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Angelo Gilardino

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Tutti i contenuti di Angelo Gilardino

  1. Note ribattute o tremolo non sono tecniche speciali, sono solo applicazioni diverse della normalissima tecnica dell'arpeggio. Non c'è motivo di studiarle separatamente da qualsiasi arpeggio. dralig
  2. Le edizioni citate sono valide - ne esistono altre che, per l'uso pratico del chitarrista che deve leggere e imparare, sono più immediate, perché contengono anche diteggiature valide: tanto per rimanere nell'ambito dell'editoria italiana, quella più recente, pubblicata da Bèrben e curata da Francesco Taranto. I problemi che si possono incontrare sono diversi a seconda del grado di preparazione dell'esecutore: possono risultare ardui o finanche insormontabili, se il chitarrista in questione non ha la maturità necessaria. Comunque, è bene leggere e studiare Bach con un metodo adatto. La sua musica è basata sul contrappunto, quindi la prima cosa da fare è leggere le voci separatamente e indipendentemente, imparandone il profilo: questo si può fare senza strumento (se si ha la necessaria capacità di cantare leggendo una melodia), oppure anche con lo strumento (in questo caso, suonando le voci a una a una, non è necessario rispettare le diteggiature finali, e si può adottare la diteggiatura più semplice). Quando le voci sono state assimilate perfettamente, allora si incomincia a fare il montaggio verticale, e in questa fase, poiché il nostro limitato cervello tende a focalizzare una voce primaria e a seguire il tessuto contrappuntistico a partire da quella, sarà bene non cantare mentalmente (o anche fisicamente) la voce superiore - quella che canterebbe anche la nostra colf - ma quella inferiore, in un pezzo a due voci, o anche quella centrale, in un pezzo a tre voci: in altre parole, è bene controllare il pezzo da una posizione interna. Questa strategia aiuta molto a coprire i possibili vuoti nella polifonia, cioè quelle interruzioni involontarie del suono che accadono quando non si controlla con l'orecchio il percorso del basso e/o della voce interna, mentre se c'è un vuoto nella voce superiore se ne accorge chiunque. La qualità di un'esecuzione è fondata proprio sulla completezza della polifonia in tutte le sue linee, e l'errore più banale consiste invece nel trattare la voce interna e il basso come parti di accompagnamento, in cui le interruzioni di suono non sembrano compromettenti. Le diteggiature sono sempre soggettive, ma indubbiamente le migliori sono quelle che permettono di rispettare le parti senza interruzioni di suono. Un altro aspetto importante è quello della regolarità delle linee, nelle quali non devono aver luogo picchi sforzati o mancamenti (cioè cadute improvvise dell'intensità del suono). Per imparare a eseguire bene le linee è utilissimo cantarle con la propria voce - e si constaterà che non ci si sogna mai di sforzare una nota con un accento improvviso o di smorzarne un'altra con un "subito piano". Cantando le voci, si individuano facilmente i punti in cui è opportuno "respirare", cioè collocare quelle brevi pause che separano le unità (frasi, mezze frasi) costituenti il periodo musicale, dando senso al discorso. Approfondendo questo studio, si impara a collocare le articolazioni, ossia quei modi di pronunciare ogni singola nota come parte di un discorso musicale organico: legato, legato-staccato, staccato, appoggiato, portato, tenuto, etc., articolazioni che converrà annotare sul proprio testo musicale con la scrittura propria: punti, lineette, legature, frecce, etc. La cosa peggiore che si può fare è buttarsi su un pezzo tentando di suonarlo con una sola lettura verticale delle parti: ne uscirà inevitabilmente una polifonia frammentata, balbettata, e un fraseggio a singhiozzo. Un buon musicista distingue un'esecuzione verticale da un'esecuzione realmente polifonica dopo due battute. Questo metodo è indispensabile per imparare a suonare correttamente Bach e, in generale, tutta la musica polifonica, ma si applica utilmente anche a composizioni apparentemente melodiche - in realtà concepite a partire da un modello polifonico: per esempio, la maggioranza degli Studi di Fernando Sor. dralig
  3. Libro scritto con padronanza della materia e con chiarezza, utilissimo. dralig
