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Angelo Gilardino

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Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Magister, incuriosito dalla tua sonata "Winter Tales", ho abbozzato un grafico dell'accordatura della chitarra russa a sette corde:

    Sono giuste le altezze? e la disposizione delle corde?

     

    L'accordatura è giusta, ma c'è un errore nella disposizione delle note sulla prima corda.

     

    ed eventualmente (a fatica :)) si riuscisse a suonarlo su una dieci corde, le restanti tre corde come converrebbe accordarle? di solito uso le altezze re-do-si la (per la settima, ottava, nona e decima) per l'accordatura tradizionale ma in questo caso?..

    grazie

     

    marcello

     

    direi do si bemolle sol (se puoi scendere di tanto).

     

    In questo modo, potrai trasportare all'ottava inferiore e suonare a vuoto qualche basso in più. Però non sono sicuro del risultato.

     

    dralig

  2. Ma a che scopo???

     

    Lucro.

     

    dralig

     

    Ma no. Ma quale lucro. Ci vuole un cervello attivo per usare un'azione (anche bieca) allo scopo di incamerare quattrini.

    Lo scopo è invece un altro e per capire a cosa alludo è sufficiente leggere il post dell'ometto-tastiera che scrive firmandosi "Pietro Lucca" (inesistente) su

     

    http://lavamp3.com/buy_mp3_album2499021/Gilardino-Angelo/19th-Century-Guitar-Music.html

     

    per capire che il tentativo era quello di tirar fuori ben altro.

     

    che pena

    l'invidia è una brutta bestia

    più che mai valida la massima:

    "Non c'è nulla di più pericoloso che costringere qualcuno a non poter fare a meno di sentirsi stupido"

     

    Mister "Pietro Lucca" è uno degli scrutinatori pazienti che seguono passo per passo, come ombre, il mio cammino: dai suoi appunti, si vede che dedica molto tempo a raccogliere dati e notizie che mi riguardano, li archivia, li legge, li mette a confronto. Nella newsgroup (prevalentemente frequentata da chitarristi USA) rec.music.classical.guitar si è accanito in tutti i modi, oggi come in passato, nel tentativo di gettare sospetti e, appena smentito dall'evidenza dei fatti e dalla comunicazione del maestro Farolfi, si è subito gettato in un altro torbido, quello dei falsi di Segovia che da qualche tempo circolano nel web.

     

    Che dire dei malviventi? Ecco, che vivono male.

     

    agiliar

  3. Nel website

     

    http://lavamp3.com/view_artist_discography438330/Gilardino-Angelo.html

     

    si offrono registrazioni di musiche per chitarra del secolo XIX con il mio nome. Non ho mai registrato nulla del genere.

    Si tratta di un falso.

     

    Mentre passo la pratica al mio legale, vi prego di prendere atto della truffa.

     

    Angelo Gilardino

     

     

    Sono ora in grado di precisare che le registrazioni in questione sono state effettuate nel 1995 dal chitarrista Riccardo Farolfi di Bologna, per l'etichetta Erga, n. 00007.

     

    L'ho informato dell'abuso che si sta commettendo anche a suo danno.

     

    ag

  4. Volevo sapere dai maestri Gilardino e/o Porqueddu alcune cose sullo studio n.1. La legatura alla fine della frase mi confermate che non puo essere eseguita appoggiando il dito 3 sulla corda sottostante in quanto ferma la vibrazione della terza corda? Ma va eseguita in aria? E poi, volevo sapere le abbreviazioni "sub." e "l.v." cosa significano? Grazie mille. Saluti, Simosva.

    Non capisco cosa intendi.

    La legatura, essendo tratteggiata, è un suggerimento e quindi può anche essere omessa.

    Nel caso la si voglia eseguire, lo si farà con un legato tecnico tra il si bemolle ed il sol a vuoto, forse quello che tu chiami "in aria", con il terzo dito.

