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Novità discografiche:

Angelo Gilardino

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Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Il direttore mi ha risposto che la musica è di alta qualità, e per questo motivo, nella scuola media attuale, non troverebbe accoglienza sufficiente per ripagare l'editore delle spese di stampa.

    quel direttore probabilmente conosce solo la Media del suo paese....ormai le spese di stampa sono basse rispetto ad un tempo, con sessanta-settanta copie (forse anche meno) il lavoro è pagato. Non saranno migliaia di copie ma un centinaio di copie non è un grosso problema venderle se poi il lavoro come giustamente dici merita. C'è grosso bisogno di lavori ben fatti e utili musicalmente nella nostra didattica. Ciao

     

    Giorgio, quel direttore è uno dei massimi esperti di marketing dell'editoria musicale italiana. Quando dice: pagare le spese di stampa, si riferisce al lancio di un volume che la sua casa editrice non produrrebbe mai nell'ordine delle centinaia di copie e, nei suoi progetti, considera la tenuta e la resa di una produzione nell'arco della decina d'anni al minimo, valutando anche gli altri oneri connessi all'investimento, che vanno ben al di là delle spese tipografiche.

     

    Che ci sia un "grosso bisogno di lavori ben fatti" nel settore, tu lo dici e io ti credo: però gli editori non valutano il bisogno, valutano la consapevolezza che ne hanno i bisognosi: e di questa consapevolezza, leggendo i tuoi messaggi e quelli di altri tuoi colleghi (Rivelli, etc.) è lecito dubitare. Assai. L'umanità ha un grosso bisogno di charitas Christi, ma si comporta come Sodoma e Gomorra.

     

    dralig

  2. Riccardo Muti su "La Repubblica" di stamane:

     

    L'ITALIA ha abbandonato la musica al suo destino, come se fosse un fenomeno obsoleto, mentre nel resto del mondo, compresi i Paesi emergenti a cominciare dalla Cina, c'è rispetto e interesse per la cultura occidentale. La denuncia viene dal maestro Riccardo Muti.

     

    "L'Italia ha abdicato alla sua storia culturale e musicale in particolare, a causa di una concezione generale della cultura che non riguarda solo i politici di oggi, ma è una storia lunga nel tempo", dice il grande direttore d'orchestra italiano in un'intervista all'agenzia Adnkronos.

     

    "Noi italiani -aggiunge- abbiamo dimenticato che la musica non è solo intrattenimento, ma è una necessità dello spirito. Questo è grave perchè significa spezzare delle radici importanti della nostra storia".

     

    Muti punta il dito contro alcune "trasmissioni televisive dove la musica e soprattutto l'opera lirica, vengono presentate come cose obsolete. Così si respingono i giovani invece di interessarli". Al contrario, racconta, "in Cina, dove sono appena stato per dirigere l'orchestra di Shanghai, stanno puntando molto sulla musica occidentale, preparando i giovani musicisti i quali studiano nei conservatori occidentali e poi tornano in Cina per suonare nelle loro orchestre. I cinesi costruiscono nuove sale da concerto e scommettono culturalmente su quello che noi italiani invece stiamo esaurendo. In Italia abbiamo perso la capacità di sentire il 'bello', quel 'bello' che per secoli abbiamo dato al mondo e che adesso non sentiamo più".

     

    dralig

  3. Noto con piacere che si sta un pò abbandonando l'idea che per arrivare a suonare seriamente si debba partire dalle due canzoncine e pian piano, ad "accrescimento culturale", arrivare agli autori importanti.

    Voglio sperare, allora, che quello che è avvenuto quest'anno agli esami di ammissione nel Conservatorio dove insegno sia destinato a finire.

    Su 47 aspiranti iscritti, ben 10 presentavano in programma proprio brani presi da questi metodini "canzonettari", cosa mai successa finora.

     

    Inutile dire che erano anche quelli (coincidenza non casuale, visto che avevano insegnanti diversi) privi dei più elementari e basilari rudimenti di impostazione, per non parlare della totale assenza di alcunché di pertinenza musicale, anche solo banalmente inteso.

    A corollario di tutto questo erano immancabilmente forniti dei loro metodi in ..... fotocopia (anche questo mai accaduto), il che la dice lunga sulle tanto spesso sbandierate ...mila copie vendute. ;):)

     

    Caro Lucio, tu ben sai quanto io sia propenso ad accogliere le richieste degli editori e quanto mi sforzi di corrispondere alle loro aspettative. Ebbene, l'unica loro pressione alla quale non mi sento di dar risposta è quella di scrivere musica per principianti di chitarra. Quando sono stato invitato a farlo, mi sono procurato i vari testi adottati nelle scuole di base, li ho letti, e mi sono cascate le braccia: se questa è la musica adoperata dai docenti per l'insegnamento, offrire loro musica degna di questo nome è causa persa in partenza.

