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Angelo Gilardino

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Tutti i contenuti di Angelo Gilardino

  1. Cristiano risponderà - se lo ritiene - per quanto riguardo il suo modo di diteggiare. Io però devo dire qualcosa sul modus operandi del compositore-strumentista che, come me, scrive senza strumento. Così facendo, non elude la fase del controllo della praticabilità di quello che scrive, semplicemente la immagina nell'atto stesso di scrivere le note. "Sente" con quella che viene chiamata "audizione interiore" la musica che va annotando, e ne immagina anche la diteggiatura. Molta della mia musica per chitarra sola è stata scritta così, completa anche nella diteggiatura, senza che io abbia mai suonato una nota sullo strumento reale, perché preferisco di gran lunga lavorare con la chitarra virtuale che ho in mente da decenni, e che mi esime dal rischio di scrivere "con le dita". Questa libertà permette anche di scrivere qualcosa di nuovo, che si può immaginare molto più rapidamente di quanto si potrebbe "cercare" sulla tastiera reale. Naturalmente, nel momento in cui entra in scena il chitarrista "vero", so benissimo - e mi sta molto bene - che le mie diteggiature "pensate" andranno soggette a modifiche. Allora, perché le scrivo? Perché spesso sono diteggiature strutturali, ossia servono a rendere chiaro, non solo come la musica è stata immaginata, ma anche "come deve suonare": le varianti che il singolo interprete apporterà saranno valide nella misura in cui giungeranno a produrre gli stessi risultati, o risultati migliori, attraverso combinazioni digitali diverse (e spesso più ingegnose) di quelle che ho immaginato io. Nella fattispecie del primo tempo della "Sonata di Lagonegro", costruito in buona parte su ostinati, io ho immaginato il suono prodotto dalla vibrazione libera, a scampanio, delle corde a vuoto nei bassi (quella che si legge nell'incipit pubblicato è solo la combinazione iniziale, ne seguono altre, diverse e più complesse). Non ho scritto la diteggiatura perché mi sembra ovvio che il passo debba essere eseguito con le corde a vuoto. Non ho però il minimo motivo per rifiutare la diteggiatura di Cristiano che, mantenendo l'aspetto strutturale, lo elabora ulteriormente con effetti di risonanza tra equisoni: a me, non è venuto in mente, ma a questo (anche a questo) servono gli interpreti... (quelli bravi). dralig
  2. E' un brano per chitarra sola che, in certi punti, offre l'opzione di far intervenire uno o più (altri) chitarristi. Cosa che - nelle occasioni in cui ebbi a suonarlo - mi guardai bene dal fare. dralig
  3. Se ne hai tempo e voglia, leggiti qualche libro sulla Melanconia. Per esempio, quello di Erwin Panofsky. dralig
  4. Avevano dei punti in comune - per esempio, il rendimento ondivago nei concerti, con serate in cui erano nel pieno controllo della situazione e altre in cui non lo erano per niente. Però Bream era molto più musicale: molto più intenso nell'espressione, infinitamente più ricco nella tavolozza timbrica e comunque capace, anche nel concerto più deragliante, di momenti straordinari (anzi, proprio nelle occasioni in cui andava spesso in confusione era poi capace di flash straordinari). Però, nel Concierto de Aranjuez le registrazioni di Yepes sono migliori di quelle di Bream. dralig Concordo. Mi pare anche una persona molto umile e simpatica, specie in quei vecchi video, quando aveva quel bel riportino... Grande musicista! Ha mai registrato nulla di Thomas Wilson? Yepes, dubito che conoscesse la musica di Wilson. Bream eseguì la prima dell "Soliloquy" scritto per e dedicato a lui, ma non lo incise. Come non incis i pezzi di Searle, Racine Fricker, Eastwood, che pure revisionò e fece pubblicare da Faber. Aveva la sua scala di valori, come tutti gli interpreti e, nei riguardi della musica di Wilson, era - come mi disse lo stesso autore - "respectful but not affectionate". La BBC di Edimburgo deve avere la mia registrazione di "Coplas del ruiseñor", che è una specie di "traduzione" in spagnolo del "Soliloquy". I compositori scozzesi di quella generazione negli anni Settanta scrissero ottimi lavori - per esempio un pezzo validissimo è la "Music for guitar(s)" di Edward Mac Guire, e bello è anche lo "Swansong" di David Dorward... ...Acqua passata... dralig