    Per quanto riguarda sub., significa "subito", nel primo caso riferito al F, cioè Forte subito.

    L.v. significa "lasciar vibrare", cioè tenere le note senza smorzarne le vibrazioni (noterai che in questo studio l.v. si riferisce sempre a un sol o un si a vuoto) alla fine del loro valore reale scritto.

     

    LuM

     

    Confermo quanto scritto da Lucio Matarazzo, che ha inciso un'esecuzione mozzafiato dello studio in oggetto nel suo CD "Lucio Matarazzo and Friends".

     

    dralig

  5. DonAndresYPaquita_AlfredoEscande.png

     

    Ho appena acquistato su lulu.com la recentissima pubblicazione di Alfredo Escande "Don Andrés y Paquita":

     

    Historia de la vida del guitarrista español Andrés Segovia durante los años que pasó en Montevideo, los antecedentes y las consecuencias de ese período. En forma paralela, el libro incluye la primera biografía de la gran pianista Paquita Madriguera, que fuera su esposa en esos años.

     

    Su lulu.com è possibile acquistare la copia in formato digitale (PDF) a pochi euro oppure (meglio di no) ordinare un libro "a copertina morbida" a circa 17 EUR.

    Lo scritto conta 479 pagine. Ecco i contenuti:

     

    DonAndresYPaquita_AlfredoEscande_indice.png

     

    Leggerò nei prossimi giorni (ieri ho ripreso, non l'avrei mai detto, "I dolori del giovane Werther") e vi saprò dire.

     

    E' un ottimo lavoro, ricchissimo di documentazione e di ricerca in emeroteca, e scritto con chiarezza e con stile.

     

    dralig

  6. Volendo approfondire lo studio di questa tecnica chitarristica (propedeutica per il tremolo), quali composizioni della letteratura chitarristica possono essere studiate? (A parte gli studi 2 e 7 op. 60 di Carcassi)

     

    Grazie.

     

    Note ribattute o tremolo non sono tecniche speciali, sono solo applicazioni diverse della normalissima tecnica dell'arpeggio. Non c'è motivo di studiarle separatamente da qualsiasi arpeggio.

     

    dralig

     

    M° consiglia di applicare a qualsiasi esercizio o studio basato su una serie di arpeggi le tecnice suddette, modificando in pratica lo studio stesso?

     

    Solo se nell'eseguire lo studio o il passo in questione trova delle difficoltà. Allora, dovrà comprenderne l'origine e forgiare un esercizio ad hoc per migliorare la situazione.

     

    dralig

  7. Volendo approfondire lo studio di questa tecnica chitarristica (propedeutica per il tremolo), quali composizioni della letteratura chitarristica possono essere studiate? (A parte gli studi 2 e 7 op. 60 di Carcassi)

     

    Grazie.

     

    Note ribattute o tremolo non sono tecniche speciali, sono solo applicazioni diverse della normalissima tecnica dell'arpeggio. Non c'è motivo di studiarle separatamente da qualsiasi arpeggio.

     

    dralig

  8. Cè anche la spiegazione dei problemi che si possono incontrare?

     

    Le edizioni citate sono valide - ne esistono altre che, per l'uso pratico del chitarrista che deve leggere e imparare, sono più immediate, perché contengono anche diteggiature valide: tanto per rimanere nell'ambito dell'editoria italiana, quella più recente, pubblicata da Bèrben e curata da Francesco Taranto.

     

    I problemi che si possono incontrare sono diversi a seconda del grado di preparazione dell'esecutore: possono risultare ardui o finanche insormontabili, se il chitarrista in questione non ha la maturità necessaria.

