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Alfredo Franco

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  1. Certo. Un'altra grave dimenticanza riguarda la poesia dialettale, che nel '900 annovera poeti di valore indiscutibile. Io sono a andato a scovarmi nomi e cognomi per i fatti miei perchè a scorrere i libri di testo pare trattarsi di un aspetto aleatorio della lirica italiana. mah...
  2. Dallo stile ho pensato a subito a Pascoli...ma con l'ausilio di Google ho scoperto l'esistenza di un poeta mai letto; non so oggi, ma sulle antologie dei miei tempi liceali (che appartengono ad un passato che non voglio dire remoto) non c'è traccia di questo poeta.
  3. Ecco, ne hai appena citato uno: Bartòk. Parliamoci chiaramente, nel'700 quante erano le persone in grado di studiare, quante disponevano dei mezzi? Pochissime. Il resto era miseria e sopravvivenza, destini segnati dalla nascita, condizioni dalle quali non era possibile affrancarsi in alcun modo, guerre, carestie, pestilenze, quello che ancora oggi riguarda purtroppo buona parte del pianeta. Mozart ha avuto un padre che oggi finirebbe in galera per la tirannia che ha esercitato sul figlio.
  4. In alternativa si potrebbero usare queste tre DO (semibreve) SOL (semibreve) DO(8) (minima puntata).
  5. Ci sono quelle di Segovia sparse in vari dischi, le hanno mai messe insieme su un cd? C'era anche un'incisione di John Williams, giovane.
  6. Dovrò sognarmi un trio per cassata, cannolo e pastiera.
  7. Eh, ma in quel caso l'intreccio non è delle voci ma delle carni.
  8. Ho sognato di avere un bel volume, corposo, contente una ventina di trii composti da me stesso medesimo. Per ogni opera era presente un'efficace soluzione ai problemi sorti in fase di immersione nel pensatoio musicale; tutto chiaro e palese, bastava leggere. Ovviamente al risveglio non l'ho ritrovato.
  9. Io credo per un compositore non sia importante sapere perchè scrive, è una domanda che non riguarda l'arte ma la psicanalisi; è invece fondamentale sapere cosa scrive e come. Come dice Dralig, le idee non sono il nocciolo della questione: un compositore è un serbatoio di idee, ne ha a profusione, può cacciarne fuori in continuazione; tre note, quattro, una melodia, un tema, chi non dispone in sè di questo materiale grezzo non dovrebbe comporre, dovrebbe fare altro, magari il postino, un lavoro serio insomma. Il nocciolo è invece far crescere il germoglio, questa è la differenza sostanziale fra chi ha delle idee musicali ed un compositore; lo si fa appunto in base alle proprie competenze musicali, di proprietà di linguaggio, di conoscenza teorica e storica della letteratura, di esperienze di vita, di tutto insomma. Condivido l'affermazione di Fabio Selvafiorita sulla bellezza dell'esporazione di territori preclusi al resto dell'umanità.
  10. Concordo. Quando in fase di scrittura si utilizzano tre voci, magari con un pedale che incrocia omofonicamente un'altra voce, riuscire a posizionare le note in maniera leggibile diventa quasi un gioco di prestigio.
  11. E poi magari farne un bel libro...ah, dimenticavo, oggi si fanno le dissertazioni...(qui li chiamano "elaborati")...
  12. E poi magari farne un bel libro...
  13. Prendendo spunto dalle valutazioni emerse a proposito del primo tempo della Sonata in la maggiore di Paganini, vi invito a compilare una sorta di classifica qualitativa sulla "non vasta" letteratura ottocentesca di cui la chitarra dispone. Il dilemma dello sviluppo, come si sa, è il vero punto critico del binomio forma sonata-chitarra, ma è anche vero che compositori come Sor e Giuliani hanno utilizzato queta forma in maniera meno occasionale di come potrebbe apparire ad un primo sguardo. Di Sor, ad esempio potremmo citare l'allegretto della Fantasia op.30; di Giuliani alcune opere cameristiche per flauto (o violino) e chitarra.
  14. Che razza d'intenzione poi...la parodia è un ambito difficilissimo perchè prevede la completa assimilazione e capacità di valutazione di ciò che si vuole parodiare. Correggetemi se sbaglio.
  15. Credo che questo sia il migliore primo tempo di sonata (all'italiana, ma anche no) dell'800 chitarristico. Affermazioni del genere sono sempre un po' rischiose, ma mi pare che Paganini abbia decisamente avuto la mano felice nel difficile connubbio forma sonata-chitarra.
  16. Eh, ma quello è un film pessimo! Mica vorrai accostare Professione reporter a Kramer contro kramer?
  17. Se ti può interessare, un film importante che impiega brani della letteratura chitarristica è "Professione Report" di Antonioni.
  18. La caratteristica principale delle trascrizioni per chitarra di musica mozartiana è il rammarico. Battute a parte, le sonate pianistiche sono scritte per quel mobile dai tasti bianchi e neri...Barrueco ne ha incisa una...ma per quanto il risultato sia interessante, io prefrisco l'originale. Sor ha trascritto 6 arie dal Flauto Magico, ma era un fior di compositore e il risultato infatti è una bellissima e personale idea di Mozart. Grazie per il link...da farci indigestione.
  19. Sei un grande!
  20. Grazie. Quindi la Suite consta attualmente di 6 movimenti? Sarebbe bello poter ascoltare il Valse-Choro, magari in una tua interpretazione.
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