraverso la grammatica della musica.
  20. appunto, senza regola grammaticale non avresti potuto formulare l'idea. perchè nello scrivere musica dovrebbe essere diverso? le regole ci sono, spetta al compositore decidere come e se usarle, smontarle, rimontarle, per dire ciò che vuole dire...cioè, per forgiare il proprio stile.
  21. Ma tu in base a quale principio sei in grado di scrivere una frase? E' un dono divino o lo studio della grammatica che ti permette di formulare una domanda sul forum? Secondo te, se Leopardi avesse fatto il maniscalco, avrebbe scritto L'infinito?
  22. ma secondo te un compositore mette le note a caso???? senti, fammi un favore, prenditi un bel manuale di armonia e leggilo: altrimenti diventa impossibile rispondere alle tue domande, sono prive di senso.
  23. Questo può essere condiviso se si accetta la dodecafonia come punto di partenza dei successivi sviluppi seriali. Però, se la si guarda, storicamente, come punto di arrivo e di riorganizzazione della dissoluzione tonale, non ne sarei così certo. Anche perchè, in quegli anni, chi recuperava il discorso contrappuntistico (Respighi, Malipiero, Stravinsky) andava in una direzione diametralmente opposta. E francamente (forse con l'eccezione di Webern) ritengo che nelle composizioni di Schoenberg e Berg, la melodia, anche se estremamente articolata sia comunque percepibile come elemento caratterizzante. Insomma, a me pare che sia molta la distanza che separa Berio da Schoenberg...penso anche, ad esempio alla dodecafonia fatta propria da Castiglioni o da Santorsola...
×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.