     

    Comunque, è bene leggere e studiare Bach con un metodo adatto. La sua musica è basata sul contrappunto, quindi la prima cosa da fare è leggere le voci separatamente e indipendentemente, imparandone il profilo: questo si può fare senza strumento (se si ha la necessaria capacità di cantare leggendo una melodia), oppure anche con lo strumento (in questo caso, suonando le voci a una a una, non è necessario rispettare le diteggiature finali, e si può adottare la diteggiatura più semplice). Quando le voci sono state assimilate perfettamente, allora si incomincia a fare il montaggio verticale, e in questa fase, poiché il nostro limitato cervello tende a focalizzare una voce primaria e a seguire il tessuto contrappuntistico a partire da quella, sarà bene non cantare mentalmente (o anche fisicamente) la voce superiore - quella che canterebbe anche la nostra colf - ma quella inferiore, in un pezzo a due voci, o anche quella centrale, in un pezzo a tre voci: in altre parole, è bene controllare il pezzo da una posizione interna. Questa strategia aiuta molto a coprire i possibili vuoti nella polifonia, cioè quelle interruzioni involontarie del suono che accadono quando non si controlla con l'orecchio il percorso del basso e/o della voce interna, mentre se c'è un vuoto nella voce superiore se ne accorge chiunque. La qualità di un'esecuzione è fondata proprio sulla completezza della polifonia in tutte le sue linee, e l'errore più banale consiste invece nel trattare la voce interna e il basso come parti di accompagnamento, in cui le interruzioni di suono non sembrano compromettenti. Le diteggiature sono sempre soggettive, ma indubbiamente le migliori sono quelle che permettono di rispettare le parti senza interruzioni di suono.

     

    Un altro aspetto importante è quello della regolarità delle linee, nelle quali non devono aver luogo picchi sforzati o mancamenti (cioè cadute improvvise dell'intensità del suono). Per imparare a eseguire bene le linee è utilissimo cantarle con la propria voce - e si constaterà che non ci si sogna mai di sforzare una nota con un accento improvviso o di smorzarne un'altra con un "subito piano". Cantando le voci, si individuano facilmente i punti in cui è opportuno "respirare", cioè collocare quelle brevi pause che separano le unità (frasi, mezze frasi) costituenti il periodo musicale, dando senso al discorso. Approfondendo questo studio, si impara a collocare le articolazioni, ossia quei modi di pronunciare ogni singola nota come parte di un discorso musicale organico: legato, legato-staccato, staccato, appoggiato, portato, tenuto, etc., articolazioni che converrà annotare sul proprio testo musicale con la scrittura propria: punti, lineette, legature, frecce, etc.

     

    La cosa peggiore che si può fare è buttarsi su un pezzo tentando di suonarlo con una sola lettura verticale delle parti: ne uscirà inevitabilmente una polifonia frammentata, balbettata, e un fraseggio a singhiozzo. Un buon musicista distingue un'esecuzione verticale da un'esecuzione realmente polifonica dopo due battute.

     

    Questo metodo è indispensabile per imparare a suonare correttamente Bach e, in generale, tutta la musica polifonica, ma si applica utilmente anche a composizioni apparentemente melodiche - in realtà concepite a partire da un modello polifonico: per esempio, la maggioranza degli Studi di Fernando Sor.

     

    dralig

  9.  

    Bene, allora rivedrò una nuova versione di questa romanza cercando di rispettare la forma e non negandola, come invece ho fatto qui. Ma è sbagliato da un punto di vista compositivo rinnegare la forma iniziale allontanandosene (sempre però prendendo materiale da essa), per poi ritornarvi? Come una specie di trio di Minuetto?

     

    Le risposte negative non sono sbagliate, certo che no, a patto che siano delle risposte. La tua battuta 5, a fronte della battuta 1 del tema, non è una risposta negativa, è solo un impoverimento; la tua battuta 7, rispetto alla battuta 3 del tema, è troppo modesta, quasi un cliché, non te la puoi cavare così...

     

    Datti da fare e spremi il cervello. Devi fare una cosa più ordinata, più forte, più compatta, così è troppo poco...