  4. Le risposte negative non sono sbagliate, certo che no, a patto che siano delle risposte. La tua battuta 5, a fronte della battuta 1 del tema, non è una risposta negativa, è solo un impoverimento; la tua battuta 7, rispetto alla battuta 3 del tema, è troppo modesta, quasi un cliché, non te la puoi cavare così... Datti da fare e spremi il cervello. Devi fare una cosa più ordinata, più forte, più compatta, così è troppo poco... dralig
  5. Maestro, chiedo scusa se La tartasso di domande, so che non mi vorrà mandar male per questo, ma vorrei sapere invece cosa ne pensa della forma, l'ho fatta vedere al mio insegnante di lettura della partitura, e lui è convinto che dal punto di vista delle frasi c'è ancora da lavorarci, perchè mancano delle battute per completare l'ultima frase, mi piacerebbe conoscere il Suo parere. Il mio insegnante di composizione non ha avuto nulla da obbiettare su questo fin dal principio, quando gli ho dato la prima bozza a lezione. Lei che ne pensa? La ringrazio. P.S. ovviamente chiunque voglia rispondere e dare consigli, è ben accetto. Se per forma s'intende l'intelaiatura strutturale (simmetria proposta-risposta, etc.), sei quasi a posto. Il concetto di forma, tuttavia, dovrebbe essere fin dall'inizio sviluppato in modo ampio: non basta creare delle simmetrie, bisogna anche creare il senso della continuità e della consequenzialità. Ti faccio un esempio: le prime quattro batture - quelle propriamente tematiche - contengono non soltanto un percorso ritmico-armonico, ma anche un valore melodico. A partire da battura 5 - cioè de dove inizia la tua costruzione - troviamo invece un indebolimento della forma, perché l'elemento melodico cede il passo a figure ritmico-armoniche. No, devi rispondere con la stessa forma, non impoverire la melodia. Riscrivi le quattro battute di risposta in modo consequenziale, non cambiare gioco: Mendelssohn la mette così? Ebbene, adesso gli faccio vedere io... Vediamo queste quattro battute, poi... dralig
  6. Nella tua romanza, i punti melodicamente e armonicamente salienti sono collocati quasi sempre sul terzo tempo della misura di 4/4: sei sicuro che questa sia la miglior disposizione? Sembrerebbe di no, e lo conferma l'anomalo aggravamento dell'ultima battuta. Prova a riscrivere il brano con il motivo acefalo di una minima, iniziando in levare, e vedrai ricollocati sul primo tempo della misura i punti salienti. Inoltre, non sarai costretto a riempire l'ultima misura, ne basterà mezza, e il da capo partirà giusto in levare. L'ultima battuta dopo il ritornello, quella si, potrai aggravarla. Non ci sarebbe niente di male - anzi forse è la soluzione migliore - cambiare metrica e riscrivere tutto in 2/4. Niente obiezioni sul fatto delle dominanti in battere, non preoccupartene, preoccupati invece di dare al lettore la notazione che lo guidi più direttamente al giusto fraseggio. dralig
  7. Si, è fondamentalmente lo stesso volume, con sostanziosi arricchimenti specialmente nella parte dedicata alla liuteria e nell'iconografia. dralig
  8. Validissimo musicista croato (fu a lungo la viola del Quartetto di Zagabria). Ha scritto un concerto per chitarra orchestrato con somma raffinatezza. dralig
  9. Dal momento che il brano è pubblicato, non è più possibile controllare le esecuzioni e prevedere quale sarà la prima. dralig
  10. I concerti per chitarra e orchestra scritti nel Novecento e fino a oggi sono più di 500. Nel mondo, si tengono grosso modo 400 concerti di chitarra e orchestra l'anno. La ripartizione - sempre grosso modo - è la seguente: 300 volte, Aranjuez; dieci volte ciascuno i concerti di: Giuliani (solo il primo), Rodrigo (Fantasia), Castelnuovo-Tedesco (solo il primo), Ponce, Villa-Lobos; il rimanente ( cinquanta concerti ) divisi tra pochi altri nomi, eseguiti al massimo due o tre volte, e le prime esecuzioni. I Concerti mai o quasi mai eseguiti sono non decine, ma centinaia, e non sono soltanto quelli di illustri (e magari degnissimi) sconosciuti, ma anche quelli di autori famosi, come Ennio Morricone. dralig Maestro quali sono a suo dire quelli che, nella moltitudine, andrebbero valorizzati?! sono molto curioso Io mi sento di mettere quello di Tansman e anche il concerto di Castilla di Moreno Torroba Tansman ha scritto due concerti e mezzo: il Concertino inciso da Frédéric Zigante e la Musique de Cour ispirata alle composizioni di Robert de Visée, più un terzo Concerto, Hommage à de Falla, del quale ha scritto però soltanto la versione per chitarra e pianoforte: in sostanza, è da orchestrare, e io ho promesso di fare quest'orchestrazione. Promissio boni viri obligatio est... Moreno-Torroba ha scritto un numero imprecisato di concerti, almeno tre. Orchestrava benissimo, con molto colore. Tra le partiture che ho letto, la migliore mi sembra "Homenaje a la Seguidilla": ha una lunga introduzione orchestrale dai tono stravinskiani davvero sorprendente. L'elenco dei Concerti sepolti è sterminato, e non lo incomincio perché non so quando potrei terminarlo. dralig
