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Angelo Gilardino

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Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Marcello Rivelli chitarra

    Angelo Gilardino: Colloquio con Andrés Segovia (2002)

     

     

     

    http://www.youtube.com/watch?v=Fe2p8xHE4FY

     

    Indipendentemente dal fatto che si tratti di musica che ho scritto io (il che non significa niente), osservo che il tessuto contrappuntistico è reso in perfetto stile, da organista o clavicembalista. Se riesci a mantenere lo stesso livello di trasparenza e di rigore nei tempi mossi, sei un fenomeno.

     

    dralig

     

    Grazie Magister.. ho avuto l'impulso di studiarlo dopo averlo ascoltato non molto tempo fa da uno dei video che circolavano su fb e.. sfacciatamente (come sai) ho osato chiederti una copia della musica per non attendere di capitare a Roma o ordinare il brano.. perchè volevo studiarlo subito (cosa che ho..fatto).

     

    La difficoltà maggiore che ho riscontrato, dopo una prima "lettura" di alcuni giorni è..che qualcosa non mi "tornava".. il primo impulso, avendo avuto l'approccio da un ascolto - cosa che di solito evito e faccio in un secondo momento - mi aveva catapultato sulla linea principale? ..e non riuscivo a.. delineare sempre le frasi, o perlomeno non ero convinto totalmente. Per di più (come sempre la tua scrittura) se ad un primo momento è attraente e può sembrare "chiara", una volta scavato più profondamente, le cose..si..complicano.

    Ho iniziato a pensare ad una specie di "invenzione" a tre voci (anche se ci sono punti che apparentemente sembrano a due, i giochi impliciti si prestano a più dimensioni) e..insomma..solo dopo aver suonato/cantato le varie voci/parti singolarmente e deciso il senso ..e l'andamento, cosi particolare, quell'andantino che si presta a diverse fluttuazioni (altra scelta non facile) unite ai cambi di metro di cui il brano è pieno..mi sono..buttato..

    la registrazione è tutta d'un fiato e "casalinga" (e si sente) c'è qualcosina ovviamente (qualche nota che frigge) ma..il "senso" mi è piaciuto e non ho voluto ri-eseguire ..per paura di perdere la.."musica"..a scapito di qualche nota pulita in..più..

     

    p.s. un esempio di tempo mosso?... :)

     

    marcello

     

    Tra esecutori "ritmici" ed esecutori "melodici" si appannano quasi sempre le composizioni basate sul contrappunto, e su quella particolare forma di contrappunto propria della chitarra - ma non esclusiva della stessa, se è vero che Scarlatti la ricreava genialmente sul clavicembalo (dove pure avrebbe potuto, come faceva Bach, costruire un contrappunto organico).

     

    Arricchire la trama contrappuntistica con il timbro è l'unico modo per valorizzare quest'ultimo al di là di una funzione puramente estetizzante: questo l'avevano capito perfettamente sia Ravel che Schoenberg.

     

    E' stata un'idea un po' bizzarra - lo ammetto - sviluppare una ricerca contrappuntistica, primo in un periodo della storia della musica in cui impera il dilettantismo, secondo in un ambito, qual è quello chitarristio, dove i dilettanti insegnano in conservatorio. Ma non siamo mica eterni...e, come quella dell'epidemia di Saramago, anche questa "cecità" avrà fine.

     

    dralig

  2. Marcello Rivelli chitarra

    Angelo Gilardino: Colloquio con Andrés Segovia (2002)

     

     

     

    http://www.youtube.com/watch?v=Fe2p8xHE4FY

     

    Indipendentemente dal fatto che si tratti di musica che ho scritto io (il che non significa niente), osservo che il tessuto contrappuntistico è reso in perfetto stile, da organista o clavicembalista. Se riesci a mantenere lo stesso livello di trasparenza e di rigore nei tempi mossi, sei un fenomeno.

     

    dralig

  3. Buonasera,

     

    stavo cercando qualche notizia sulla figura del suddetto ma ho notato che anche in rete c'è grande carenza. Sapreste indicarmi siti/ testi/ riviste che possano contenere qualcosa su di lui?

