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Angelo Gilardino

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Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Riprendo una domanda fatta in un posto sbagliato: come si fa a scrivere una diteggiatura adatta ad un pezzo o un passaggio difficile?

    Quando si può passare sopra quello che c'è scritto dalla casa editrice?

     

    grazie a chi mi risponderà

     

    La diteggiatura è la realizzazione manuale di una serie di scelte interpretative che la precedono. Prima si decide come suonare (fraseggio, intensità, colori, espressione, articolazioni: legato, staccato, sforzato, portato, etc.) un determinato pezzo. Quando si ha ben chiaro in mente come lo si vuol suonare, si procede a diteggiarlo, e la diteggiatura è precisamente l'atto concreto con il quale l'idea interpretativa si rivela in suono. Poiché la chitarra è uno strumento che offre un numero molto alto di opzioni, la diteggiatura è soprattutto una serie di scelte da operare tra tante possibilità: la più vicina all'idea, quella che meglio la realizza, è quella giusta.

     

    Le diteggiature già pronte manifestano (o almeno dovrebbero) il pensiero interpretativo dell'esecutore che le ha scritte. Prenderne conoscenza è spesso un aiuto, ancora più spesso un modo sicuro per fuorviarsi, ma in ogni caso il leggerle e l'adottarle senza avere compreso il nesso esistente tra l'idea musicale e la cifra, è del tutto inutile. Nel caso di interpreti già formati, le diteggiature altrui sono di ben poco interesse. Nel caso di studenti, possono funzionare anche come chiavi per far comprendere la forma delle frasi.

     

    dralig

  2.  

    L'alternativa non si poteva imporre come legge. Era valida nella misura in cui, asserita nella pratica compositiva, dava luogo a composizioni di qualità superiore a quelle aborrite ed etichettate come ridicole. Mi dispiace, ma ciò non è avvenuto: le composizioni di Stockhausen non hanno affatto ridicolizzato quelle di Schoenberg - un grande musicista - e quindi l'etichetta appare per quel che è: un tentativo di squalifica settaria operato a priori da chi, forse, i minuetti e le gighe seriali non avrebbe mai saputo scriverli.

     

    dralig

     

    è il solito discorso m°;)

    ...l'alternativa si doveva imporre come legge dal momento in cui c'era chi sosteneva che costoro, che mai si sarebbero sognati di scrivere gighe e minuetti, (e magari proprio per questo) non erano neanche da considerarsi compositori...fu reciprico il tentativo di squalifica settario...

     

    Lo so bene. Tipico della squalifica ideologica non è il negare che la musica scritta fuori dai precetti ecclesiali sia valida, ma il negare che sia musica.

     

    dralig

  3.  

    Al di là delle logiche di mercato, perchè allora i liutai non dovrebbero provare a sperimentare maggiormente tecniche costruttive per realizzare strumenti che valorizzino questo particolare orientamento delle funzioni manuali, al pari del piu' diffuso?

    Ma anche questo è un argomento un po' off topic rispetto al quesito originario.

     

     

     

     

    Butterfly

     

    I liutai sono dispostissimi a costruire chitarre per mancini. Ben quattro allievi miei, mancini, suonano ottime chitarre di liuteria italiana fatte per loro.

     

    dralig

  4.  

    Caro Marcello, come sai, l'uso della tecnica seriale non implica, di per sé, e come imperativo assoluto, né estetico né etico né fisico-acustico, l'obbligo di serializzare anche il ritmo. Questa è un'idea darmstadtiana che ApIvor fa maldestramente sua, senza peraltro riuscire a spiegare quali siano i nessi controllabili che determinano, in una serie, i ritmi "astratti" che soli potrebbero identificarsi con la serie.

     

     

    non conosco ApIvor...è importante dire che invece, l'idea darmstadtiana di serialismo, nella sua evoluzione, implica di certo la serializzazione del ritmo (a questo proposito celebre fu l'articolo di Stockhausen del 59, "...how time passes...")...era necessaria l'alternativa a qualunque cosa fosse riconducibile al tematismo ...compresi quindi i "ridicoli" tempi di minuetto e giga su una "serie" dodecafonica (op 24 25 29 Schoenberg)...