  5. Gli umori - e l'ethos - della musica modale - e ancor più di quella contemporanea che torna a far uso della modalità o della polimodalità - non si possono definire con termini quali "allegro" o "triste", e questo non tanto perché, nell'antichità, i singoli modi venivano associati a stati d'animo e di mente più sottili dei nostri, ma perché profondamente diverso è il nostro modo di percepire e di elaborare psichicamente tali modi. La possibilità di impiegare utilmente la modalità nella musica di oggi si fonda non solo e non tanto sui suoi poteri evocativi, quanto - a mio modo di intendere e di operare - sulle peculiarità che distinguono il nostro orizzonte percettivo ed elaborativo nel presente: esse sono molto diverse da quelle di un ateniese che andava a teatro o di un monaco che cantava il Gregoriano. La musica modale, quali che siano i modi, oggi risveglia nell'ascoltatore il senso della perdita (l'Eden?) e il senso di colpa, e il pensiero che, in chi ha composto la musica, o la suona o la canta, abiti una qualche entità trascendente (non si sa se buona o cattiva). Come dice Ezra Pound: "In lui c'è un dio, benché io non sappia dire quale dio". dralig
  6. Si? Dovresti vedere il terzo tempo. Tutto sommato fattibile. Gilardino ha scritto pagine decisamente più difficili sotto il profilo tecnico. non parlo di tecnica...parlo di quelle corde a vuoto...e del senso musicale con cui muoverle... non ci far caso da tempo mi tormenta l'idea dell'apparente semplicità Il senso musicale è nella composizione. "Allegro battente" descrive un clima musicale elaborato a partire dal frastuono della chitarra battente, strumento regionale lucano non meno che calabro, che a sua volta evoca suoni di campane. Occorre semplicemente creare un tappeto sonoro di corde a vuoto, sul quale si delinea il canto modale. dralig
  7. Consciamente, nel comporre la "Sonata di Lagonegro" non ho pensato all'Umbria. Santa Maria degli Angeli, oltre che ad Assisi, si trova anche a Lagonegro - è un ex-convento ora adibito a "oasi spirituale", in pratica un albergo che, per essere isolato nel mezzo di una boscaglia, non ha molti clienti, se non i chitarristi che frequentano il festival di Lagonegro durante l'estate. La grande austerità e la semplice bellezza del luogo mi hanno spinto a comporre una Lauda, che ho trattato polifonicamente, evitando però l'elaborazione madrigalistica. Comunque, i conventi si assomigliano tutti - una chiesa, un chiosto, le celle, il refettorio, etc., e quindi non mi sorprende, e mi sta benissimo, che il pezzo possa evocare anche il misticismo umbro. E poi, infine, che ne sa il compositore di quello che sta facendo? Se sa il fatto suo, controlla "come" lavora, non "che cosa" fa... dralig
  8. Avevano dei punti in comune - per esempio, il rendimento ondivago nei concerti, con serate in cui erano nel pieno controllo della situazione e altre in cui non lo erano per niente. Però Bream era molto più musicale: molto più intenso nell'espressione, infinitamente più ricco nella tavolozza timbrica e comunque capace, anche nel concerto più deragliante, di momenti straordinari (anzi, proprio nelle occasioni in cui andava spesso in confusione era poi capace di flash straordinari). Però, nel Concierto de Aranjuez le registrazioni di Yepes sono migliori di quelle di Bream. dralig
  9. Studiò con chitarristi locali, murciani e valenciani (a Valencia specialmente con Estanislao Marco). Fu allievo di Vicente Asencio a Valencia, non a Madrid, privatamente. Dalla Boulanger e da Gieseking ebbe lezioni, ma solo occasionalmente. Era un bravissimo esecutore, nella sua epoca certamente uno dei migliori, non era un grande interprete. Come persona era intelligente, umano e umile. Una bella figura. dralig