     

    Vi ringrazio

     

    Non mi risulta che siano stati pubblicati studi monografici sul maestro argentino. Egli nacque nel 1878 nella provincia di Buenos Aires (San Isidro) e morì nella capitale nel 1964. Fu allievo di Julio Sagreras. Con questi, suonò anche in duo e, insieme a Domingo Prat, in trio. I primi due decenni del Novecento videro l'affermarsi di una scuola argentina di chitarra, che affondava le radici nel secolo precedente, e che era abbastanza diversa da quella tarreghiana, i cui esponenti (da Llobet alla Robledo) visitavano il paese piuttosto spesso. Il trio Sagreras-Sinopoli-Prat fu l'espressione di un compromesso tra le due scuole. Poi, nel 1920, a Buenos Aires sarebbe arrivato Segovia con i suoi concerti...

     

    Sinopoli studiò composizione a partire dal 1910. In Europa, il suo nome fu associato, a partire dagli anni Cinquanta, a un'edizione (Ricordi BA) molto particolare del Metodo di Aguado, integrata da studi e brani di numerosi altri autori. Il metodo Aguado-Sinopoli ebbe i suoi sostenitori e i suoi critici. Io ne conservo una copia. E' interessante leggere le didascalie sinopoliane: era un didatta scrupoloso e pieno di preoccupazioni (che oggi risultano persino un po' comiche).

     

    In un supplemento allegato al Metodo, Sinopoli include la sua trascrizione della Ciaccona di Bach. Secondo le informazioni pervenutemi, tale trascrizione fu effettuata nel 1920. Fu quindi la prima, almeno tra quelle che poi videro la pubblicazione. Risulta però che non fu la prima in assoluto, perché nel 1913 la Ciaccona fu trascritta dal grande cieco Antonio Jinénez Manjon. La peculiarità della trascrizione di Sinopoli è la scelta del tono di Mi minore. Le sue composizioni non rivelano un genio, ma un dignitoso artigiano della musica: per lo meno, sapeva scrivere un pezzo decente.

     

    dralig

  4. Falla era religioso, Debussy era ateo, Falla era un flagellante, Debussy un edonista, Falla non toccò mai una donna, Debussy ne toccò volentieri più d'una...

     

    dralig

     

    Elementi questi che nella loro musica si percepiscono prepotentemente!

     

    Che simpatiche serate sarebbero state quelle in compagnia di Achille!

     

    G.B. Shaw commenterebbe: e se invece ti fossero toccati dei lunghi, bei pomeriggi in compagnia di don Manuel?

     

    dralig

  5. De falla non era assolutamente d'accordo...infatti pensava che la scrittura di debussy era fortemente chitarristica. Basta guardare l'homenaje, quel pezzo è praticamente di Debussy, il materiale su cui è costruito è tutto di Debussy.

     

    Dal punto di vista compositivo, in effetti, l' "Homenaje" si può definire una riscrittura de "La soirée dans Grenade". Tuttavia, le poetiche dei due brani sono differenti: Falla era religioso, Debussy era ateo, Falla era un flagellante, Debussy un edonista, Falla non toccò mai una donna, Debussy ne toccò volentieri più d'una...

     

    dralig

  6. C'era un motivo particolare per cui Tárrega non trascrisse nulla di Granados?

    Una sorta di "patto" con Llobet (del tipo: io trascrivo Albéniz e tu Granados)?

     

    Grazie anticipatamente.

     

    No, semplicemente Tarrega non si rese conto del fatto che alcune pagine di Granados erano adatte anche alla trascrizione chitarristica. Fu Llobet a intuirlo, e se non è motivo di sorpresa la sua trascrizione di alcune - poche - pagine per pianoforte, fu certo straordinaria la sua idea di trascrivere per chitarra sola la tonadilla per canto e pianoforte "La Maya de Goya". Llobet non colse appieno i frutti del suo lavoro di trascrittore da Granados: a beneficiarne fu Segovia, che adattò al suo stile le trascrizioni llobetiane - senza modifiche di sostanza - e ne fece dei cavalli da battaglia.