     

    Mesi fa, un giovane compositore che conosco e che stimo, ha scritto una serie di canoni a tre voci per strumenti melodici destinati agli alunni della scuola media musicale e mi ha chiesto di presentarli a un noto editore. L'ho fatto. Il direttore mi ha risposto che la musica è di alta qualità, e per questo motivo, nella scuola media attuale, non troverebbe accoglienza sufficiente per ripagare l'editore delle spese di stampa.

     

    dralig

  4. Condivido pienamente lo scritto di Marcello e Domenico. In realtà non abbiano alcuno programma da seguire, a parte quello suggerito dalla nostra intelligenza ed esperienza. Noto con piacere che si sta un pò abbandonando l'idea che per arrivare a suonare seriamente si debba partire dalle due canzoncine e pian piano, ad "accrescimento culturale" , arrivare agli autori importanti. Che è ciò che molti insegnanti negli anni hanno fatto percorre ai propri allievi ma che alla fine non ha prodotto risultati, se non quello di allontanare i ragazzi dal repertorio e dalla gioia che esso "provoca" se ben spiegato e studiato. Ecco, se ben, se ben, il discorso è tutto lì....bisogna aver voglia ma soprattutto bisogna essere innamorati di ciò che fa e si insegna.

    Ringrazio tantissimo Gilardino per cò che ha scritto qui sopra, ce ne fossero di colleghi "ai piani alti"che la pensano così...

     

    Caro Giorgio, non ci sono "piani alti", né colleghi che li occupano. La musica e l'arte tutta sono espressioni della persona e della sua condizione, e non c'è conoscenza che, al pari di quella artistica, aiuti a comprendere la realtà, quella che il grande poeta argentino J. L. Borges racchiude nei suoi versi folgoranti:

     

    "Parlano di umanità.

    La mia umanità consiste nel vedere

    Che siamo tutti figli della stessa miseria.

    Parlano di patria.

    La mia patria

    E' un palpito di chitarra,

    Alcuni ritratti e una vecchia spada".

     

    Siamo tutti nella stessa barca.

     

    dralig

  5. Abbiamo piena libertà.

     

    Agli effetti del futuro della musica - chitarra inclusa, ovviamente - il lavoro che stanno svolgendo gli insegnanti di strumento nelle scuole medie a indirizzo musicale è più importante delle stagioni sinfoniche e liriche.

     

    Se, fra trent'anni, i cittadini sapranno che Mozart era un compositore e non un centrocampista, lo decidono adesso i maestri di musica che insegnano ai ragazzi a suonare uno strumento: non lo decidono Muti o Abbado, lo decide Lei, insieme a Suoi colleghi. Siatene consci.

     

    dralig

  6. Le offese, perchè di questo si tratta, di Mercurio nei riguardi dei professori Zigante e Gilardino sono ridicole. Io non ho condiviso - anni orsono - alcune determinazioni di Zigante, ma a parte - credo - una reciproca "lontananza musicale", registro che egli sostiene le proprie convinzioni con fatti e documenti difficilmente contestabili. Nei pochi miei interventi in questo forum ho sempre sottolineato che dal mio punto di vista la "chitarra" incrocia e mescola una serie innumerevoli di fattori, dai più logici ei più aleatori, considerandoli (evidentemente con ragione logica) allo stesso modo, e quindi non sono in linea con le certificazioni assolute che in qualche modo hanno caratterizzato inizialmente questa discussione. Il Forume serve per questo, per dichiarare qualche cosa e, se ho il piacere di farlo so che anch'io trovo lo spazio, magari in maniera non del tutto apprezzata, condivisa ecc. Andare quindi totalmente fuori strada come ha fatto Mercurio non va bene; fa passare la voglia anche di contraddire, di essere superiori, magari anche di accettare. Ricordo che molti anni orsono una falsa attribuzione (Giuliani-De Call) costò molto caro al sistema nervoso del compianto Tonazzi, il quale tuttavia accettò la "piccola sconfitta musicale" senza sdegno per colui che aveva segnalato il caso . Qui la cosa è diversa 1) due autorevoli chitarristi, acidi e forse troppo pragmatici, certificano semplicemente un fatto assolutamente incontrovertibile 2) Mercurio immotivatamente li offende; anche se ne avesse il motivo per "fatto personale" nulla cambierebbe con la sostanza di quanto Zigante e Gilardino hanno dimostrato, ed è questo che interessa ai chitarristi.

    Giorgio Tortora

     

    Quel che mi importa, nel mio lavoro di studioso, è aderire senza cedimenti a regole professionali e deontologiche e, più in generale, a norme di civiltà e di correttezza culturale. Non ho problemi ad ammettere un errore, se mi accade di commetterlo, e a porvi rimedio.

     

    Non tollero gli ignoranti, i pasticcioni, i bugiardi e i fingitori. Se questo mi fa apparire acido, pazienza: lo scopo del mio lavoro di studioso è quello di contribuire all'accertamento della verità, non quello di risultare simpatico.

     

    dralig

  7.  