     

    L'alternativa non si poteva imporre come legge. Era valida nella misura in cui, asserita nella pratica compositiva, dava luogo a composizioni di qualità superiore a quelle aborrite ed etichettate come ridicole. Mi dispiace, ma ciò non è avvenuto: le composizioni di Stockhausen non hanno affatto ridicolizzato quelle di Schoenberg - un grande musicista - e quindi l'etichetta appare per quel che è: un tentativo di squalifica settaria operato a priori da chi, forse, i minuetti e le gighe seriali non avrebbe mai saputo scriverli.

     

    dralig

  5.  

    ma nel frattempo, "dicevo", utilizzo per le escursioni nei linguaggi più moderni opere come Smith Brindle-Guitarcosmos in tre volumi, (cosa questa, possibile alla maniera di Bartok per i pianisti) di iniziarlo da subito e Apivor (che invece ho detto "non da..subito" :) , che ribadisco, è uno dei pochi libri (se non l'unico) che introduce con degli studi il linguaggio seriale..che poi questi siano elevati o meno..di questo si discuteva piacevolmente con il magister, per me è secondario in quella fase, perchè mi interessa far capire ad un allievo come si costruisce una serie.."scolasticamente" e come deve iniziare a..comprendere..questa scrittura..

     

    con simpatia

    marcello

     

    Caro Marcello, come sai, l'uso della tecnica seriale non implica, di per sé, e come imperativo assoluto, né estetico né etico né fisico-acustico, l'obbligo di serializzare anche il ritmo. Questa è un'idea darmstadtiana che ApIvor fa maldestramente sua, senza peraltro riuscire a spiegare quali siano i nessi controllabili che determinano, in una serie, i ritmi "astratti" che soli potrebbero identificarsi con la serie. Alla fine, risulta una sorta di semplicistico "non usate i ritmi barocchi perché con la serie non vanno bene, e non vanno bene perché lo dico io". Basta, per rimanere nell'aiuola del repertorio della chitarra, leggere le "Sechs Musiken" di Apostel o la "Suite" di Krenek - infinitamente superiori a qualunque pezzo scritto da ApIvor - per constatare che il maestro gallese diceva delle - chiedo venia - fesserie.

     

    dralig

  6. Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda.

     

    Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema.

     

    dralig

     

     

    Poveri violinisti mancini, sono tutti affetti da tremende turbe psichiche e non lo sanno!

     

    Le turbe psichiche dei poveri violinisti sono un debole artificio retorico inventato da Lei in sostituzione di argomenti seri. Quando si ricorre agli effetti in sostituzione delle argomentazioni, discutere non ha più senso.

    Buongiorno.

     

    dralig

  7. Potrei suggerire il software distribuito gratuitamente dall'UNESCO, CDS/ISIS (Computerized Documentation Services / Integrated Set of Information Services), che probabilmente conosce già.

     

    Creato in ambiente DOS per soddisfare le esigenze di tecnologia informatica a costo zero dei Paesi in via di sviluppo, il software si è successivamente arricchito di nuove versioni e funzionalità ed è disponibile nella versione per Windows (WINISIS), con un'interfaccia grafica di semplice utilizzo.

    Pur essendo concepito in base a standard internazionali e professionali di trattamento dei materiali d'archivio, musei, biblioteche ecc., il software può essere agevolmente utilizzato anche da chi ha esigenze autonome, personalizzando campi e maschere e permette anche di allegare ai record file audio, immagini (es. frontespizi di libri) ecc.

    Sono previste anche diversi ouput di stampa e di esportazione dei dati.

     

    Esistono poi alcuni formati già predisposti, come la versione THECA, per la catalogazione bibliografica (che con le opportune modifiche dei campi isbd potrebbe probabilmente andare bene anche per il materiale audiovisivo), usato inizialmente anche dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.

     

    Il software è distribuito, in Italia, dalla DBA e si scarica gratuitamente ma occorre registrarsi per ricevere la licenza e notizie sugli aggiornamenti.

    ----> Download WINISIS 1.5

     

    La personalizzazione delle maschere di inserimento dei dati richiede un po' di applicazione, ma non presenta difficoltà proibitive.

    La realizzazione di un analogo database con software dbms come Microsoft Access è, a mio parere, più complicato e offre una minore duttilità in caso di conversione o scambio dei dati.

     

    Alcuni esempi di applicazione di CDS/ISIS:

     

    - Catalogo dei dischi in vinile di musica classica del fondo Gino Novello della Biblioteca comunale di Scorzè (Venezia)---> Download Catalogo della fonoteca (371 kb)

     

    - Catalogo dell'Osservatorio Astronomico di Firenze

     

    - Archivio Storico degli Economisti

     

    Esistono poi ovviamente software commerciali.