  10. Nella musica antica gli abbellimenti si suonano in battere, cioè togliendo il loro valore alla nota che li segue, mentre nella musica romantica si suonano in levare, cioè togliendo valore alla nota che li precede. Il Nocturnal è una composizione moderna in cui affluiscono stili diversi, e nella Passacaglia si trova un esempio di stile fugato neoclassico, severo, nella prima parte, seguito una cadenza di raccordo con il tema. Nella parte fugata è appropriato suonare gli abbellimenti in battere, mentre nella cadenza gli abbellimenti arpeggiati si suonano liberamente. dralig
  11. Firenze - Ci sono voluti molti mesi ai residenti di un grosso condominio di via Castelnuovo Tedesco, a Firenze, per ottenere l'allaccio del telefono. Un problema denunciato dall'Associazione degli utenti e dei consumatori ADUC e che ha riguardato un complesso di 400 appartamenti. ------- Questa notizia, pubblicata da Punto Informatico ieri, riferisce en passant che la città di Firenze si è ricordata del suo illustre figlio esiliato. Anche se (solo) intitolandogli una via periferica. dralig
  12. Si, certo, nei rasgueados il mignolo è utilissimo, e si usa sistematicamente. L'uso "attivo" della fase di estensione delle dita della md è di grande importanza per l'equilibrio e la piena funzionalità della mano, e una buona dose di rasgueados aggiunta alla tecnica ordinaria degli arpeggi e degli accordi ribattuti è un mezzo sicuro per mantenere la md in buona salute. Diversamente dai chitarristi classici, i maestri del flamenco mantengono fino alla tarda età una completa efficienza della mano, e ciò è dovuto principalmente al fatto che la loro tecnica ordinaria include un uso abbondante dei movimenti di estensione in fase "attiva". dralig
  13. L'uso "obbligato" del mignolo della m.d. è contemplato in alcuni passi dei "Ten Studies" di Jonathan Preiss (Edizioni Bèrben), insieme ad altre tecniche liminari- dralig
  14. Sta piuttosto male. Basta osservare lo stato delle ricerche nei confronti dei maggiori autori italiani dell'Ottocento. L'unico che ha beneficiato di uno studio biografico e della catalogazione completa delle opere è Mauro Giuliani, e ad occuparsene è stato un musicologo statunitense, Thomas F. Heck. Mentre Mario Torta ha catalogato le opere edite di Ferdinando Carulli, non esiste al momento uno studio musicologico sulla sua opera. Lo stesso dicasi di Matteo Carcassi e di Luigi Legnani. E' andata meglio a Regondi, del quale si sono occupati non soltanto studiosi stranieri come Wymberg e Ophee, ma anche l'italiano Boris Amisich. Questo per fermarci agli autori più importanti, ma i chitarristi italiani che hanno scritto musica nell'Ottocento sono pleiade immensa, e di molti non si ricorda nemmeno il nome... In Italia, la musicologia è tuttora sospettata, dagli strumentisti, di essere un rifugio per virtuosi mancati. Signori baroni" - domanda l'arcivescovo Thomas Beckett ai suoi futuri carnefici - "ma voi non pensate mai?". E quelli in coro rispondono "Pensare? Abbiamo altro da fare, noi". dralig
  15. Studio n.XIII di Napoleon Coste. ... Studio n.XXII di Coste! Secondo la numerazione delle edizioni Chanterelle, reprint delle originali Richault Edition (Paris, 1873 e 1880). Nell'edizione Bèrben, curata da Gilardino (1969), è spostato al n° XXV. Saluti Piero Viti La numerazione giusta è quella dell'edizione Richault, caro Piero. Il revisore dell'edizione italiana che tu nomini, allora venticinquenne, non aveva osato contraddire la numerazione dell'edizione corrente, quella di Schott (la ristampa in facsimile dell'edizione d'epoca era di là da venire). In seguito, l'interessato non avrebbe più nutrito quel genere di timori. Anzi... dralig
  16. Caro Fabio, è stato principalmente a causa dell'egualitarismo propugnato e difeso dalle organizzazioni di categoria dei docenti che è diventato problematico, per non dire impossibile, attuare nei conservatori una qualunque selezione che distingua l'eccellenza dalla mediocrità, il merito dall'inerzia. Chi poteva, ha fatto fagotto e se n'è andato. Tra coloro che sono rimasti, ci sono persone di grande valore, che si salvano dall'appiattimento non solo grazie alla qualità del loro lavoro di docenti, ma anche mantenendo ed espandendo la loro attività concertistica, compositiva, musicologica. Lei crede che siano pagati troppo? Secondo me, no. E di certo pagare meglio, olto meglio, quelli che, tra di loro, si distinguono per il loro valore e per il loro impegno, aiuterebbe il conservatorio a migliorare. dralig