  11. Certo che ho letto il Concerto di Denisov. E' eccellente, così come la sua Sonata per chitarra sola e quella per flauto e chitarra. dralig
  12. I concerti per chitarra e orchestra scritti nel Novecento e fino a oggi sono più di 500. Nel mondo, si tengono grosso modo 400 concerti di chitarra e orchestra l'anno. La ripartizione - sempre grosso modo - è la seguente: 300 volte, Aranjuez; dieci volte ciascuno i concerti di: Giuliani (solo il primo), Rodrigo (Fantasia), Castelnuovo-Tedesco (solo il primo), Ponce, Villa-Lobos; il rimanente ( cinquanta concerti ) divisi tra pochi altri nomi, eseguiti al massimo due o tre volte, e le prime esecuzioni. I Concerti mai o quasi mai eseguiti sono non decine, ma centinaia, e non sono soltanto quelli di illustri (e magari degnissimi) sconosciuti, ma anche quelli di autori famosi, come Ennio Morricone. dralig
  13. Il titolo dell'opera è Rondo. La mano di un maestro si riconosce dopo pochissime battute: Hindemith era un compositore di immensa bravura, uno di quegli "artigiani" capaci di imbastire un discorso musicale compiuto a partire da qualunque materiale, anche il più grezzo e inerte. E' un peccato che, nei riguardi della chitarra, si sia fermato lì - se i chitarristi lo avessero stimolato, oggi potremmo avere Ludus Tonalis anche per chitarra... dralig
  14. Chi li esegue non li deve ascoltare nella condizione di un amateur che ha comprato un CD - e che quindi avrebbe motivo di annoiarsi - ma fissando l'ascolto su aspetti molto più specifici, per esempio l'uguaglianza (tendenziale) dei suoni, la precisione del ritmo, etc. Se si accetta il principio che costituiscano errore i picchi e i mancamenti di intensità e le imprecisioni nella scansione dei ritmi, e che la bravuta dell'esecutore aumenti con la correzione di tali errori, allora si apre un altro campo di studio. Poi, è chiaro, non si programmano i 120 arpeggi per un recital... dralig
  15. "Alla faccia del bicarbonato di Sodio!" Caro Francesco, Alfredo è di nuovo in Piemonte, e prima di pranzo si fa un bicchierino che gli alza la pressione. Poi, con gli agnolotti assorbe la botta, e torna a ragionare. dralig
  16. Sono d'accordo, ma sarebbe davvero bello, se il Maestro Gilardino rielaborasse almeno alcune delle sue composizioni per orchestra, e non per chitarra. Sarebbe veramente eccitante, per esempio, ascoltare studi come l'"Omaggio a Sergej Prokof'ev", o l'"Omaggio a Béla Bartòk", eseguiti dall'orchestra (senza chitarra ovviamente). Non funzionerebbero. I materiali di base e i trattamenti dei medesimi sono motivati nelle peculiarità della "lingua" chitarristica. Dovendo scrivere per orchestra, il compositore si darebbe materiali diversi e, soprattutto, li svilupperebbe diversamente, molto diversamente. dralig
  17. Il programma di esame non richiede un numero definito di Preludi, ne può bastare anche uno. Ponce scrisse originariamente 24 Preludi. Segovia ne scelse e ne pubblicò 12, con modifiche sue. Successivamente, Miguel Alcazar pubblicò un'edizione contenente tutti e 24 i Preludi, ritornando al testo originale, senza le modifiche segoviane. Poiché il programma d'esame non richiede specificamente l'una o l'altra edizione, può scegliere il Preludio, o i Preludi, da eseguire affidandosi all'edizione Schott-Segovia o all'edizione Tecla-Alcazar: nessuna commissione potrà legittimamente sollevare obiezioni. dralig