     

    Il fatto più sorprendente è che nessuno dei due maestri che per primi trascrissero per chitarra pezzi pianistici di Albéniz - Tarrega e Llobet - si accorse del pezzo più chitarristico, la composizione poi divenuta celeberrima con il titolo (inappropriato) di "Asturias": a trascriverla fu infatti un dilettante allievo di Tarrega, il medico Severino Garcia Fortea, e poi naturalmente arrivò Segovia...

     

    dralig

  7. Che duo erano! Davvero un peccato che non suonino più insieme.

     

    Vedremo se sarete capaci di non commetterlo voialtri, il peccato. Duo, trii, quartetti di chitarre ne ho visti formarsi dozzine. Mais la vie separe ceux qui s'aiment/ tout doucement, sans faire de bruit/ et la mer efface sur le sable/ les pas des amants désunis...

     

     

    dralig

  8. Grazie M° Franco. Questa Sonata è davvero bellissima, peccato avere ora a disposizione solo il secondo tempo perchè tutti e quattro i movimenti meritano di essere sentiti. Il primo tempo è davvero strepitoso e il quarto è un tema con variazioni che sorprende chiunque per fantasia e scrittura.

     

    Questo era il maestro. Ora vediamo l'allievo...

     

     

    dralig

  9. come si fa a trovare il capo per una intepretazione buona?

    Diffida sempre delle iconografie che dipingono l'artista ispirato che riceve dall'alto l'ispirazione e che, come per magia (o, peggio!, per talento) riesce a darle forma senza fatica. Sono un mare di scemenze. Dietro la realizzazione di un lavoro definibile artistico c'è fatica, applicazione, studio e metodo. E qualche briciola di indefinibile abilità comunicativa.

     

    ..attenzione al pericolo che incombe anche nei migliori, siano essi compositori o interpreti: l'Accademismo!

    Saper manipolare magistralmente la materia musicale, con studio e rigore, da sola non basta!

    ...poi le strade, come giustamente dici, sono infinite!

     

    Saluti

    Piero Viti

     

    Il fatto è, caro Piero, che un compositore - come, credo, uno scrittore o un pittore - non sa se è ispirato o no, quando si mette al lavoro: tutto quello che può fare è lavorare, e se c'era, nell'opera, ispirazione o meno, lo si constata solo alla fine. Tra l'altro, la persona meno indicata a constatarlo è proprio l'autore. La relazione tra le mozioni iniziali e il risultato finale non è lineare: un compositore può sentirsi toccato da emozione autentica e forte, e poi smarrirsi per strada, nello scrivere; oppure, all'opposto, può decidersi a scrivere un pezzo solo perché gli è stato richiesto di farlo, e non perché è ispirato, e alla fine, magari, i lettori e i critici constateranno che l'opera è ispiratissima. Chi lo sa?

     

    La capacità di scrivere in modo corretto e decente è comunque indispensabile: il "Concierto para un fiesta" non è certo il "Concierto de Aranjuez", ma nessuno potrà accusare Rodrigo di aver scritto un pezzo indegno. Barber ha composto un Adagio per archi da brivido, e il colpo gli è riuscito una volta sola in tutta la vita, ma non c'è uno solo dei suoi lavori che non risulti altamente stimabile.

     

    Il guaio non è l'accademismo, il guaio è l'analfabetismo: il repertorio contemporaneo per chitarra ne è infestato in modo indecente.

     

    dralig

  10. Il concerto di Absil di cui parlate è l'op.155? questo è il numero d'opera che riporta la partitura in mio possesso..ed. Berben e.. a proposito di concerti per chitarra e orchestra.. Magister.. come sono quelli di John Arran e Bryan Johanson ..e il Concerto n.3 di S. Prodigo?

    facendo opere di bonifica e riordino della libreria del mio studio sono saltati fuori anche questi tre concerti..

     

    m

     

    I concerti di Arran e Johanson sono divertimenti scritti da chitarristi musicalmente preparati. Non mi pronuncio sul loro valore, ma per certo sono lavori scritti da musicisti seri, e non da dulcamara improvvisatisi compositori.