  17. Ma certo, che imbecille sono! In reltà non vedo altro che docenti che seguono queste linee guida. Come mai mi sarà venuta questa assurda idea!? Ma davvero in nell'eventualità citata si commette un reato? Casco letteralmente dalle nuvole! E scommetto che ci sono tutti gli strumenti, soprattutto la volontà, per scoprire e punire una remotissima eventuale eccezione! Rimango in attesa della prossima santificazione. Non credo che il tentativo di estendere a un'intera categoria di docenti l'esecrazione per le malefatte di alcuni suoi membri possa contribuire a migliorare la situazione. Se Le fa piacere scrivere discorsi a effetto, proceda pure, ma così facendo non smuoverà un granello di sabbia e conseguirà, come unico risultato certo, quello di ingiuriare (se pur impersonalmente) ottimi musicisti che lavorano in conservatorio con passione e con serietà. Chi ha proposto una cosa del genere? Il problema della categoria, come questo thread dimostra ampiamente, è che non c'è la minima volontà di fare sana e costruttiva autocritica, sempre con le dovute eccezioni s'intende, nè tantomeno di mettersi minimamente in discussione sotto qualsiasi punto di vista. Non sono un giurista, ma mi basta il semplice buon senso per constatare che chi accusa pubblicamente una categoria di persone di comportarsi in modo illecito implica - anche se non lo propone - che contro i suoi membri si possa e si debba procedere come la legge prescrive. Non si chiede ai ladri di fare autocritica: li si denuncia e li si manda in galera. Quindi, se Lei ha elementi fondati per provare quello che afferma - e cioè che i docenti del conservatorio obbligano gli aspiranti all'ammissione a ricevere lezioni private a pagamento, e altre ciurmerie - li deve denunciare. Rivolgere loro delle accuse generiche in un forum non serve a nulla, ed è insensato affermare che, a causa del malcostume invalso nei conservatori, questi dovrebbero retribuire in misura inferiore all'attuale anche gli insegnanti con lavorano con competenza, passione e serietà. Un'istituzione che decurtasse le paghe dei suoi dipendenti a motivo del fatto che alcuni di loro lavorano poco e male e profittano illecitamente del loro ruolo - oltre a cadere nel ridicolo - si rivelerebbe anche peggiore dei malandrini che stipendia. Quindi, il ministero dovrebbe creare un sistema di controllo per verificare che i docenti del conservatorio svolgano diligentemente la mansioni per le quali sono stati assunti e vengono retribuiti. Se questo controllo non esiste o non funziona, è inevitabile che si verifichino abusi e negligenze. Tollerare tutto ciò è segno di debolezza e di cattiva organizzazione, ma il rimedio a questo male non è l'ulteriore impoverimento di una categoria di musicisti che, al momento attuale, ha ben poco da scialare. dralig
  18. Un docente non può impartire lezioni private a pagamento agli allievi iscritti alla sua classe in conservatorio. Se lo fa, commette un reato. Nel 2004 io mi ritirai dall'insegnamento in conservatorio a metà anno scolastico. Per non danneggiare gli allievi che dovevano. nello stesso anno, sostenere esami di compimento e di diploma, misi a loro disposizione le mie lezioni private gratuite, fino alla data in cui le avrei tenute in conservatorio, se non mi fossi dimesso: questo per evitare che gli allievi si sentissero abbandonati o obbligati a sostenere costi aggiuntivi, anche se, essendo cessato il mio servizio, non si sarebbe più configurata a mio carico alcuna ipotesi di reato qualora io avessi percepito, per le mie lezioni private, un compenso. Se un docente di conservatorio favorisce agli esami di ammissione suoi allievi privati, che lo hanno retribuito, commette un reato ed è un farabutto: comportamenti del genere esulano da una discussione sulla misura della retribuzione della categoria per il servizio che i suoi esponenti onestamente e correttamente svolgono. Nello stabilire i compensi per i proprii dipendenti, un datore di lavoro (in questo caso lo stato) non può e non deve tenere conto del fatto che una parte di essi si comporterà in modo illecito. Questo genere di azioni non si punisce con la decurtazione della busta paga, ma con l'azione giudiziaria, che è diretta non contro una categoria, ma contro il singolo individuo. dralig