     

    dralig

  10. dralig

     

    Maestro, chiedo scusa se La tartasso di domande, so che non mi vorrà mandar male per questo, ma vorrei sapere invece cosa ne pensa della forma, l'ho fatta vedere al mio insegnante di lettura della partitura, e lui è convinto che dal punto di vista delle frasi c'è ancora da lavorarci, perchè mancano delle battute per completare l'ultima frase, mi piacerebbe conoscere il Suo parere. Il mio insegnante di composizione non ha avuto nulla da obbiettare su questo fin dal principio, quando gli ho dato la prima bozza a lezione. Lei che ne pensa? La ringrazio.

     

    P.S. ovviamente chiunque voglia rispondere e dare consigli, è ben accetto. :D

     

    Se per forma s'intende l'intelaiatura strutturale (simmetria proposta-risposta, etc.), sei quasi a posto. Il concetto di forma, tuttavia, dovrebbe essere fin dall'inizio sviluppato in modo ampio: non basta creare delle simmetrie, bisogna anche creare il senso della continuità e della consequenzialità. Ti faccio un esempio: le prime quattro batture - quelle propriamente tematiche - contengono non soltanto un percorso ritmico-armonico, ma anche un valore melodico. A partire da battura 5 - cioè de dove inizia la tua costruzione - troviamo invece un indebolimento della forma, perché l'elemento melodico cede il passo a figure ritmico-armoniche. No, devi rispondere con la stessa forma, non impoverire la melodia. Riscrivi le quattro battute di risposta in modo consequenziale, non cambiare gioco: Mendelssohn la mette così? Ebbene, adesso gli faccio vedere io...

     

    Vediamo queste quattro battute, poi...

     

    dralig

  11. Salve a tutti, volevo rendervi partecipi della mia felicità e soddisfazione, perchè ho terminato di scrivere la mia prima romanza senza parole, e volevo condividerla con voi, magari per qualche spunto o considerazioni, sarei contento di sentire il parere degli addetti ai lavori. Grazie in anticipo.

     

    Francesco

     

    Nella tua romanza, i punti melodicamente e armonicamente salienti sono collocati quasi sempre sul terzo tempo della misura di 4/4: sei sicuro che questa sia la miglior disposizione? Sembrerebbe di no, e lo conferma l'anomalo aggravamento dell'ultima battuta. Prova a riscrivere il brano con il motivo acefalo di una minima, iniziando in levare, e vedrai ricollocati sul primo tempo della misura i punti salienti. Inoltre, non sarai costretto a riempire l'ultima misura, ne basterà mezza, e il da capo partirà giusto in levare. L'ultima battuta dopo il ritornello, quella si, potrai aggravarla.

     

    Non ci sarebbe niente di male - anzi forse è la soluzione migliore - cambiare metrica e riscrivere tutto in 2/4.

     

    Niente obiezioni sul fatto delle dominanti in battere, non preoccupartene, preoccupati invece di dare al lettore la notazione che lo guidi più direttamente al giusto fraseggio.

     

    dralig

  12. Mi piace collezionare gli strumenti "Mozzani" del 1938 (ho anche mandolino-padellino e violino modello strad personalizzato) ed ho due copie del volume (sempre di Intelisano) "Mozzani, un liutaio e la sua arte", edito con la coordinazione di Zarri nel 1990. Qualcuno mi sa dire se questo volume è un remake integrato di quello in mio possesso, di cui segue le linee, almeno stando alle divisioni in capitoli ?

    Mi sono troppo impigrito per andare a consultarlo in una libreria.

    Eventuali grazie.

     

    Si, è fondamentalmente lo stesso volume, con sostanziosi arricchimenti specialmente nella parte dedicata alla liuteria e nell'iconografia.

     

    dralig

  13. Henze ha scritto anche 'An Eolische Arphe', concerto per chitarra ed orchestra datato 1986, anche questo mai sentito

     

    I concerti per chitarra e orchestra scritti nel Novecento e fino a oggi sono più di 500.