     

     

    Butterfly

     

    Grazie!

     

    dralig

  8. LyricsMode è una piattaforma per la condivisione dei testi delle canzoni preferite. Un enorme archivio messo a disposizione di tutti gli appassionati di musica nel quale ricercare liberamente, per nome della canzone o nome dell'artista, i testi delle canzoni di proprio interesse. Il plus del servizio sta nella possibilità di selezionare font, allineamento e dimensione dei caratteri per effettuare una stampa personalizzata del testo, altresì inviabile via mail e disponibile nel formato per la visualizzazione su ipod. Per ogni risorsa sono disponibili anche i classici link di condivisione ed il codice di un originale flash widget di visualizzazione a scorrimento del testo da inserire nel proprio sito. Discreta presenza anche di materiale di artisti italiani. Da visitare.

     

    Scheda del sito:

    http://www.freeonline.org/gratis/s-65219/LyricsMode

     

    Che Lei sappia, esiste anche un programma - free o non free - per catalogare la propria discoteca classica?

     

    dralig

  9. Oggi sfogliavo la Toccata di Daniele Bertotto (ed. Rugginenti), lavoro che reputo tra i più significativi del repertorio contemporaneo.

    Purtroppo è morto troppo presto, magari avrebbe scritto ancora per chitarra.

     

    Notevole è anche l'improvviso per tre chitarre (ed. Zanibon), e so dell'esistenza di un Capriccio e di un brano per chitarra e voce intitolato "La rana".

     

    Cosa ne pensate?

    Da quel che so, solo Davide Ficco lo suona (ha eseguito tutti i lavori del compositore torinese in prima assoluta), ma non ne sono sicuro.

     

    Buona musica, scritta bene, con mano sicura.

    Sono centinaia i pezzi di valore che nessuno suona. Un compositore che ha almeno un campione, qual è Davide Ficco per Bertotto, può dirsi già abbastanza fortunato.

     

    dralig

  10. Questo argomento suscita tante discussioni solo quando si parla di chitarra e non sono certo i destrimani a fomentarle che fondamentalmente se ne infischiano. Negli altri strumenti (pianoforte, violino e a ben guardare anche nei fiati) tale argomento non esiste: l'impostazione è quella e non si discute. Per me i mancini che all'inizio non hanno avuto la pazienza di impostarsi nella posizione canonica ad un certo punto, quando ormai è troppo tardi, si accorgono di aver fatto una scelta sbagliata, che pagano quotidianamente, e cercano delle giustificazioni che non hanno. E' inutile cercare quale sia la mano preminente: nella chitarra, come in tutti gli strumenti così complessi e completi le mani sono assolutamente indipendenti. E allo stesso modo il cervello è abituato a leggere musica polifonica e ad inviare i comandi alle due manbi in forma indipendente.

    Se non ci credete, quando siete arrivati a un buon livello nella chitarra, provate a sedervi davanti ad un pianoforte: vi stupirete di quello che riuscirete a fare già dopo pochi minuti

     

    Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda.

     

    Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema.

     

    dralig

  11.  

    D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile?

     

    Ecco, questo finalmente è il punto: perché l'impostazione "standard" è quella che conosciamo?

    Sinceramente non lo so! Bisognerebbe indagare tra quei popoli antichi che per primi hanno usato i famosi strumenti "antenati", ed io non ho certo le competenze per arrivare ad una conclusione.

    Potrei però azzardare che il pizzicare la corda in quelle epoche sì che poteva costituire l'azione più importante, e magari l'eventuale derivazione dagli strumenti come lire e cetre può dimostrarlo. Fatto sta che poi storicamente l'impiego e l'impegno della mano in tastiera è aumentato esponenzialmente, fino a raggiungere, già ormai da secoli, pari dignità.

     

    Per la verità, noi non abbiamo documentazione su come si comportassero le popolazioni primitive e le antiche culture con i mancini suonatori di strumenti a corda. Le iconografie ci presentano figure destrimani per ovvie ragioni: allora come oggi la maggioranza degli esecutori era destrimane (Manet tuttavia ha dipinto un chitarrista mancino).