    E' evidente in questo contesto, almeno per quel che ho potuto constatare in ormai due anni di frequentazione del forum. Ogni tanto, qualche esponente di questa categoria infatti ci prova a buttarla sul colto/popolare; ma casca veramente male.

    Lei dice un'altra cosa importante. L'autentico è il frutto dell'invenzione; e l'invenzione è constatare che oggi, come ieri, la musica si sviluppa nel tempo secondo "processi di trasformazione dei linguaggi che, nella loro essenza, non sono mai cambiati". Detto in modo che può sembrare enfatico: ciò che non cambia è la volontà di comunicare se stessi incontrando la storia. Dov'è allora il falso? Il falso è definire questa Musica relazionandola ad un'ambigua, se non falsa, nozione di tradizione dove il massmedia deve diventare parametro affinchè possa informare il compositore (o l'interprete che si pensa compositore) circa le opere e il linguaggio da produrre.

     

    Thomas Mann - versando nell'estetica il problema che Dostoevskij aveva posto in termini etici - pensò di tagliar corto, e fabbricò il suo compositore astorico - non ignaro della tradizione e della storia, ma toccato dalla tentazione faustiana di elevarsi al disopra di esse. Infatti, nella prima argomentazione, colui che lo visita a Palestrina lo mette nell'angolo domandandogli se per caso lui, Adrian, il genio consapevole della sua genialità, voglia assomigliare a...( e lì la sfilza degli "ismi" che il compositore non può tollerare). Il fatto è che, per spiccare il volo, gli è di troppo il peso della sua umanità, che è invece storica: e allora, ecco la scorciatoia, l'abbrivio. Singolare, no?, l'offerta dell'eterno piazzista: "Noi vendiamo tempo", dice ad Adrian il visitatore, offrendo al genio un pezzo di quella "temporalità" dalla quale lui sta cercando follemente di scappare.

     

    dralig

  8.  

    E' un po' OT, però questo è il lato del discorso che più mi interessa.

    Non è pericoloso e fuorviante, in ultima analisi fascistoide, pensare che ci sia una chitarra giusta ed una sbagliata? Un programma giusto ed uno sbagliato?

     

    g

     

    Per molti queste sono questioni morte e sepolte.

    E' con queste affermazioni che si ricostruiscono continuamente muri che la "new musicology" (non quella all'amatriciana) ha abbattuto da anni. E' necessario andare oltre questa passione italiota per la guerra civile.

    Un celebre musicologo scrisse:

     

    "Il discorso sulla sociologia critica dell'arte (e il vizio di dare del "fascista" a chiunque si azzardi ad esprimere giudizi di valore e su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ndr) deriva dalla convinzione, diffusasi attorno al Sessantotto, secondo la quale ogni affermazione in merito alla superiorità di una pratica artistica o culturale rispetto a un'altra non è che il contrappunto estetico di un'accettazione reazionaria della gerarchia sociale".

     

    Esistono esperienze musicali che sono più profonde rispetto ad altre ma non sono disposto a farne questione di genere e/o di contrapposizione musica popolare/colta. C'è di mezzo l'esperienza di vita dei singoli e non può questa diventare lo specchietto per le allodole di semplicistiche contrapposizioni politiche e presunte gerarchie sociali.

     

    Oggi non ha più senso istituire o difendere categorie musicali (o artistiche), e tali distinzioni permangono soprattutto nella catalogazione della "merce" musicale da parte dei venditori (con ottime ragioni organizzative).

    Penso che non abbia più validità applicativa la dicotomia bello-brutto. Mantiene invece senso la distinzione tra autentico e fasullo, ove per autentico si intenda il frutto dell'invenzione, della ricerca, dell'apporto dell'ingegno creativo e della capacità di elaborare forme con padronanza del discorso musicale; e per fasullo ciò che è invece il frutto inutile della ripetizione e della sciacquatura di cose dette prima e assai meglio da altri, della convenzione banale, privo del benché minimo sprazzo di invenzione e di originalità e magari, per soprammercato, "assemblato" nell'evidente incapacità di costruire una forma. In questo senso, nel repertorio della chitarra "classica", l'autentico e il fasullo sono rappresentati con un'evidenza superiore a quella riscontrabile, per esempio, nel repertorio del pianoforte, dove il fasullo contemporaneo esiste, ma perlomeno in una confezione merceologicamente accurata: nella musica per chitarra no, il fasullo è genuino, biologico, il faudrait le dire, à la Cambronne.

     

    dralig

  9. Il Maetro mi sta facendo suonare (dove è possibile) tutto con il tocco preparato, compresi i 120 arpeggi di Giuliani.

    Lo so' che mi devo fidare, ma voi cosa ne dite??

     

    Saluti e grazie delle eventuali risposte. :?:

     

    L'insegnamento valido non privilegia un tipo di attacco rispetto a un altro: spiega tutti gli attacchi possibili e le relative conseguenze nel risultato sonoro, ne insegna le procedure tecnico-meccaniche e istruisce sul modo di esercitare il controllo sui risultati. Non esiste un "tocco" che sia, in sé stesso, migliore di altri: dipende dal risultato musicale che si vuole ottenere. Bisogna imparare ad attaccare le corde con e senza preparazione, a lasciarle vibrare e a chiuderne le vibrazioni esattamente come e quando si vuole.