    Prodigo è un compositore non chitarrista, con un fortissimo bagaglio di armonia - la sua musica è comunque magistrale. Mi pare che la sua scrittura chitarristica ecceda in densità, ma lo strumentista che voglia eseguirla non troverà problemi insormontabili nel semplificare qualche passaggio.

     

    dralig

  11. Al di là delle suse,non accettate perchè non hanno motivo di esistere,mi piacerebbe sapere cosa pensa dell'inizio della Bwv 1001.E cioè: io ci vedo e ci sento l'atmosfera tenebrista.

    fernando dice Gotica.

    quali sono i parametri per distinguere il GOTICO dal TEBRISMO?

    ad esempio,rimaniamo su OPHELIE:quando inizia il 3/4,andantino tranquillo con fraseggio flessibile,(ma che bello!!!!!!!) è tenebrista o gotica?

    dal mio piccolo un miliardo di complimenti perchè,con le sue indicazioni mette l'esecutore in una condizione in cui non può non capire cosa deve esprimere .

    Dovrebbero rendere obbligatoria la cosa.

    se

    ciaoo

     

    Se adottiamo l'accezione al termine "tenebrismo" messa a punto da Alessio Olivieri nella sua tesi di laurea, con ciò intendiamo riferirci a un aspetto che si delinea nel secolo XX in particolare nella musica per chitarra (ma non solamente in essa). Olivieri non ha proposto un'estensione all'indietro del tenebrismo. Se l'avesse fatto, avrebbe probabilmente dovuto saltare a pie' pari tutto l'Ottocento e buona parte del Settecento, e risalire al barocco - forse ai clavicembalisti francesi. Io non ho svolto una ricerca al riguardo, non fa parte della mia attuale sfera di interesse.

     

    Escludo comunque che Johann Sebastian Bach possa essere considerato un autore tenebrista. La poetica del tenebrismo - intesa in senso lato, cioè non limitata all'ambito musicale - trova la sua origine nella poesia del mistico spagnolo, e dottore della Chiesa, San Juan de la Cruz, che nella sua "Noche oscura" descrive lo smarrimento dell'anima in cui si ritrovano coloro che, essendo usciti dal mondo per votarsi a Dio, non per ciò vengono subito investiti dalla Luce, e brancolano nel buio - privi sia delle gioie effimere che hanno lasciato alle loro spalle che della forza di una rivelazione che deve ancora spiegarsi ai loro occhi (e non è detto che lo faccia). Bach viveva invece nella pienezza di questa rivelazione, tutta la sua musica è un inno al Creatore che abitava in lui e del quale lui si sentiva strumento e messaggero. No, Bach è "luminista", non "tenebrista".

     

    Io non so se posso essere definito gotico o tenebrista. So come scrivere la musica che scrivo: sono un contrappuntista, e di rado - molto di rado, e solo per gioco - scrivo una melodia accompagnata. Adopero il contrappunto, le cui regole ho imparato da giovane, in modo molto diverso da come il maestro di composizione mi ha insegnato a fare, e ciò accade perché me ne servo non per scrivere degli esercizi, ma per creare musica mia: devo quindi forgiare uno stile con regole proprie, differenti da quelle scolastiche. Però, non potrei farlo se prima non avessi studiato il contrappunto accademico. Infatti, a prima vista vedo se una pagina di musica è stata scritta da un autore che sa scrivere o da un mezzano semianalfabeta che sa a malapena solo il solfeggio, e non m'impressiona per nulla il fatto che la sua musica sia famosa tra chitarristi: non uso le mot de Cambronne perché non sono accerchiato dall'armata britannica e perché del suo "successo" non m'importa un fico secco, ma il concetto è quello...

     

    Non c'è in musica indicazione di espressione che possa mettere chi non capisce in condizione di capire. Le indicazioni di espressione servono solo ad accelerare e a confermare il processo di comprensione di chi capirebbe comunque anche leggendo soltanto le note: è un ausilio, non può essere un faro. La maggioranza dei lettori non capisce niente, non sa chi era Ofelia, non ha mai letto "Amleto", non si domanda perché il titolo del brano è in francese e non ha la più pallida idea di chi fosse Arthur Rimbaud - se qualcuno lo sa, è per aver visto il film con il divo americano del "Titanic" nella parte del giovane poeta. Altro che tenebre!