     

    D'accordo sul fatto che non vi sia gerarchia tra le due mani adibite a funzioni diverse. Nel destrimane, la destra non è "più importante" della sinistra, è invece "primaria", cioè delegata alle funzioni che la mente individua come primarie in un'operazione complessa: il pizzicare le corde è primario rispetto al modificarne la lunghezza. La mente classifica l'azione primaria del pizzico come "naturale" e quella secondaria del modificarne la lunghezza come "artificiale", anzi, in mancanza di istruzioni, una mente ingenua non individua nemmeno la funzione artificiale, Si metta un bimbo di due anni davanti a una chitarra e lo si esorti genericamente a suonare: pizzicherà le corde (con la sua mano primaria: su questo non c'è dubbio), ma non gli verrà in mente di premere le corde sulla tastiera.

     

    dralig

  12. Se mi manda una registrazione di una Sua esecuzione, Le prometto che scriverò un pezzo per chitarra sola su misura, dedicandoGlielo.

     

    Gratis. Me lo posso permettere.

     

    dralig

     

    attenzione: è sulla buona strada per ricever richieste di dedica da tutto il forum!!! :)

     

    stefano

     

    Nessun problema: metto tutte le richieste nella lista d'attesa che, al momento, considerando i miei tempi di produzione, è di una dozzina d'anni.

     

    dralig

  13. Signori, non è questione di non riconoscere la diversità, io non parlo da destrimane, ma da mancino; imbracciare la chitarra da destrimane, oltre che per impostazione naturale (io ho iniziato a suonare la chitarra guardando mio padre, ottimo autodidatta), mi ha aiutato a sviluppare molto anche la mano destra, tant'è che non ho differenze sostanziali tra destra e sinistra, forse solo nello scrivere continuo a rimanere mancino, il resto posso tranquillamente farlo con entrambe le mani. Comunque, ribadisco, è una questione puramente discrezionale.

     

    Non serve discutere sulla possibilità dei mancini già impostati da destrimani: se a loro sta bene, e se sono sicuri di rendere al massimo delle loro possibilità, come si dice, non c'è problema.

     

    Serve invece domandarsi, da parte degli insegnanti, come fare con i mancini prima dell'impostazione, non dopo.

     

    dralig

  14. Chi ha scritto buone fughe per chitarra sola? Ce ne sono? Escludendo Bach, ovviamente....

     

    io conosco una fuga di francois campion e un movimento della partita xiii del brescianello che si chiama fuga, anche se (attenzione: dal poco che capisco) il carattere di fuga è più accennato che sviluppato.

     

    stefano

     

    si credo anch'io pur non avendo sotto mano le musica ma conoscendo gli autori...anche Diabelli scrisse un paio di fughe

     

    Come sono secondo voi le fughe di Diabelli?

    Ho provato a leggerle e come prima impressione non mi sembravan granché.

    Non ho mai avuto molta considerazione per Diabelli, non so perché.

    La fughetta di Giuliani mi sembra scritta meglio.

     

    Matteo

     

    Le fughe di Diabelli sono scolastiche. Le sue Sonate per chitarra sono invece piacevoli e ben scritte.

     

    dralig

  15. Premettendo che, sono convinto, non sia poi questo grosso sacrificio impostarsi nel suonare la chitarra nel modo classico, non è una questione di imposizione, ma di scelta. A suonare da mancini ci sono solo svantaggi: occorre trovare una chitarra nata mancina, (a invertirne una destra la chitarra non sarà mai intonata), non si potranno provare la stragrande maggioranza delle chitarre e la scelta del proprio strumento, per ovvi motivi, è molto più ristretta. Non solo, se uno arrivasse a livelli di eccellenza, potrà possedere ma non suonare chitarre storiche come vediamo fare a tantissimi maestri.

     

    Scelta? Si, ma a partire da quale opzione? Ci viene offerta la scelta tra il nascere destrimani o mancini? La scelta viene posta in forma di aut-aut solo ai mancini che si ritrovano tali non certo per scelta: o ti adatti a suonare da destrimane, o avrai un sacco di problemi. A questo punto, il didatta onesto aggiunge: avrai un sacco di problemi, meno quello di andare contro la tua indole naturale di mancino.

     

    dralig

  16. gliene do io privatamente 30'000,se lo dedica a me.Non scherzo.

     

    Non vorrei, con la mia precedente risposta, esserLe sembrato scortese.

    Passando dallo scherzo alle cose serie: è impossibile scrivere un pezzo - anche non un concerto - con sole cinque note mi - la - re - sol - si e qualche armonico (fattibile con la sola mano destra). Non lo ha potuto fare Castelnuovo-Tedesco nel primo pezzo dei suoi appunti (Marinaresca, sulle corde a vuoto), e non lo potrebbe fare nessun altro, se non restringendosi dentro un recinto troppo angusto.