     

    Il tocco preparato in uno studio di arpeggi che ha come presupposto estetico la mescolanza delle vibrazioni delle corde e le conseguenti combinazioni armoniche (per esempio lo Studio n. 1 di Villa-Lobos) è accuratamente da evitare, anzi bisogna puntare esattamente al contrario, cioè toccare le corde il meno possibile.

     

    dralig

  10.  

    Continua a non capire che stiamo parlando per migliaia di persone (la quantità degli accessi a questo thread è ben più alta del numero di iscritti al forum), e che queste persone sono pensanti, capaci di elaborare opinioni e giudizi, di trarre conclusioni proprie: delle Sue ossessioni, non importa niente a nessuno, qui si parla di autori e di edizioni e, al riguardo, Lei non ha niente da dire, perché è chiaro a tutti che Lei non sa niente, non ha mai studiato l'argomento, non ha mai letto le edizioni della musica di Tárrega, eccettuata (forse) quella di Gangi e Carfagna, che non è in grado nemmeno di distinguere il concetto di "elaborazione" da quello di "trascrizione" o di pura e semplice copiatura. Lei, in questo forum, si è rivelato per quello che è, e più insiste nel ribattere gli stessi tasti morti, più si manifesta.

     

    dralig

     

    Vivissimi ringraziamenti per i complimenti, che rimando immediatamente al mittente con ricevuta di ritorno.....

     

    Vede, caro Maestro Gilardino, Lei mi ricorda tanto il Marchese del Grillo:

     

     

     

    Con questo vi saluto e me ne esco definitivamente dal Forum, non senza avervi prima augurato Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

     

    LP

     

    Sono sinceramente toccato, signor Luigi Picardi, dal fatto che Lei, quando pensa a me, corra a mettere online estratti da film con protagonisti invariabilmente romani, da Nerone al Marchese del Grillo. La Sua fedeltà è commovente, forse un po' ossessiva, ma di una trasparenza esemplare. Piemontesi che parlano in romanesco non se ne sono visti mai, però è comprensibile che Lei riconduca tutte le Sue visioni alla Casa Madre che le ha originate: è coerente, bisogna darGliene atto. Il Suo passaggio nel forum verrà ricordato, non tema.

     

    dralig

  11. Veramente, sig.Brignolo, visto che non capisce (come ha ammesso)) , è Gilardino che ha scritto: "la carovana passa e i cani abbaiano". Gli "epigomi" infatti non abbaiano. Certo, non tutti.

     

    L'ho scritto, si, ma ho dichiarato la fonte: un proverbio del deserto. E poi, l'ho scritto all'inizio del thread. Adesso la carovana è passata - i carri, le merci, i carovanieri, i cammelli li hanno visti tutti: cela suffit. Dovessi citarlo oggi, il proverbio verrebbe modificato così: la carovana è passata da un pezzo, ma i cani seguitano ad abbaiare. Non sono molto intelligenti.

     

    dralig

  12. [OT]

    Fascistoidi, cani da guardia, cospiratori... a mio avviso si è oltrepassato - e di molto - il limite della decenza.

    Francamente non capisco come si possano promulgare e perorare lotte demagogiche in difesa di ciò che, in qualunque mente raziocinante, si potrebbe serenamente definire un errore, facendone discendere l'etichetta di cocciuta perseveranza attribuibile alla strenua difesa dello stesso.

    Non capisco come illustri studiosi e musicologi possano piegare a proprio piacimento le definizioni di trascrizione, adattamento, riduzione e plagio per giustificare opere che, pur non perdendo nulla del loro valore, richiederebbero un minimo lavoro di revisione.

    Non capisco come si possano definire "cani da guardia" persone che prendono le parti (e non le difese, si badi bene!!!) di Gilardino e Zigante mentre si definiscono "epigoni" quelli che le contestano, talvolta in modo pacato, talaltra in modo ridicolo.

    Non capisco come si possa definire fascistoide un musicista che palesa le sue preferenze di repertorio, mentre si lasci correre chi accusa di ottusità queste scelte incitando esplicitamente i giovani a prendere le distanza da questi dinosauri della chitarra perche il futuro del dannato "nostro strumento" del cavolo sta nelle trascrizioni della musica leggera.

    Non capisco come si possano portare avanti delle discussioni nelle quali l'unico modo per procrastinare una pietosa fine è quello di arrivare alle illazioni personali, o alla correzione, a sua volta sbagliata, di errori di gramamtica, ortografia e sintassi (si noti che si pone attenzione sul concetto di partitura, ma non si evidenziano perle come "...oltre ha non godere di...").

