Vai al contenuto
Novità discografiche:

Alfredo Franco

Membri
  • Numero contenuti

    1188
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    17

Tutti i contenuti di Alfredo Franco

  1. Su Martin non ci sono certezze, e comunque lascerei fuori il suo lavoro che si muove nella stessa direzione, pur con un estetica diversa, di quello di de Falla.
  2. L'attenzione dei compositori non chitarristi per la chitarra la si deve a Segovia, non a de Falla. La sua è stata una lezione rimasta unica per molto tempo: se escludiamo Villa-Lobos (che con l'estetica segoviana ebbe a che fare in senso molto lato), i compositori segoviani scrissero per chitarra utilizzando grandi risorse musicali ma scarse o scarsissime risorse specifiche dello strumento chitarra. Ciò che di questa composizione è esemplare e nuovo è la coesione dell'idea musicale che si forgia attraverso lo specifico chitarristico, principalmente l'accordatura per quarte, de Falla lo fa in maniera geniale e scopertamente semplice al tempo stesso.
  3. Guarda, se sei un compositore i libri ti possono anche, volendo, servire...ma non dicono niente sulla composizione, enunciano una serie di regole armoniche...poi, cosa farne sono affari e problemi tutti tuoi...avvertire dentro di sè la necessità di usare delle "combinazioni di note" piuttosto che altre è una roba talmente inafferrabile...non può essere spiegata attraverso un libro...
  4. Mia moglie, che è ormai alla fine della gravidanza, è diventata bravissima a fare strudel alle mele e torte al cioccolato.
  5. Complimenti, certo che potevate registrarli tutti e 24 eh!
  6. Noi protestanti non siamo soliti elargire consigli di questo tipo, abbiamo fiducia nel libero arbitrio.
  7. http://www.diaconiavaldese.org/php/mostraopera.php?nomecorto=foresteriavenezia&lingua=IT Se ti può servire a Venezia c'è anche Palazzo Cavagnis, l'unico handicap è la disponibilità dei posti...
  8. questa non l'avevo ancora sentita.
  9. 1 punto forte: serve a rimorchiare. 1 punto debole: si strappano le corde. e con questa mi sono giocato quel minimo di serietà.
  10. Alcuni anni fa ascoltai Algo in un concerto di Ghiglia all'auditorium rai di Torino...ricordo anche un concerto di Grondona dove ascoltai Nunc di Petrassi...ricordo la Sequenza di Berio fatta da Fisk...per contraddire Catalano (me lo ricordo ) posso dire che le sale non erano vuote, erano piene...sono un po' di anni che non frequento i concerti di chitarra...nel frattempo devono essere successe delle cose...la speranza (ma anche il dato di fatto) e che ne succedano delle altre...in senso inverso...
  11. Ma siamo proprio sicuri che Russel e Barrueco abbiano le competenze culturali per suonare Berio? Lo diamo per scontato? Russel non ha mai inciso nulla di Sor, tanto per fare un nome... non so, io la butto li'....
  12. Ma chi è sto fantomatico Gimmi?
  13. Titolare una composizione è un momento piuttosto delicato, almeno per me. Se l'imput poetico è presente a priori, se è cioè qualcosa che suggerisce al compositore la necesiità di scrivere in relazione alla sollecitazione ricevuta, se ne esce con una certa facilità; al contrario, quando si tratta di legare delle parole a qualcosa che è stato scritto scaturendo da un recondito meandro della coscienza il discorso si fa più sottile. Si rischia di appiccicare un titolo che vale quanto un altro, e la cosa è grave. Allora bisogna fermarsi e cercare di capire da dove arriva ciò che si è scritto e perchè; nel caso della mia ultima composizione, un brano di 8 minuti con una sezione centrale tecnicamente temeraria, una settimana di riflessioni ha portato al seguente risultato: Novembrina (The anatomy of melancholy #1) Sorprendentemente, anche nel mio piccolo ho avuto a che fare con l'acqua, quella che picchiava sul terrazzo e quella che improvvisamente ha preso a trasudare dal muro, proprio come un incontenibile umore fisiologico della letteratura secentesca.
  14. In quei volumi c'è di tutto...
  15. "Snare drum" significa "rullante" e mi sembra il nome più appropriato in quanto il suono prodotto è molto simile a quello di un rullante con la cordiera tesa. Certo che è un effetto che va usato con una certa cautela, non conosco il lavoro di Arnold (che immagino sia qualitativamente ottimo) ma nella Jota del povero Tarrega (che in realtà è di Arcas, no?) mancano solo i tori che escono dalla buca con le narici fumanti!
  16. Siete una maniga di mollaccioni! A suonare in ginocchio sui ceci!
  17. Battutaccia cattiva: gli interpeti non vogliono suonare con lo spartito davanti perchè il loro ego non deve essere sminuito da quello dei compositori. fine battutaccia. Caro Lucio, tu citi artisti che stanno giustamente alle somme vette della musica, sono eccezioni. Sembra quasi che ci sia una sorta di senso di colpa insito nella musica scritta, che proprio perchè scritta deve disvelare la sua essenza con la negazione della carta che la contiene.
  18. E' un paradosso: la musica "classica", l'unica musica scritta per esteso fin nei minimi dettagli, non la si suona con lo spartito davanti. E' un paradosso.
  19. Si Angelo, hai ragione, la chitarra da questo punto di vista è uno strumento tremendo, impietoso e non risparmia nessuno. Io mi ricordo di concerti con stecche e senza stecche, magari dello stesso chitarrista...non so dire ora se in quelli senza stecche effettivamente queste non ci furono, so che ero in una dimensione sensoriale altra, extra quotidiana, fatta di un qualcosa razionalmente inesplicabile. Dei nomi mi vengono in mente, Ghiglia, de Santi, Diaz,...gente che in quei concerti ha dato vita a qualcosa di dionisiaco, di sconvolgente per i sensi...
  20. Ti assicuro che la maggioranza delle persone che vanno abitualmente ai concerti di musica classica non è in grado di sentire una stecca. Quando l'interprete è un vero artista è in grado di stendere una sorta di coperta sensoriale nei confronti del pubblico per portarlo su territori altri.
  21. Oppure si potrebbe accompagnare l'esibizione del chitarrista con uno spogliarello modello Full Monty.
  22. La tua domanda riguarda cose differenti: gli arpeggi di Giuliani sono esercizi meccanici per sviluppare le dita della mando destra, gli studi di Sor sono dei gioiellini musicali. Non ti limitare alla raccolta di Segovia, che ha avuto una funzione storica ormai decaduta; studiati tutte le opere "didattiche" di Sor: scoprirai una scrittura per chitarra stilisticamente compiuta e imprescindibile. E' un errore madornale e tutto chitarristico pensare che gli STUDI debbano solo servire a sviluppare la tecnica, questo è il dato di partenza ma non quello di arrivo.
×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.