    Nel mondo, si tengono grosso modo 400 concerti di chitarra e orchestra l'anno. La ripartizione - sempre grosso modo - è la seguente: 300 volte, Aranjuez; dieci volte ciascuno i concerti di: Giuliani (solo il primo), Rodrigo (Fantasia), Castelnuovo-Tedesco (solo il primo), Ponce, Villa-Lobos; il rimanente ( cinquanta concerti ) divisi tra pochi altri nomi, eseguiti al massimo due o tre volte, e le prime esecuzioni. I Concerti mai o quasi mai eseguiti sono non decine, ma centinaia, e non sono soltanto quelli di illustri (e magari degnissimi) sconosciuti, ma anche quelli di autori famosi, come Ennio Morricone.

     

    dralig

     

    Maestro quali sono a suo dire quelli che, nella moltitudine, andrebbero valorizzati?! sono molto curioso

     

    Io mi sento di mettere quello di Tansman e anche il concerto di Castilla di Moreno Torroba

     

    Tansman ha scritto due concerti e mezzo: il Concertino inciso da Frédéric Zigante e la Musique de Cour ispirata alle composizioni di Robert de Visée, più un terzo Concerto, Hommage à de Falla, del quale ha scritto però soltanto la versione per chitarra e pianoforte: in sostanza, è da orchestrare, e io ho promesso di fare quest'orchestrazione. Promissio boni viri obligatio est...

     

    Moreno-Torroba ha scritto un numero imprecisato di concerti, almeno tre. Orchestrava benissimo, con molto colore. Tra le partiture che ho letto, la migliore mi sembra "Homenaje a la Seguidilla": ha una lunga introduzione orchestrale dai tono stravinskiani davvero sorprendente.

     

    L'elenco dei Concerti sepolti è sterminato, e non lo incomincio perché non so quando potrei terminarlo.

     

    dralig

  14.  

    Grazie mille M°Gilardino. In questi giorni mi sto informando sul repertorio per chitarra, ho letto dell'esistenza di un concerto per Chitarra di Edison Denisov, Lei lo ha mai letto? Scusate per il OT :oops:

     

     

    Certo che ho letto il Concerto di Denisov. E' eccellente, così come la sua Sonata per chitarra sola e quella per flauto e chitarra.

     

    dralig

  15. Henze ha scritto anche 'An Eolische Arphe', concerto per chitarra ed orchestra datato 1986, anche questo mai sentito

     

    I concerti per chitarra e orchestra scritti nel Novecento e fino a oggi sono più di 500.

    Nel mondo, si tengono grosso modo 400 concerti di chitarra e orchestra l'anno. La ripartizione - sempre grosso modo - è la seguente: 300 volte, Aranjuez; dieci volte ciascuno i concerti di: Giuliani (solo il primo), Rodrigo (Fantasia), Castelnuovo-Tedesco (solo il primo), Ponce, Villa-Lobos; il rimanente ( cinquanta concerti ) divisi tra pochi altri nomi, eseguiti al massimo due o tre volte, e le prime esecuzioni. I Concerti mai o quasi mai eseguiti sono non decine, ma centinaia, e non sono soltanto quelli di illustri (e magari degnissimi) sconosciuti, ma anche quelli di autori famosi, come Ennio Morricone.

     

    dralig

  16. Qualcuno di voi ha mai ascoltato l'opera per 3 chitarre "Triosatz" di Hindemith? Che impressioni vi ha fatto? Esiste qualche registrazione valida?

     

    Il titolo dell'opera è Rondo. La mano di un maestro si riconosce dopo pochissime battute: Hindemith era un compositore di immensa bravura, uno di quegli "artigiani" capaci di imbastire un discorso musicale compiuto a partire da qualunque materiale, anche il più grezzo e inerte. E' un peccato che, nei riguardi della chitarra, si sia fermato lì - se i chitarristi lo avessero stimolato, oggi potremmo avere Ludus Tonalis anche per chitarra...

     

    dralig

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