     

    dralig

    Gilardino lei non mi è sembrato scortese,si scherza,ma se lei ''tirava'' su una cosa del genere,ero disposto a togliere tale cifra,purche' ci fosse la dedica per me sopra :)un abbraccio,Giacinto

     

    Se mi manda una registrazione di una Sua esecuzione, Le prometto che scriverò un pezzo per chitarra sola su misura, dedicandoGlielo.

     

    Gratis. Me lo posso permettere.

     

    dralig

  17. Maestro, io sono mancino e suono da destrimane. Non noto nessuna differenza, anzi, il fatto che la mano sinistra sia più forte della mano destra all'inizio mi ha anche aiutato a spingere meglio le corde sui tasti; per i problemi di suono, sinceramente all'inizio è difficile, ma con lo studio si arriva ad un suono più che soddifacente (ovviamente ognuno ha la propria concezione di "bel suono") E' solo una questione di scelta.

     

    Congratulazioni. Io non impongo né ai mancini di suonare da destrimani, né ai destrimani di suonare da mancini. L'insegnante deve assecondare gli orientamenti spontanei dell'allievo, correggendo i suoi errori, e guidandolo per la strada più breve e diretta: suonare da mancino non è un errore, e aggiungere - all'inizio - difficoltà supplementari (che anche Lei ha sperimentato) a quelle proprie dell'impostazione, è un errore: naturalmente, ove si voglia includere nella categoria dell'errore anche, per andare a Roma, partendo da Frascati, il passare da Budapest, e anche se, alla fine, a Roma si arriva comunque.

     

    dralig

  18.  

    mi piace insegnare la chitarra..."sempre dalla musica"...e possibilmente dal primo giorno..anche solo con delle corde a vuoto

     

     

    e c'è più novecento in quelle semplici corde a vuoto che in tutto il ciclo sagreras

    il guitarcosmos è una lacuna che devo aasolutamente colmare...

     

    E' un'opera interessante, a mio modesto parere, perchè si può inserire da...quasi subito, ed è uno dei pochi libri "didattici" composto da studi progressivi in tre volumi, tra cui si trovano anche omaggi a Webern e Schonberg e un pò tutto ciò che può interessare dal punto di vista squisitamente musicale, imitazioni, canoni, studi di tecnica, e vari linguaggi

    e per chi ama le opere didattiche più spinte, sempre per quel discorso di avvicinare quanto possibile tramite studi ai vari linguaggi, mi piace e uso da tempo il libro per introdurre alla serialità, di Denis Apivor:

    An introduction to serial composition for guitarist with ten pieces for solo guitar

    ed. Musical New Services Ltd.

    ovviamente questo non per le prime "armi" ma...

     

     

    mr

     

    Cattiva didattica, Marcello. ApIvor fa - sia pure in modo naif - dell'ideologia invece che della tecnica, detta le regole delle cose da non fare (esempio il ritmo) in base a criteri di schietto stampo marxista-darmstadtiano, e alla fine non dice come fare le cose da fare: in altre parole, teorizza le sue composizioni come modello ideologico, e chi non fa così, sbaglia. Lo mandai a quel paese, a suo tempo, perché era un ideologo, non un compositore, proprio mentre piagnucolava per l'esclusione della sua musica dai centri di potere. Non gli dissi che gli stava bene, ma lo pensai.

     

    dralig

  19. gliene do io privatamente 30'000,se lo dedica a me.Non scherzo.

     

    Non vorrei, con la mia precedente risposta, esserLe sembrato scortese.

    Passando dallo scherzo alle cose serie: è impossibile scrivere un pezzo - anche non un concerto - con sole cinque note mi - la - re - sol - si e qualche armonico (fattibile con la sola mano destra). Non lo ha potuto fare Castelnuovo-Tedesco nel primo pezzo dei suoi appunti (Marinaresca, sulle corde a vuoto), e non lo potrebbe fare nessun altro, se non restringendosi dentro un recinto troppo angusto.

     

    dralig

  20.  