     

     

     

    dralig

  12. Mmm...un cd con il doppio di Gervasio e Absil... [smilie=emoticon_117.gif]

     

    Le parti di chitarra di entrambi i concerti sono problematiche, ma per ragioni opposte. Absil ha scritto troppe note, Gervasio troppo poche - la chitarra è trattata prevalentemente come uno strumento ad arco, con molti passi monodici. E' più facile togliere che aggiungere...

     

    dralig

  13. Davvero bello questo brano, non l'avevo mai ascoltato.

     

    Maestro Gilardino, cosa vuol dire che la parte di chitarra del concerto deve essere riscritta di sana pianta? Parla di una revisione proprio del testo originale (e se sì, come mai) o di una semplice trascrizione grafica? (propendo per la prima visto che verrà pubblicato il testo originale...)

     

    Grazie

     

    La parte di chitarra, come l'ha scritta il compositore, presenta molti problemi di praticabilità, di suono e di compatibilità con i tempi richiesti dal carattere della musica. Il solista dovrà quindi modificarla. L'edizione riprodurrà il testo originale.

     

    dralig

  14. Grazie mille dei complimenti M° Signorile. Del concerto per chitarra e orchestra non sapevo nulla, devo riprendere il Pocci. Qualcuno ha inciso questo concerto?

     

    No, finora. Però bisognerebbe farlo.

     

     

    Per la registrazione, io ci sono... Qual è l'organico? E quando sarà pubblicato?

     

    EB

     

    Sarà pubblicato tra alcuni mesi. L'organico è ricco - te lo comunico a parte. La parte di chitarra- della quale verrà pubblicato il testo originale - deve essere riscritta di sana pianta.

     

    ag

  15. Grazie mille dei complimenti M° Signorile. Del concerto per chitarra e orchestra non sapevo nulla, devo riprendere il Pocci. Qualcuno ha inciso questo concerto?

     

    No, finora. Però bisognerebbe farlo.

    Il Concerto è in corso di ripubblicazione presso Bèrben. A suo tempo, fu pubblicata una riproduzione del manoscritto, con la partitura pressoché illeggibile. Recentemente, l'ho copiata con Sibelius, e sto ora cercando almeno un correttore di bozze aggiunto, disposto a confrontare l'impervio manoscritto con la mia versione e a segnalarmi gli errori. Un chitarrista belga si era offerto ma, ricevuto il pacco, si è dato alla macchia. Giorgio Signorile arde dal desiderio di suonare il concerto: che cosa c'è di più istruttivo - dico io - che correggere le bozze di stampa della partitura?

     

    dralig

  16. molto ben suonato, con gusto e giusta tecnica. Sul discorso "toccare le corde dell'anima" ci sarebbe molto da dire....già suonare bene ciò che c'è scritto è cosa non da tutti a volte, e poi ognuno la musica se la vive come meglio crede, voi avete fatto un'ottima esecuzione.

    Di Absil suonai Sotto ad un paravento cinese (il titolo è in francese ma non ricordo l'esatta grafia) e amerei molto suonare il concerto per chitarra e orchestra che leggo essere bellissimo...

    bravi!

     

    Ah si? Provvidenziale, sto giusto cercando un altro correttore disposto a passare qualche ora nel confronto tra il manoscritto e la prima bozza di stampa. Della partitura, s'intende (per ora). Arruolato?

     

    dralig

     

    Nel titolo di Absil, ci si trova sopra il paravento cinese, non sotto. Dettagli...

  17. Non avendo letto accuratamente i messaggi precedenti, non mi ero reso conto della tua età, e credevo di dialogare con un collega, se non con un mio coetaneo (cioè un vecchio). Anche se la sostanza dei concetti non muta, il fatto che tu partecipi alla discussione con le tue osservazioni è di per sé rilevante e meritevole. Avrei dovuto rispondere con gli stessi argomenti, ma in un'altra forma. Chiedo scusa.