     

    Ho evidenti e conclamati limiti di intelletto e rielaborazione che non mi consentono di capire... più mi sforzo e meno capisco... o forse non lo voglio capire, perché mi spaventerebbe scoprire di essere piombato in un cortile d'asilo in cui si litiga perché un compagno di giochi ha osato screditare il supereroe preferito di un altro... ed allora, forse, sarebbe preferibile defilarsi per evitare di sprecare tempo e risorse a parlare con chi non vuole ascoltare... sarebbe preferibile, forse perché più facile, ma non corretto. Io credo che la chitarra sia un'altra faccenda, credo che la Musica sia un'altra faccenda, e per me negarlo sarebbe un forte segno di disonestà nei confronti dei mei allievi ed insegnanti, nei confronti dei miei amici e parenti, nei confronti di chi ha pagato per anni i miei studi quando ancora ero nello stato di famiglia dei miei genitori, nei confronti di quegli sventurati che dovessero mai incappare in una mia esibizioine o registrazione, e nei confronti di me stesso.

     

    EB

     

    [/OT]

     

     

    Caro Ermanno, noi oggi ci domandiamo chi fossero e che cosa sostenessero gli oppositori di Fernando Sor: dalle sue furenti autodifese, possiamo immaginare che fossero i soliti poveracci che in qualche, misero modo, invariabilmente tentano - senza successo - di contrastare il cammino delle persone geniali, dotate di talento vero, o anche solo dei bravi musicisti che cercano di fare seriamente il loro mestiere. Ma quei ragli si sono persi nell'etere: l'oblio ha graziato i somari e, paradossalmente, il pochissimo che ne sappiamo ci è stato trasmesso dal loro antagonista, lo stizzoso don Fernando. Se lui se ne fosse infischiato, dei suoi detrattori non sapremmo nulla.

     

    Con l'avvento di internet, tutto rimarrà invece a disposizione dei posteri. I musicologi del 2200 avranno accesso a questi archivi, li leggeranno, potranno decifrare, nei messaggi di ciascuno, ogni singolo pensiero, ogni moto dell'animo, ogni pulsione: è per questo che è d'uopo indurre lorsignori a manifestarsi, e saggio e astuto farli parlare. La descrizione che danno di sé stessi è tale da rendere superfluo ogni commento: si consegnano alla storia - anche se soltanto a quella del piccolo orto musicale della chitarra - con perfetta trasparenza. Verranno ricordati per quello che erano: aere perennius.

     

    dralig

  13. Nelle pause del mio lavoro esercito, come vede, una sorta di giornalismo estemporaneo in questo forum, dove cerco di rispondere al bisogno di serietà che la stragrande maggioranza dei giovani chitarristi italiani avverte e manifesta: lo considero un servizio reso ai colleghi che si apprestano a diventare i concertisti, gli insegnanti, i ricercatori di domani.

    dralig

     

    Visto che questo forum me ne da la possibilità, vorrei ringraziarla personalmente e nel mio piccolo spronarla a continuare! Il modo in cui espone le notizie non solo ne valorizza l'importanza ma stimola la curiosità e la voglia di approfondire.

    Grazie!

     

    ...e non è detto che un giorno o l'altro io non venga a dare un'occhiatina a qualche archivio di Budapest...non ho ancora perso le speranze, riguardo a "quella" faccenda...

     

    Cordialità.

     

    ag

  14.  

     

     

     

    Se poi tutto sto casotto artatamente creato sia un messaggio neanche troppo criptato alla Berben per una nuova edizione dell'Integrale di Tarrega griffata Gilardino/Zigante, non è un mio problema!!! Che facciano pure, non vedo un problema in ciò....

     

     

     

    gigi

     

    Anche se non uso esibire in questo forum - né altrove - i miei poteri, posso permettermi di proporre apertamente a un editore i miei progetti senza il minimo bisogno di inviargli messaggi criptati. Mi basta presentarmi con la mia faccia e con la mia parola, e fino a oggi nulla di quello che ho proposto è mai stato rifiutato. Ha ragione, signor Luigi Picardi, i miei rapporti con gli editori non sono un Suo problema, anzi non sono un problema di nessuno, nemmeno mio. E' un Suo problema, invece, quello di spandere immondi pettegolezzi sui miei presunti progetti e sul modo di porgerli agli editori: ed è un problema serio, da affrontare altrove che in un forum di chitarra.

     

    dralig

  15.  

    Come è buono e caritatevole, Lei! Quanto alla decenza, non posso esprimere opinioni, corazzato come è dai suoi cani da giuardia.

     

    Ha ragione, sono buono e caritatevole. Dieci anni fa, quando feci pubblicare le "Variazioni" di Respighi, un signore de Roma rilasciò a "Seicorde" un'intervista nella quale, oltre a elogiare i "Cinque pezzi brevi" di Frank Martin (cinque), dichiarava che il brano - mandato alle stampe da Ricordi con cinque - queste si, cinque per davvero - certificazioni di autenticità - era un falso. Sarebbe stato facile rispondergli ricordando ai lettori i suoi Tárrega e il suo Weiss , invece tacqui. A imbavagliarmi, era la mia nota cattiveria.