  18. La libertà si esercita - come certamente tu sai - nell'operare le proprie scelte senza subire le pressioni del mondo. E' proprio per evitarle, cioè per rimanere libero nell'essere e nel manifestarmi, che io ho scelto di scrivere la musica che scrivo, nel modo in cui la scrivo. Non ho rinunciato a qualcosa che faceva parte delle mie aspirazioni, evitando di scrivere un'opera, una sinfonia o una colonna sonora, o delle canzoni: ho valutato le implicazioni che tali scelte avrebbero comportato nella mia vita artistica e professionale, e ho concluso che non ero disposto a negoziarmi nella situazioni che ne sarebbero seguite. Lo scrivere "soltanto" per e con chitarra mi permette invece di rimanere estraneo a tali situazioni e, d'altra parte, non mi impedisce in alcun modo di esprimermi: in altre parole, non patisco limitazioni, e mi sento libero. Questo intendevo dire a MD nel dialogo, spiegandogli come e perché non ritenevo attuabile la scelta che lui mi indicava. Ho pensato che, al di là di un caso personale, una scelta del genere potesse risultare degna di conoscenza da parte di coloro che le loro scelte devono ancora effettuare. dralig
  19. Vedremo. Grazie dell'attenzione. dralig
  20. Copia e incolla del testo di una conversazione tra Mark Delpriora, chitarrista-compositore di New York, docente alla Manhattan School of Music, e il sottoscritto, svoltasi nella newsgroup rec.music.classical.guitar Reputo il dialogo significativo perché riferisce una condizione che, al di là del caso personale di cui si tratta, riguarda parecchi musicisti. dralig > Angelo, you have outdone yourself. This piece is gorgeous, especially > the second movement, a very tender and affecting elegy. The beauty and > sadness is really remarkable. The Santorsola Quartet does a wonderful > job of it, too! > > Thanks for your generosity towards the guitar world...it's amazing > that you favor us with your efforts and haven't migrated to > exclusively piano,orchestral, chamber etc. music! > > Mark Just commonsense, Mark: the art of cooperating with the unavoidable. In the field of orchestral and piano music, after Penderecki, Berio, Carter, Ligeti, Boulez, etc., it has become extremely difficult to tell something new and fresh: everything you do, has already been made by someone else, and at a very high level. But none of these masters could do what I can do with a guitar - and some of them acknowledged such an evidence after looking at my guitar music. So, I prefer dealing with something which I can dominate like only a few fellows all over the world, whom I do not compete with. Besides, in the world of contemporary music I am accepted by the establishment because I write "only" for and with guitar. A poet who writes only in a local language is not suspicious at all, his targets are limited and peculiar...If I would take a step outside, my life would become much more complicated. Also in the academies where I taught I used to give lessons to chamber music groups (with no guitarist), but unofficially: the great men who were perpetually in tour were very glad to have their students working a Brahms trio or a Bartok quartet with me, provided this made no evidence in the printed programs, where only their names were officially mentioned. Life is strange: it often happens to me reading biographies of guitarists who "studied" with me - and whom I cannot recall neither a face nor a sound - and of other players whom I gave thorough lessons of interpretation, and who prefer to declare they have been students of a pianist, a violinist, a cellist they met for 30 minutes, but whose policy career suggests not to mention that a guitarist amended their misreadings, addressed their bowings, shaped their phrasing, the very same way you can listen in their recordings... ag
  21. Reputo la prima Sonata il capolavoro di Gilardino: la studierò, appena avrò il tempo di farlo. Concordo pienamente. Ho iniziato a studiare la sonata da alcuni mesi. Lo ritengo, nella sua estrema complessità - ovviamente non soltanto digitale - un'opera d incredibile capacità comunicativa ed evocativa. E', a mio avviso, la sonata tenebrista. "La bela Maria/Tuti la voelu/E gnun la pia" (antico detto piemontese). dralig
  22. Reputo la prima Sonata il capolavoro di Gilardino: la studierò, appena avrò il tempo di farlo. Che cosa devo leggere! Questo Vladimir, diciassettenne notoriamente dedito alle gozzoviglie e alla più sfrenata lussuria, stenta a trovare il tempo per studiare quelli che considera capolavori! Cuneo, vituperio de le genti! Sodoma e Gomorra al confronto erano due luoghi di pellegrinaggio! dralig
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