     

    dralig

  18. bene,ho pensato. Sono andata a letto e per addormentarmi ho pensato ,ho pensato...

    quando nel messaggio precedente dicevo che si può sembrare banali è perchè il pensiero immediato che è nato in me a proposito del tenebrismo è stato: se la musica è un interprete di situazioni,stati d'animo o altro ancora che difficilmente possono essere espressi a parole e con un linguaggio universale(Novembrina la capiscono allo stesso modo i piemontesi,i giapponesi e gli indiani,al dilà della cultura),allora non ci trovo nulla di così particolare nel tenebrismo. e' un aspetto dell'animo umano. quindi non capisco perchè dare risalto ad una cosa...normale.

    se poi,voi che siete acculturati,ci mettete di mezzo un percorso storico della musica,che all'inizio aveva solo uno scopo(servile) di...allietare ed è arrivata al tenebrismo con una specie di lotta di classe(Dralig...sei un mito)allora si enfatizza una vittoria.

    Pausa. faccio fatica a dire esattamente ,con i termini giusti,ciò che penso.

    non vorrei sembrare banale,ma torno al mio primo pensiero,e cioè che se la musica deve dire,trasmettere ,comunicare impressioni o stati d'animo o altro...beh,io non ci vedo proprio nulla di strano nè di eccezionale nel tenebrismo.Fa parte della natura,umana e non.

    ho paerlato a cena di questo argomento con mio padre.

    Lui dice che secondo lui anche Bach aveva scritto cose tenebriste,mi ha citato la BWV 1001.Lui dice che l'inizio,che è un adagio,potrebbe essere tranquillamente essere visto in quest'ottica.

    Me lo sono ascoltato(dal violino) e devo dire che non ha mica tutti i torti....

    lo ripeto .io faccio fatica ad esprimermi come sto facendo,ma visto che sono io che devo adeguarmi...faccio fatica volentieri

     

    ciao e grazie a tutti

     

    Nessuno - ch'io sappia - è stato così fatuo da presentare il tenebrismo come una vittoria. Semplicemente, si è fatto osservare come, con l'"Homenaje", Falla abbia introdotto nel linguaggio della chitarra qualcosa che, prima di lui, non c'era e che, nel Novecento, si è manifestato specificamente in forma di musica per chitarra - grazie ai compositori che hanno seguitato la linea tracciata dal maestro andaluso. Lei ritiene che questo fenomeno sia "normale"; altri invece l'hanno considerato rilevante e degno di attenzione e di studio al punto da dedicargli tesi di laurea. Io, di ciò che reputo ordinario e non meritevole d'attenzione, mi disinteresso totalmente, non ne parlo e non ne scrivo - meno che mai lo farei se ciò mi costasse, per giunta, fatica. Perché "deve adeguarsi"? C'è qualcuno o qualcosa che La obbliga a faticare per cose che non Le sembrano degne di nota?

     

    dralig

  19.  

    che il substrato sia la malinconia,e anche l'atmosfera, è evidente.

    Andrò a vedere cosa significa "tenebrismo",ma così,a pelle,mi sembra esgerato. Io sento la malinconia,che di solito dovrebbe avere come sfondo la dolcezza,mentre nel tuo brano (questa è solo una mia sensazione) ci sento...un distacco. o un superamento,la descrivi ma sei già oltre..

    tenebrismo mi porta,come associazione di idee alla mancanza di speranza..8per non parlare dei dark!)

    In Novembrina mi sembra malinconia + nostalgia. Io ci sento anche tanta dolcezza.

    ciaociao

     

    di tenebrismo se ne è discusso qui:

     

    http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=3692

     

    buona lettura.

     

    ps, melancolia, non malinconia.

    la malinconia è una truffa emotiva della borghesia, categoria sociale alla quale, oggi più che mai, l'arte è prona.

     

    Classi sociali? Oggi c'è solo la massa, caro Alfredo, e sopravvivono, esauste, nicchie di resistenza. "Ma è tardi, sempre più tardi..."