     

    dralig

     

    Insomma, sta confermando la sua cordiale antipatia, condita da un grano di disprezzo, nei confronti di Mario Gangi.

     

    Mi faccia capire: il maestro Gangi rilascia una pubblica dichiarazione dove afferma che una mia edizione, inquestionabilmente certificata da una serie di autentificazioni dell'originale, è un falso. Lo dice lui, e basta. Io non rispondo polemicamente. Taccio, in pratica. A dieci anni di distanza, faccio osservare che le attribuzioni fasulle non sono mie, e produco i fatti. Risultato: nutro antipatia per il maestro Gangi. Lettori, traete le vostre conclusioni: il diritto di accusare senza prove è prerogativa di un maestro, l'altro deve star zitto, se reagisce, anche a distanza di anni, e in tutt'altro contesto, cede alla tentatazione dell'antipatia e del disprezzo.

     

     

    Da questi presupposti ha dunque inizio la progressiva cancellazione del maestro romano e della sua scuola dalla geografia chitarristica italiana.

    Bene....buono a sapersi....

     

     

    "Lei mi tratta da più di quel che sono" (Alessandro Manzoni, "I promessi sposi", dialogo tra don Rodrigo e frate Cristoforo). La cancellazione del maestro romano e della sua scuola dalla geografia chitarristica italiana sarebbe il tentativo di una mente malata,che grazie a Dio non ha niente che vedere con la mia. La storia della musica - egregio musicologo - non la fa un singolo, tanto meno un folle, la fanno i contemporanei a migliaia - nel caso della piccola storia della musica per chitarra - e i posteri e milioni, e contro il giudizio della storia nulla può il dimenarsi nel presente di qualche idiota. Un'idea del genere sarà buona a sapersi per Lei: Gliene lascio volentieri la paternità, e ancora una volta invito i lettori all'attenzione.

     

     

    E comunque, caro Maestro Gilardino anzichè tenersi dentro il rospo, sarebbe stato cosa buona reagire al momento, prendendo il toro per le corna.

     

    Perchè non lo fece?? forse perchè si ritiene buono e caritatevole??

    Vista la grinta che tira fuori dalle pagine di un Forum chitarristico, avrebbe potuto (e dovuto) fare lo stesso in pubblico o a mezzo stampa.

     

     

     

    Rospi, tori, corna: che bella prosa! Quello che avrei dovuto fare, e che devo fare, quando e come, se permette è affar mio: io contrasto le Sue affermazioni ma non mi permetto di suggerirLe la Sua linea di condotta. Faccia lo stesso con me. Metta le Sue affermazioni - sono ben lungi dall'esserne intimorito - contro le mie, ma di quel che devo fare, come e quando, l'unico responsabile sono io.

     

    Dunque trova una conferma la pretestuosità di questo topic su Tarrega.

    L'apparente polemica sul compositore spagnolo giustifica lo spostamento dell'oggetto della discussione su Gangi e Carfagna.

     

    Continua a non capire che stiamo parlando per migliaia di persone (la quantità degli accessi a questo thread è ben più alta del numero di iscritti al forum), e che queste persone sono pensanti, capaci di elaborare opinioni e giudizi, di trarre conclusioni proprie: delle Sue ossessioni, non importa niente a nessuno, qui si parla di autori e di edizioni e, al riguardo, Lei non ha niente da dire, perché è chiaro a tutti che Lei non sa niente, non ha mai studiato l'argomento, non ha mai letto le edizioni della musica di Tárrega, eccettuata (forse) quella di Gangi e Carfagna, che non è in grado nemmeno di distinguere il concetto di "elaborazione" da quello di "trascrizione" o di pura e semplice copiatura. Lei, in questo forum, si è rivelato per quello che è, e più insiste nel ribattere gli stessi tasti morti, più si manifesta.

     

    dralig

  16.  

    Dralig si è svegliato solamente ora dal suo "torpore" riguardo a tutto ciò? E per quali oscuri e reconditi motivi?...

     

     

    Torpore? No, era indifferenza e caritatevole silenzio.

    I motivi oscuri e reconditi? La decenza.

     

    Mi pare una affermazione un po' grave, specie se proviene da un personaggio come Lei.

    Sarebbe meglio che scendesse un po' più in profondità al riguardo....

    Cosa c'entra la decenza??? Forse che il comportamento dei due maestri romani oltrepassò la decenza??

     

    Mi ha preso per stupido? Si ravveda prontamente, Lei che percepisce il torpore altrui. Io non ho accusato i maestri Gangi e Carfagna di comportamento indecente, questo sta tentando di insinuarlo Lei. Ho detto che, per amore della decenza, era necessario ribellarsi all'insinuazione del signor gasgas, il quale ha cercato, all'inizio di questo thread, di suggerire che fosse in atto una congiura del silenzio a carico dell'edizione Gangi-Carfagna delle opere di Tárrega. E' la quarta volta che debbo ribadire quest'evidenza.