  19. Nessuna modifica di sostanza - non si torna sulle proprie opere giovanili alla luce del senno di poi - ma solo una più accurata stesura della metrica (della quale, da giovane, non mi curavo troppo, preferendo l'eleganza alla precisione) e la correzione di alcuni errori di stampa (ho lavorato per 40 anni come editor, ma non avevo un editor per le mie composizioni, delle quali un giorno qualche musicologo si occuperà, ristampandole con maggior cura di quanta non ne abbia spesa l'autore). dralig
  20. Il problema, caro Piero, è nell'atteggiamento di alcune forze sindacali, che pretendono di traghettare tutto il personale docente nell'area universitaria senza un minimo di verifiche e di controlli. Il governo in scadenza ha nicchiato senza dire di no, e così faranno anche i prossimi governi. dralig
  21. Spattini veniva ogni estate in visita amichevole ai corsi di Trivero. Aveva - se ben ricordo - una casa di vacanze non lontano, e ogni mattina, per raggiungere la sede dove sbitavano i chitarristi, che era situata a 1100 metri, doveva procedere a tappe, fermandosi e sostando tre o quattro volte ad altezze progressive, a causa della sua cardiopatia. Aveva bisogno di adattarsi all'altezza procedendo per gradi, il salire di colpo gli avrebbe causato problemi. Un'estate non lo vedemmo arrivare e, ben sapendo quanto ci teneva, pensammo al peggio, e purtroppo eravamo nel giusto. Io lo seppi da sua moglie, una sera a Torino, alla sala del conservatorio, alla fine di un concerto, lei si presentò e mi disse che era mancato. dralig
  22. Si, ho conosciuto il maestro Bruno Spattini e lo ricordo con stima e affetto. dralig
  23. Grazie della segnalazione, Lucio, non sapevo di questo volume. E' un testo di analisi musicale o un testo storico? ag
  24. E' uno di quei compositori - come lo furono prima di lui Ponce e Santorsola - che, pur senza suonare la chitarra, le hanno dedicato la maggior parte della loro opera. Non esiste, ch'io sappia, uno studio monografico su di lui, e nemmeno in occasione del suo ottantesimo compleanno - pur essendosi svolta una celebrazione dell'autore al Royal College of Music di Londra - è stato pubblicato un volume. L'editore che ha raccolto e pubblicato il maggior numero di opere sue è Cadenza Music (http://www.cadenza-music.com/Scripts/default.asp). In generale, si può dire che è un ottimo musicista, con un profilo stilistico molto ben definito, legato alla tradizione, in continuità con i maggiori musicisti del suo paese. Il carattere della maggior parte dei suoi brani, tutt'altro che "piacevoli" e spesso rabbrividenti, lo colloca tra gli autori poco commerciabili e ancor meno candidati alla popolarità, ma questo è, nel presente, destino comune alla miglior parte del repertorio contemporaneo della chitarra. Nemmeno il sostegno di un chitarrista famoso come John Williams, che ha inciso in modo egregio i suoi due Concerti e alcuni suoi pezzi per chitarra sola, è bastato a renderlo "famoso" tra chitarristi. So però che il giovane e prode Mesirca si appresta a eseguire a Vienna, con un partner di adeguata caratura musicale, il "Duo Concertante" per chitarra e clavicembalo. Insomma, su Dodgson gravano le tenebre ma, in lontananza, si intravvede un lumicino. dralig
  25. Non ci fu un motivo particolare. Il compositore e io ci accordammo per pubblicarla senza diteggiatura, a lui piaceva la pagina di musica senza numeri e io fui pienamente d'accordo. dralig
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