     

    dralig

  20.  

    devo dire, al contrario, di essere totalmente estraneo a questo modo di concepire la composizione.

    So, anche per esperienza, che raramente l'interprete scopre "aspetti nuovi" dei brani che scrivo. Se è qualcosa di nuovo normalmente questo qualcosa non c'è scritto sulla parte e non è neppure gradito (se si vuole ancora dare ad un testo un significato).

    Solitamente, almeno fin ora, l'interprete si limita semplicemente ad avvicinarsi, con più o meno interesse, a ciò che c'è scritto.

    Io so esattamente come suonano i mie brani e se non suonano come io li ho ideati la colpa è solo della mia scrittura.

    Se per caso dovessero suonare altrimenti è perchè solo io ho predisposto il testo ad una particolare libertà interpretativa che chiedo all'interprete di colmare.

    Non credo quindi al testo che non vede l'ora di essere sequestrato. Non più di tanto. Credo, ed è quello che con milioni di difficoltà sto cercando di fare, al lavoro del compositore insieme all'interprete.

    Per quello che riguarda il sequestro, inevitabile quando si comincia a pubblicare delle musiche, mi affido al buon senso del lettore. Suona ciò che c'è scritto e saremo tutti felici e contenti. 8-)

     

    Come se "ciò che c'è scritto" - una simbologia - diventasse suono per effetto di magia. E no, non è così. Prima di diventare suono, quei simboli passano attraverso un processo di decodificazione che ha luogo nella mente di chi suona. Il lavoro di chi suona incomincia da un leggio fisico, sì; ma prima di diventare suono il leggio fisico, afono, si converte in un leggio mentale, pre-sonoro: è lì, caro amico, che si gioca la partita. Chi suona non attinge ai simboli se non in una prima fase, e i suoni, prima di produrli fisicamente, li modella nella sua mente. Che non è uguale a quella del compositore. Quindi l'esortazione "suona quel che c'è scritto" è una metafora semplificatoria. Ma perché scrivo questo, dal momento che Lei lo sa benissimo? Dai, non faccia il furbo.

     

    dralig

  21. Nulla si compie scrivendo un brano musicale

    Nulla si compie ascoltando un brano musicale

    Nulla si compie suonando un brano musicale

    John Cage - Silence

     

    Occorrerà cambiar mestiere, Roberto. Che dici?

     

    La visione di John Cage è profondamente - e mirabilmente - influenzata dalla filosofia zen. Ricordo la frase con la quale il compositore americano esordì nella sua prima lezione ai Ferienkurse di Darmstadt, dove vigeva il dogma strutturalista (immaginiamo la reazione dei chierichetti stockhauseniani): "La musica è una successione di suoni e di silenzi, ad esempio il fruscio del vento tra le foglie degli alberi". In altre parole, un'esortazione a diventare attenti e sensibili alla bellezza del mondo, abbandonando le smanie di dominio e di imposizione dell'intelletto umano. La sua opera riflette fedelmente questo recupero dell'innocenza di fronte allo spettacolo del mondo. Tradotto in termini didattici: la musica esiste comunque, che voi siate capaci di riconoscerla in ciò che vi circonda o che siate sordi; se componete, se suonate, non crediate di inventare nulla, state semplicemente captando la sovrana e misteriosa bellezza dell'esistente, e quelli che ne date sono solo dei riflessi: è sciocco e meschino impiantare su questa realtà la pretesa dell'io; se ascoltate, cercate di mettere da parte le vostre aspettative e le vostre esigenze, siate acuti, perspicui, liberi, aperti, e valorizzate tutto ciò che il suono porta con sé, inclusa la profonda tensione del silenzio. Di sicuro, chi perviene a tale conoscenza non sa che cosa sia il panico, l'ansia, le smanie da palcoscenico.

     

    La sua lezione è altissima, e io mi inchino dinanzi a tanta maestria. Come diceva Krishnamurti, non serve a nulla eccellere in qualcosa e comportarsi da stupidi in ogni altro campo: occorre essere sapienti in tutta la sfera dell'esistenza.

     

    dralig

     

    dralig

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