     

    Un "personaggio" come me è in grado di rispondere delle sue affermazioni in ogni momento, se ha commesso un errore lo ammette e se ne scusa e, se fosse incappato nell'infortunio di un'edizione piena di errori, farebbe quello che va fatto: la correggerebbe.

     

    dralig

  17.  

    Come è buono e caritatevole, Lei! Quanto alla decenza, non posso esprimere opinioni, corazzato come è dai suoi cani da giuardia.

     

    Ha ragione, sono buono e caritatevole. Dieci anni fa, quando feci pubblicare le "Variazioni" di Respighi, un signore de Roma rilasciò a "Seicorde" un'intervista nella quale, oltre a elogiare i "Cinque pezzi brevi" di Frank Martin (cinque), dichiarava che il brano - mandato alle stampe da Ricordi con cinque - queste si, cinque per davvero - certificazioni di autenticità - era un falso. Sarebbe stato facile rispondergli ricordando ai lettori i suoi Tárrega e il suo Weiss , invece tacqui. A imbavagliarmi, era la mia nota cattiveria.

     

    In questo forum, la libertà di opinione non è mai stata contrastata. Certo, per esprimere opinioni, bisogna averne, e l'ingiuria personale non è un'opinione: lo sanno anche i cani, ma certi bipedi battezzati, se mai lo seppero, l'hanno dimenticato, tanto da spingersi a dare del cane a chi ha delle opinioni e qui le esprime.

     

    Chitarristi che avete scritto in questo thread assumendo posizioni diverse da quelle di gasgas, sappiate che egli non vi riconosce come esseri umani capaci di formarsi un'opinione e aventi il diritto di esprimerla: se dite qualcosa che non gli aggrada, siete cani da guardia. La vostra parola, per il solo fatto di non recapitargli i messaggi che egli gradisce, diventa un latrato. Lui, gas gas, è buono e decente. E siccome ama dispensare i suoi apprezzamenti ingiuriosi coperto dall'anonimato, pensa che i quadrupedi non sappiano decriptare un nom de plume. Sbaglio, o si sbaglia?

     

     

    dralig

  18. Grazie Maestro.

    E' davvero importante per noi studenti avere un inquadramento storico completo sulla chitarra e sugli eventi- spesso dovuti a regole di mercato- che ne hanno decretato successi e sepolture.

    Personalmente - stanco di diktat e leggende metropolitane costruite attorno a certa musica-, non posso far altro che augurarle di lavorare nelle migliori condizioni affinchè i suoi sforzi vengano ripagati quanto prima.

     

    Le condizioni di lavoro sono molto migliorate da quando internet ha permesso la consultazione online di cataloghi di intere biblioteche e spesso anche dei testi musicali; inoltre, lo scambio di notizie e di informazioni, sia con la posta elettronica che con le newsgroup, i forum e i blog è diventato molto più intenso e veloce.

     

    E' importante, anzi vitale, che gli studenti, i diplomandi e laureandi, i giovani concertisti, incomincino ad approfondire la loro conoscenza della storia della musica per chitarra: non si tratta di un accessorio ornamentale da aggiungere alla formazione virtuosistica, ma di un nutrimento essenziale della propria arte di interpreti. Per fare ciò, occorre ricercare i testi - ormai non più tanto rari - nei quali gli autori e le opere sono stati sottoposti a uno studio attento e rigoroso, ed è indispensabile, per accedere a tali letture, conoscere l'inglese e lo spagnolo.

     

    Contrariamente a quanto si paventa, io credo che, nel volgere di un paio di generazioni, il caravanserraglio della chitarra verrà ripulito di tutta l'immondizia che adesso lo ingombra. Tocca a voi, che avete venti o trent'anni, fare pulizia: dateci dentro.

     

    dralig

  19. Preludi con temi ispirati o presi da altri compsitori non le definirei propriamente 'false attribuzioni' che in musicologia, come in filologia, sono ben altra cosa....

     

    E meno male che tutti voi affermate di essere esperti e navigati musicologi....

     

    buona domenica

     

    lp

     

    Visto, Frédéric?

     

    dralig

     

    ...andiamo bene...proprio bene....

    Della serie: ve la cantate e ve la suonate....

    Mi sembrate in preda ad un inspiegabile 'delirium omnipotentiae'.....

     

    Complimenti vivissimi e prosehuite su questa strada, cari 'signori tra cinquanta persone'

     

    I miei rispetti

     

    LP

     

    Lei, che quando parla e scrive viene ascoltato e letto da vaste platee, che cosa cerca tra cinquanta persone in preda a delirio d'onnipotenza? Non Le bastano le folle altrove plaudenti al Suo verbo musicologico? E perché rispetta chi delira? Io non lo faccio: al massimo, lo compatisco.

     

    dralig

  20.  

     

     

     

    vado a giocare con mio mio figlio..è..meglio...

    scusate ..

    buona serata...