    Per valutare la correttezza, o meno, dell'impostazione del mancino, converrà - è ovvio - valutare la correttezza dell'impostazione del destrimane. Supponendo il caso - verificabilissimo, e da me personalmente verificato molte volte, fino a costituire una certezza sperimentale - di un destrimane che non abbia ricevuto la benché minima istruzione su come imbracciare la chitarra, osserveremo che, invariabilmente, egli prenderà lo strumento in modo da poter pizzicare le corde con la destra: lo farà ignaro di ogni altra ragione, seguendo il suo istinto, il quale lo guiderà a riconoscere nell'atto del pizzicare le corde, non la funzione più importante, ma la funzione primaria. Il preparare le note sulla tastiera viene poi, nella percezione istintuale: ed è del tutto naturale che la prima cosa da fare, pizzicare le corde a vuoto, la si faccia con la mano primaria, cioè, nel destrimane, la destra.

     

    Si badi bene che, a questo punto, il destrimane farebbe lo stesso (sperimentato da chi scrive) una chitarra con le corde capovolte: egli non sa ancora nulla dello strumento, vede solo un arnese, e il suo accesso primario al medesimo. Cento destrimani su cento pizzicano con la destra.

     

    A questo punto, il neurologo interviene e spiega come, per la stessa, stessissima ragione, il mancino lasciato ignaro farà esattamente le stesse cose del destrimane, ma con la sinistra: non gli passerà nemmeno per la mente di accostare per la prima volta lo strumento pizzicando le corde con la destra. Ho appurato questo con uno stratagemma: mettendo una chitarra su un banco, riposta nell'astuccio aperto, e esortando il candidato a pizzicare le corde senza estrarre lo strumento, si appura all'istante qual è, per l'interessato, la mano primaria. Da lì in poi, trasformare i mancini in destrimani è chiarissimamente una forzatura. Nessun calciatore, pugile, schermitore, lanciatore di giavellotto, scrivano, portinaio (che infila le chiavi nelle serrature), etc etc, viene sottoposto a una siffatta sopraffazione.

     

    Non è vero che i chitarristi mancini sopraffatti e trasformati in destrimani non ne risentono. Infatti, suonano con una concentrazione mentale e visiva sbilanciata a favore della sinistra, perché quella, ancorché deputata ad altra funzione, resta nella loro mente la mano primaria, e hanno quasi sempre notevoli problemi di suono, nonostante impostazioni ineccepibili.

     

    dralig

     

    Anche io lasciavo intendere nel mio post come l'istinto in linea di massima portasse un mancino a pizzicare le corde con la sinistra (anche se in altri forum ho letto di un mancino che asseriva, per esperienza personale, l'esatto contrario). Ma io credo che il motivo non stia tanto nell'attribuire a questa mano maggior funzionalità allo scopo, anche se non ho le competenze per farlo con sicurezza: semplicemente lo scindere il compito delle due mani per isolarne in partenza uno (ad esempio il ragazzino che per gioco è interessato solamente a produrre il suono, o i ragazzi a cui Lei ha sottoposto l'interessante esperimento), può portare solamente a risultati tanto ovvi.

    Mi spiego meglio: se Lei avesse chiesto al ragazzino di scegliere una mano non per pigiare le corde, ma per posizionarsi in una certa maniera con le dita sui tasti, ugualmente egli avrebbe scelto la sua mano primaria!

    Ecco perché credo che la "forzatura", che sicuramente si verifica per eventuali esercizi su corde a vuoto, scompaia già al momento della prima scaletta con note in tastiera: il mancino avrà dita più agili e forti e non incapperà in quelle difficoltà iniziali, a volte traumatiche, riscontrate da quei destrimani (l'ho verificato insegnando) la cui mano troppo debole non riesce a "governare" la tastiera.

     

    Gli sport da Lei citati presuppongono una reale necessità di preponderanza di un arto rispetto all'altro in termini di forza, agilità, controllo.

    Possiamo asserire che nel suonare la chitarra esista tale necessità?

    Io credo proprio di no, innanzitutto perchè le mani svolgono due lavori completamente diversi, di pari importanza e di pari impegno e, al di là del discorso di quale sia la primaria, devono migliorare il più possibile in termini di agilità e controllo rispetto ad una situazione "naturale", e qui entra in ballo la qualità dello studio.

    In secondo luogo perché parliamo di movimenti ed apprendimenti assai complessi ed assai meno naturali che tirare un calcio ad un pallone, sferrare un pugno o lanciare un oggetto.

     

    Insomma, penso che un lungo studio debba portare in sostanza a diventare ambidestri sullo strumento, e che questo grande sforzo vada fatto nella stessa misura, ma in senso opposto, sia per il destrimane che per il mancino.

     

    D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile?

     

    dralig

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