     

     

    :

     

    Giuoca pure con tuo figlio, caro Marcello, ma se non vuoi che, fra vent'anni, la sua vita sia governata dalle regole della cialtroneria pseudoculturale dettate dalla televisione e dalle hit-parade, se non vuoi, nella tua vecchiaia, essere compatito da qualche campione del supermercato che offre, nello stesso scaffale, le opere di Shakespeare e i romanzi di Moccia, pretendendo che si tratti di espressioni differenti della stessa cultura, allora parla, scrivi, dichiara ogni giorno chi sei, chi hai scelto di essere e che cosa non sei e non vuoi essere, e rendi chiara la differenza tra il "chi" e il "che cosa". Non aver paura, non è questione di vincere o di perdere, è questione di essere o di non essere.

     

    dralig

  21. ma dei “garanti “ quali una rivista musicologica o un convegno importante che possano eventualmente confermare (o forse Lei preferirebbe smentire) le affermazioni mie e di Gilardino.

    Sempre dimostrando, poi, che lo scrivere su una rivista musicologica o il partecipare ad un convegno importante diano a costoro una patente di "giudice" o comunque un'autorevolezza maggiore rispetto a ciò che, internazionalmente riconosciuto, tu ed Angelo avete fatto finora in campo musicologico.

    Basterebbe parlare solo di Archivio Segovia, A.Josè e H.Villa-Lobos.

    Mah, dove siamo arrivati........

     

    Antonio José, caro Lucio, fu assassinato a 33 anni da quelli che un suo amico, anni dopo, definì "cattivi musicisti", esattamente come, negli stessi torbidi frangenti, dai "cattivi poeti" fu assassinato Federico García Lorca: la guerra civile, in Spagna non meno che, successivamente, in Italia, servì come paravento a una quantità enorme di regolamenti di conti da parte di persone arse dall'odio e dall'invidia, che diedero sfogo alla loro feroce frustrazione compiendo crimini comuni, coperti da false motivazioni politiche.

     

    Il chitarrista-compositore russo Matvei Pavlov-Azancheev ebbe la sua carriera stroncata da un chitarrista che - lavorando per i servizi segreti - lo fece accusare di attività antisovietica e lo fece recludere per dieci anni in un lager, dal quale uscì stremato.

     

    Io credo - anzi so - che ci troviamo in un momento cruciale per la storia della nostra cultura: molto al di là dell'orticello della musica per chitarra, è in atto un processo in cui si stanno confrontando, da un lato l'umanesimo, con le evoluzione rese possibili dalla tecnologia, dall'altra quello che Hermann Hesse definì, mezzo secolo fa, il "nuovo Medioevo", annunciandone l'inizio, cioè il ritorno al buio fitto dell'ignoranza e a quello che un grande umanista chiamò "lo spaccio de la bestia trionfante" (se ne vedono i fenomeni anche in questo forum). Bisogna schierarsi. Anche, anzi soprattutto, nel "piccolo": bisogna manifestarsi, bisogna esserci. Non si può rimanere trincerati dietro il paravento della propria posizione acquisita, dalla quale si potrebbe osservare quello che sta accadendo senza compromettersi. Io non ho nulla da guadagnare dai miei interventi su questo forum, ma non posso non esserci con la scusa che uno come me non ne ha bisogno. Ne hanno bisogno gli altri, quelli che hanno appena scelto e si sentono deboli, e quelli che devono ancora scegliere, e si domandano se ne valga la pena, se possa servire a qualcosa.

     

    dralig

  22. Mi permetta di farLe notare, caro Mercurio, che Angelo Gilardino non è un "appassionato" di chitarra, ma uno studioso la cui autorevolezza è riconosciuta in tutto in mondo.

     

     

    Scusa Frédéric, ma da uno che evidentemente non conosce le Sonate per violino solo di Bach, i Quartetti di Mendelssohn e i Preludi di Chopin, che cosa ti aspetti?

     

     

     

    .

    Per concludere Le metto in allegato ciò che poteva trovare e scaricare in internet in un quarto d’ora per verificare le false attribuzioni.

     

    Preludio n.11 Legga a p.4 dell Fantasia op.7 di Sor

     

    Preludio n.16 Legga a p. 15 dei Preludi op 28 di Chopin

     

    Preludio n.17 Legga a p.7 del Quartetto op.12 n.1 di Mendelssohn

     

    Per poterli vedere e scaricare deve aver fatto il login come utente del forum.

     

    Questa tua premura sarà utile ad altri, ma non alla persona alla quale l'hai regalata. L'ignoranza, Frédéric, non è quella di chi non sa, ma quella di chi si vanta di non sapere, e ne fa pubblica esibizione. Non devi frenarli, questi tipi, devi anzi indurli a manifestarsi: credono di trovarsi in un pub, non sanno che i loro messaggi sono letti ogni giorno da migliaia di persone e che rimarranno per decenni nell'archivio pubblico del forum, a memoria delle loro gesta.

     

    dralig

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